
“Non ne faccio un discorso tecnico, ma puramente egoistico: mi auguro di tutto cuore di non incontrare squadre italiane nei quarti di finale di Champions League. Soprattutto non vorrei affrontare l’Inter perché per noi che viviamo a Milano sarebbe un vero inferno. Ricordo che la settimana del derby di Champions del 2003 per me è stata la peggiore di tutte a livello di tensione”.
Sono state queste le parole pronunciate da Adriano Galliani il 17 marzo 2005 alla vigilia dei sorteggi di Champions League. L’allora amministratore delegato del Milan, sapeva bene che la compagine rossonera era talmente forte da poter sfidare senza il minimo timore reverenziale qualsiasi avversario, ma sapeva anche che un derby italiano, e meneghino soprattutto, avrebbe potuto rendere il percorso che portava alla finale di Istanbul molto più tortuoso del previsto.
Le possibilità che la massima competizione continentale per club potesse proporre uno scontro fratricida erano molto elevate e questo perché il calcio italiano, allora ancora straordinario protagonista sul palcoscenico europeo, sarebbe stato rappresentato nei quarti da ben tre squadre. Le più importanti in assoluto nel panorama calcistico nostrano: Milan, Inter e Juventus.
Ventiquattro ore dopo quelle parole che resero una speranza un qualcosa di pubblico, l’urna di Nyon avrebbe dato verdetto insindacabile: nei quarti di finale di Champions League sarà Milan-Inter. Il peggiore degli incubi di Galliani era diventato realtà.
Le due squadre meneghine si sarebbero dovute affrontare il 6 ed il 12 aprile, sempre a San Siro ovviamente, ma prima con il Milan ad indossare le vesti del padrone di casa e poi l’Inter.
Quelle che si presenteranno all’appuntamento sono due squadre forti che inseguono in campionato la Juventus nella speranza di strapparle uno Scudetto che poi verrà cancellato dai libri di storia e che sin lì in Europa hanno avuto un percorso praticamente perfetto.
Il Milan ha infatti vinto un Gruppo F che comprendeva anche Barcellona, Shakhtar e Celtic, prima di eliminare negli ottavi il Manchester United con un doppio 1-0, mentre l’Inter si è imposta in un Gruppo G composto anche da Werder Brema, Valencia ed Anderlecht, prima di eliminare il Porto grazie ad una straordinaria tripletta di Adriano che valse un 3-1 al Meazza dopo un 1-1 in terra lusitana.
Ad affrontarsi in un doppio straordinario Derby della Madonnina saranno quindi due potenze del calcio italiano ed europeo e l’Inter ha un motivo in più per uscire vincitrice dal confronto: deve prendersi la sua rivincita.
Il Milan infatti due anni prima si era laureato campione d’Europa battendo la Juventus in finale all’Old Trafford, ma prima di quello scontro con i bianconeri in semifinale aveva superato proprio i nerazzurri grazie ad un 1-1 esterno dopo uno 0-0 interno.
Il fatto che in casa Inter ci fosse una certa sete di ‘vendetta’, puramente sportiva ovviamente, verrà certificato dopo il sorteggio anche dal patron Massimo Moratti.
“Diciamo che quella semifinale del 2003 ci è rimasta in mente. Adesso abbiamo in poche parole la possibilità di toglierci questo fastidio. Va benissimo così, sappiamo che il derby è una partita che genera più passione rispetto a tutte le altre, ma credo che sarà un qualcosa di interessante per calcio”.
Quando il 6 aprile 2005 Milan ed Inter scendono in campo per la sfida d’andata, l’atmosfera è ovviamente elettrica. I nerazzurri sembrano entrare meglio in campo e in generale si rendono più pericolosi nel primo tempo ma, a pochi istanti dal finale della prima frazione, sono i rossoneri a trovare il vantaggio grazie ad un colpo di testa di Jaap Stam. Galvanizzato dal vantaggio il Milan nella ripresa gioca in maniera certamente più sciolta e al 74’ sarà Shevchenko a fissare il risultato sul definitivo 2-0.
Getty ImagesIl primo round è andato al ‘Diavolo’ il che si può tradurre in un’unica cosa: l’Inter al ritorno dovrà compiere un’impresa per prendersi quella rivincita attesa da due anni.
Quello che il 12 aprile successivo ospita l’euroderby di ritorno è uno stadio Meazza nella sua versione più bella. E’ gremito in ogni ordine di posto e si respira aria di grande calcio. In ballo c’è di più del semplice passaggio del turno: c’è la possibilità di colorare una città di nerazzurro o di rossonero. C’è insomma in ballo la supremazia calcistica a Milano e gli occhi di tutta Europa sono calamitati su quella meraviglia che per molti è semplicemente la ‘Scala del Calcio’.
La sfida non delude le aspettative, le due squadre si affrontano a viso aperto, ma il Milan dà fin da subito l’impressione di avere un paio di cose in più: uno Shevchenko in grande spolvero ed un Dida in versione saracinesca.
L’Inter, che viene schierata da Roberto Mancini con un 4-2-3-1 nel quale Van der Meyde, Veron e Kily Gonzalez agiscono a supporto di Adriano, vede ogni suo tentativo venir respinto dal portiere brasiliano, mentre dall’altra parte è il fuoriclasse ucraino, allo scoccare della mezz’ora, a trovare l’intuizione che vale il vantaggio rossonero: gran sinistro dal limite e pallone che si va ad infilare lì dove Toldo non può arrivare, ovvero alla sua destra, all’altezza del secondo palo, quello più distante. E’ una prodezza balistica che potenzialmente può chiudere i giochi.
Gli uomini di Roberto Mancini, sotto di un goal, provano a reagire, e quando nella ripresa entrano anche Cruz e Martins al posto di Kily e di un Adriano che, non al meglio, è stato inghiottito per 50’ nella morsa di Nesta e Stam, la pressione si fa anche più intensa. Il Milan resiste e quando può si lancia in contropiede, il tutto mentre Dida continua a parare tutto ciò che è parabile.
La prova dell’estremo difensore brasiliano è praticamente perfetta, ma al 71’ anche lui deve capitolare: corner battuto dalla destra da Mihajlovic, il pallone attraversa tutta l’area piccola e arriva dalle parti di Esteban Cambiasso che di testa non sbaglia, approfittando tra l’altro di un’uscita tutt’altro che perfetta proprio di Dida. E’ la rete che in qualche modo potrebbe riaprire i giochi, anche se l’Inter ha bisogno a questo punto di un 4-1 per passare, ma l’arbitro Markus Merk annulla.
Il goal sembra ai più da convalidare, ma il direttore di gara ha intravisto un presunto fallo di Cruz ai danni del portiere. La sua è una decisione che può far discutere e che scatena la rabbia di coloro che nel preciso istante dell’annullamento hanno già preso in cuor loro la decisione che darà alla sfida una svolta inaspettata: quel Derby non deve finire.
Dalla Curva Nord inizia a piovere di tutto e l’area rossonera diventa un vero e proprio tiro a segno per molti tifosi di fede nerazzurra. Dagli spalti arrivano sul campo fumogeni come se piovesse ed uno colpisce proprio Dida alla spalla destra. Il portiere viene accompagnato dai compagni lontano da quella zona diventata ormai pericolosa per essere sottoposto alle cure del caso e intanto è già chiaro a tutti che così non si può continuare.
GettyMerk richiama tutti negli spogliatoi e i giocatori del Milan nel rientrare sono costretti ad evitare ogni tipo di oggetto che arriva sul terreno di gioco a velocità folle. Quello che doveva essere uno spettacolo straordinario, uno spot per Milano e per il calcio italiano, si è trasformato in quello che verrà ricordato da molti come il ‘Derby della Vergogna’.
Le due squadre torneranno in campo 26’ più tardi, ma non Dida che nel frattempo è stato sostituito da Abbiati. Ci resteranno il tempo necessario per capire che non c’è la minima possibilità di spingersi fino alla naturale conclusione del match.
Di quella notte, che era iniziata come una straordinaria notte di sport, resteranno soprattutto due immagini: quella di Dida a terra dopo essere stato colpito dal fumogeno e soprattutto quella che ritrae Marco Materazzi e Manuel Rui Costa inermi di fronte a ciò che sta accadendo.
Il primo è uno degli uomini simbolo dell’Inter, il secondo lo è del Milan. Il difensore nerazzurro si appoggia alla spalla del fuoriclasse lusitano, si scambiano poche frasi in tutta tranquillità. Sono rivali, ma non nemici, sono degli sportivi che si trovano ad assistere ad uno spettacolo tanto incredibile quanto indegno: il Giuseppe Meazza è avvolto dal fumo e la Curva Nord è nascosta dal rosso acceso dei ‘bengala’.
E’ un’immagine forte, potente e destinata a diventare iconica che trasmette normalità in un contesto che di normale non ha nulla. E' uno scatto di quelli capaci di raccontare tutto senza il minimo bisogno delle parole.
Dopo il triplice fischio finale, nessuno potrà nascondere il proprio dispiacere. Non lo farà nemmeno Carlo Ancelotti che già sa che ad attendere il suo Milan ci sarà una vittoria per 3-0 a tavolino che vorrà dire passaggio del turno.
“Quanto accaduto è colpa della cultura italiana. Io ho vissuto moltissimi derby prima da calciatore e poi da allenatore ed è la prima volta che assisto ad una cosa del genere. Si è penalizzata tutta Milano, una città che ha sempre dimostrato grandissima correttezza. Tutti dovrebbero smetterla di fare polemiche in tv. Nel nostro calcio ci sono tante chiacchiere gratuite che fanno venire fuori altri aspetti del calcio che nulla hanno a che fare con il gioco. Quella di oggi è stata una reazione inaspettata, c’è una cultura da cambiare ed uno sport da vivere con maggiore tranquillità”.
Ad uscire feriti da quella notte del 12 aprile 2005 saranno il calcio italiano e la sua immagine oltre ad un Nelson Dida che, a detta di molti, da quel giorno non sarà più lo stesso. In campo ovviamente.
Il portierone che per un paio di anni era riuscito a contendere a Buffon lo scettro di miglior estremo difensore del pianeta, inizierà a sfornare sempre meno miracoli e più errori, quasi come se nell’esatto momento nel quale fu colpito fosse scattato qualcosa. Nessuno saprà mai se quel bengala causò una ferita molto più profonda di ciò che è umanamente possibile vedere, quello che è certo è che da allora sono in tanti a porsi una domanda che non avrà mai risposta.
L’Inter, ovviamente sanzionata con un 3-0 a tavolino, chiuderà comunque la sua stagione con una gioia: la conquista della Coppa Italia. Il Milan continuerà la sua avventura in Champions League e si spingerà fino alla finalissima di Istanbul. Quanto accadrà nella storica sfida con il Liverpool del 25 maggio 2005 meriterà poi un capitolo a parte.
Diciotto anni dopo, torna il Derby in Champions League: merito dell'edizione 2022/23 che ha messo di nuovo di fronte Inter e Milan: nel ricordo di quel confronto lì del 2005, pure.




