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Vado gfxGOAL

Il Vado Ligure, la squadra che vinse la prima edizione della Coppa Italia

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La prima edizione della Coppa Italia si disputa nel lontano 1922. Il contesto è quello di un calcio italiano ancora pioneristico e scisso in due campionati paralleli. Da una parte c'èla Prima categoria, organizzata dalla Figc, orfana dei grandi club "ribelli", che chiedevano una riduzione mai attuata delle squadre partecipanti e un riordino dei campionati, e giocata da squadre minori del Centro-Nord, che fu vinta dalla Novese. Dall'altra la la Prima Divisione, organizzata dalla Cci (Confederazione Calcistica Italiana) e vinta dalla Pro Vercelli.

Ai due massimi campionati, naturalmente, si accompagnavano nell'uno e nell'altro caso campionati minori. In un quadro frammentato e fortemente diviso di questo tipo, la Figc, nel tentativo di riacquistare prestigio, istituisce un nuovo trofeo, denominato appunto Coppa Italia.

  • LA COPPA SNOBBATA: FRA LE BIG SPICCANO LE GIULIANE

    L'iniziativa coraggiosa della Figc inizialmente non ottiene le risposte sperate dalla Federazione italiana Giuoco Calcio. Visto che la Lega Sud ha aderito alla Cci, sono escluse da subito le squadre meridionali.

    Ne consegue che tutte le formazioni che prendono parte alla Coppa Italia del 1922 sono del Centro-Nord Italia e militano in Prima Categoria (la Serie A dell'epoca senza le squadre Cci, fra cui Pro Vercelli, Juventus, Internazionale, Genoa e Milan) o in Promozione, la Serie B di quel periodo in ambito Figc.

    Ma con delusione degli organizzatori, solo 23 compagini di Prima Categoria su 46 si iscrivono alla fase regionale del torneo. Mancano, fra le altre, 4 su 6 semifinaliste del massimo campionato. Ci sono invece le big del Friuli Venezia-Giulia, Udinese e Triestina, oltre all'Edera Trieste, con le formazioni giuliane che in quella stagione non parteciparono a nessun campionato ma giocarono la Coppa Giulia, una manifestazione di carattere regionale.

    Aggiungendo le formazioni aderenti della Promozione, il torneo parte con 37 squadre ammesse. Un simile numero costringerà gli organizzatori ad "abbuonare" dei turni alle società più blasonate, generando più di una perplessità.

    Queste le 37 squadre al via nella Coppa Italia 1922:

    A.C. LIBERTAS (MILANO)

    AERONAUTICA TORINO

    AUDACE LIVORNO

    CARPI

    CASALECCHIO

    CODOGNO

    CREMA

    C.S. FIRENZE

    EDERA TRIESTE

    ENOTRIA GOLIARDO

    FANFULLA LODI

    FELTRESE

    FIORENTE GENOVA

    FORTI E LIBERI FORLÌ

    JUVENTUS ITALIA (MILANO)

    LIBERTAS POL. FIRENZE (LA FUTURA FIORENTINA)

    LUCCHESE

    MANTOVANA

    MOLASSANA

    NOVESE

    PARMA

    PASTORE TORINO

    PRO LIVORNO

    RIVAROLESE

    SARONNO

    SESTRESE

    SPES GENOVA

    SPERANZA SAVONA

    TREVIGLIO

    TREVISO

    TRIESTINA

    UDINESE

    U.S. TORINESE

    VADO LIGURE

    VALENZANA

    VERCELLESI ERRANTI

    VIRTUS BOLOGNA

    Anche il regolamento del torneo lascia perplesse molte società, che lo considerano svantaggioso sotto il profilo economico. Di fatto la prima edizione della Coppa Italia è cosìuna edizione boicottata. Fra le outsiders c'è anche il piccolo Vado Ligure, squadra bene organizzata di Promozione, che riuscirà a compiere un'impresa storica.

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  • LA COPPA ITALIA 1922 E UN REGOLAMENTO CONFUSIONARIO

    Le date della nuova competizione vengono fissate fra il 2 aprile e il 16 luglio 1922, giorno della finalissima. Il regolamento dispone l'iscrizione gratuita per tutti i club che ne fanno richiesta purché siano in possesso del terreno di gioco recintato. Le gare verranno sorteggiate e se le società sono d’accordo possono invertire il campo.

    Inoltre, e questa è la regola che fa storcere il naso a molti club, la Società che gioca sul proprio campo deve garantire cento Lire alla Figc, inoltre consegnare alla formazione avversaria il rimborso del viaggio in treno in terza classe e lire trenta cadauna per le dodici persone che compongono la squadra (gli undici giocatori più un dirigente).

    Quanto disposto se lascia perplesse diverse società, stimola le capacità imprenditoriali dei dirigenti del Vado Ligure, che riusciranno a disputare ben 5 partite su 6 fra le mura amiche, al 'Campo di Leo'.

    Il primo turno è in programma il 2 aprile 1922. I pronostici dei giornali, fra i quali spicca quello de 'La Stampa' di Torino, escludono che a trionfare, nonostante le consistenti defezioni, possa essere una squadra minore. Questo perché le squadre partecipanti, a differenza ad esempio dell'FA Cup inglese, non possono schierare giocatori di altri club ma solo i propri. Il pronostico sarà tuttavia clamorosamente smentito.

    In tutto si giocano 15 partite: Audace Livorno e Casalecchio danno forfait per i costi, facendo avanzare automaticamente Molassana e Carpi, la stessa cosa accade per sorteggio a Pro Livorno, Treviso e Libertas Firenze.

    Fra le partite più combattute c'è la sfida fra Vado Ligure e Florente. I padroni di casa faticano ad avere la meglio e si impongono soltanto 4-3 ai tempi supplementari. A mettersi in mostra fin da subito è il temibile attaccante Virgilio Felice Levratto, che possiede un sinistro al fulmicotone, autore della doppietta decisa che consente ai suoi di avanzare dopo i goal di Marchese e Babboni II.

    Non mancano i casi particolari: il risultato del Derby giuliano Edera Trieste-Triestina, in origine terminato 4-2, è mutato successivamente in un 2-0 a tavolino dalla Figc, la quale accoglie un ricorso dell'Edera assegnandole la vittoria d'ufficio perché la Triestina ha schierato in campo un calciatore, lo spalatino Antonio Blasevich, in posizione di tesseramento irregolare.

    Il 2° Turno si gioca il 9 aprile 1922. Libertas Firenze e Pro Livorno passano anche stavolta senza giocare, mentre il Treviso cade a sorpresa per 4-1 contro la Forti e Liberi Forlì. E il Vado? La squadra ligure travolge 5-1 in casa la Molassana. Segnano Marchese, il solito Levratto (seconda doppietta), Negro e Roletti. L'Udinese, invece, travolge nel reucpero la ripescata Edera Trieste.

    Al 3° Turno, in programma il 23 aprile 1922, le squadre in corsa si sono già ridotte a 11.Libertas Firenze, Novese, Pro Livorno, Speranza e Udinese ottengono l'accesso ai quarti di finale senza scendere in campo. Le prime 4 per impegni di campionato, i friulani perché nella stessa data hanno disputato il recupero con l'Edera Trieste.

    Si gioca così solo in tre campi: si qualificano Lucchese, Valenzana e Vado Ligure. Quest'ultimo si impone 2-0 in casa sui milanesi della Juventus Italia, stavolta è decisiva una doppietta di Romano.

    Ai quarti di finale arrivano ulteriori colpi di scena. Il 30 aprile 1922 il Vado espugna 0-1 il campo dell'ostico Pro Livorno con rete di Marchese, nell'ultima gara ufficiale della storia del club toscano, altrettanto fa la Lucchese il 18 giugno sul terreno dello Speranza Savana.

    Le altre due semifinaliste sono invece decise a tavolino: la Novese rinuncia a giocare la gara con l'Udinese per contemporaneità con il campionato, la Valenzana dà forfait dopo che la Federazione decide di far ripetere contro la Libertas Firenze.

    Il quadro delle semifinali è così presto composto: la favorita è proprio la Libertas Firenze, prossima a diventare Fiorentina, lanciatissima verso il trofeo senza mai aver giocato una partita. Il 25 giugno 1922 si giocano Vado Ligure-Libertas Firenze e Udinese-Lucchese.

    La prima partita, terminata 0-0 dopo i tempi regolamentari, è decisa ai supplementari da una rete di Roletti, che qualifica i liguri a sorpresa alla finalissima, mentre nella seconda accade di tutto. L'Udinese si impone alla fine 4-3 ai supplementari, tuttavia un errore tecnico nel collocamento del dischetto del rigore determina la ripetizione del match. Nel replay del 9 luglio ai friulani basta una rete di Moretti per qualificarsi: la finale sarà Vado Ligure-Udinese.

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  • LA FINALE VADO-UDINESE E IL LEGGENDARIO GOAL DI LEVRATTO

    L'Udinese è chiaramente favorita, ma i bianconeri non fanno i conti con Felice Levratto, che proprio nell'ultima gara della Coppa Italia il 16 luglio 1922, giocata al Campo di Leo, si guadagnerà la fama di "sfondareti".

    I tempi regolamentari non si schiodano dallo 0-0, e nei supplementari è una prodezza dell'attaccante del Vado a determinare la squadra vincitrice. A raccontare quel primo trofeo messo in palio dalla Figc non ci sono né la tv né la radio, ma soltanto le macchine da scrivere dei giornalisti.

    "Ecco che Levratto avanza verso il centro e anticipa l'entrata dell'avversario bianconero, affronta il terzino destro, finta sulla sinistra, avanza e dai 20 metri lascia partire un tiro fortissimo: la palla è in rete, il Vado vince la prima Coppa Italia della storia" - Ricostruzione del goal di Levratto sui giornali dell'epoca.

    Quella marcatura diventa presto leggendaria.

    "Ma è goal?", avrebbe chiesto il terzino dei bianconeri Cantarutti dopo la rete.
    "Al è passât e al à fat la bus", ovvero "Il pallone è passato e ha bucato la rete", replicò in friulano il portiere dell'Udinese Lodolo, guardando incredulo la rete strappata alle sue spalle.

    L'episodio è confermato, fra realtà e leggenda, dai quotidiani dell'epoca, secondo cui il tiro di Levratto fu talmente potente da spezzare la rete e far rimbalzare il pallone contro la Torre di Scolta, ubicata dietro la porta dell'Udinese. E proprio con quel goal che regala la Coppa Italia al Vado Ligure, Felice Levratto, all'epoca appena diciasettenne, diventa per tutti "lo sfondareti" e dopo il fischio finale viene portato in trionfo dai compagni al grido di:

    "Levre! Levre!".

    Oltre ai giocatori, ricordati nel tabellino della finale, all'impresa della prima Coppa Italia partecipano il presidenteGiovanni Ferrando, il segretario ragionier Stanzani e i dirigenti Morixe, Gambetta, Repetto, Pesaro e Dottor Fusconi, che si ritagliano un posto nella storia del calcio italiano.

  • IL TABELLINO DELLA FINALE

    Vado Ligure, Campo di Leo, 16 luglio 1922

    VADO LIGURE-UDINESE 1-0 d.t.s.

    RETE: 118' Levratto

    VADO LIGURE: Babboni I; Babboni II, Raimondi; Masio, Romano, Cabiati; Roletti, Babboni III, Marchese, Esposto, Levratto.

    UDINESE: Lodolo; Bertoldi, Schifio; Dal Dan, Barbieri, Gerace; Tosolini, Melchior, Moretti, Semintendi, Ligugnana.

    Arbitro: Pasquinelli di Bologna

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  • IL TROFEO E IL MITO DELLO "SFONDARETI"

    La consegna del trofeo ai vincitori avviene qualche mese dopo la finale, esattamente il 17 settembre 1922 alla presenza di autorità civili e militari, nonché del presidente della Figc, l'avvocato Lombardi, come riporta il sito ufficiale della società. La Coppa Italia vinta dal Vado Ligure, snobbata da tante grandi squadre, è bellissima: pesa 8 chilogrammi e 800 grammi, è fatta in argento ed è incastonata in un astuccio foderato di seta blu. Per diversi anni, circa 13, fa bella mostra di sé nella cittadina ligure.

    Ma incredibilmente il 18 dicembre 1935, "Giorno dell’oro alla patria", i dirigenti di allora regalarono il trofeo alla fusione patriottica. L'originale della Coppa Italia vinta dal Vado andava così a scomparire per sempre. Una copia fedele verrà però realizzata e consegnata dalla Figc al club il 9 aprile 1992 in occasione di una partita amichevole organizzata per rievocare quella partita Vado-Udinese 100 anni dopo.

    Da quel momento la Coppa è custodita in una vetrina visibile dall’esterno dell’agenzia della Cassa di Risparmio di Savona in piazza Cavour a Vado Ligure. A ricordare una delle imprese più incredibili del calcio italiano. Per trovare una squadra non di massima divisione in grado di vincere il trofeo bisognerà infatti aspettare il Napoli della stagione 1961/62.

    Quella storica finale, decisa da un suo leggendario goal, lancerà Levratto, la punta di diamante del Vado, verso l'Olimpo del calcio italiano dell'epoca. Dopo aver lasciato il club ligure nel 1924, indosserà le maglie del Verona, del Genoa, dell'Ambrosiana-Inter, della Lazio, del Savona, della Juve Stabia e della Cavese. Approdato in Nazionale, vincerà una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 e una Coppa Internazionale fra il 1927 e il 1930, totalizzando 28 presenze e 11 goal.

    Discreta anche la carriera di allenatore, che lo ha visto vincere uno Scudetto da vice-Bernardini con la Fiorentina nel 1955/56. A lui il Quartetto Cetra dedicherà il ritornello di una celebre canzone nel 1959, intitolata "Che centrattacco", la cui strofa recita:

    "Oh, oh, oh, oh che centrattacco /Oh, oh, oh, oh tu sei un cerbiatto /Sei meglio di Levratto, ogni tiro va nel sacco / Oh, oh, oh, oh che centrattacco".

    Dopo un anno caotico con due campionati paralleli, il calcio italiano tornerà ad unificarsi con il Lodo Colombo, mentre la parentesi della Coppa Italia sarà provvisoriamente accantonata dalla Federcalcio. Sarà timidamente riproposta nel 1926/27, salvo essere abortita, per poi entrare a regime dalla stagione 1935/36, con l'unica interruzione degli anni della Seconda Guerra Mondiale.

    Non capiterà mai più che una piccola realtà come il Vado Ligure sia riuscita ad affermarsi a dispetto delle grandi forze calcistiche del Paese e quell'impresa del 1922 resterà impressa nell'albo d'oro del torneo. Quanto alla società, con il processo che porterà qualche anno più tardi alla Serie A a girone unico, scivolerà presto nelle Serie inferiori del calcio italiano. Attualmente i rossoblù militano in Serie D.