Nel 1970 nasce il PSG, che diventa il primo club calcistico di Parigi. Ma agli inizi degli anni Ottanta una nuova era si apre per la storica società parigina quando il miliardario Jean-Luc Lagardère nel 1982, presidente dell'azienda automobilistica Matra, e fresco di successi nel Motorsport, decide di irrompere nel mondo del calcio con un nuovo ambizioso progetto. Quella che con il senno di poi oggi chiameremo l'illusione del primo PSG.
Lagardère è pronto a sfidare l'egemonia cittadina dell'allora PSG e a creare un club competitivo sia a livello nazionale che a livello europeo. L'idea è quella di fondere il Paris FC, che gioca in Division 2, e proprio il Racing Club di Parigi, che milita ormai a livello amatoriale. Ma la dirigenza del Racing inizialmente rifiuta a causa del dissesto finanziario dell'altro club.
Inizialmente allora l'uomo d'affari francese acquista soltanto il Paris FC, che ha un debito di 4 milioni di franchi, e lo ribattezza Racing Parigi 1 assegnandogli i colori sociali biancocelesti del Racing Club Parigi. La nuova società ottiene subito un quarto posto in Seconda Divisione.
Nel 1983 la fusione può finalmente avvenire e sono diversi i grandi colpi messi a segno da Lagardère sul calciomercato: su tutti l'acquisto dell'attaccante algerino Rabah Madjer, che segue agli arrivi del portiere Bas , dei difensori Renaut e Zvunka e dell'argentino Noguès, avvenuti nella prima stagione.
La squadra si piazza 2ª nel Girone B di Division 2 e ottiene la promozione in Division 1. L'allenatore Alain de Martigny la guida vittoriosamente attraverso i playoff, ottenendo le vittorie con Olympique Lione e Nizza.
Nel 1984/85 per affrontare la Division 1 la rosa è rafforzata ulteriormente con in particolare gli arrivi dell'attaccante Pierre Sither e del difensore della nazionale Philippe Mahut. Il Racing Parigi 1 si piazza tuttavia ultima in classifica, nonostante la sostituzione del tecnico a stagione in corso il suo giocatore Victor Zvunka.
"Non avremmo mai dovuto venire a giocare al Parco dei Principi - dirà -. Qui non siamo di casa e gli avversari sono particolarmente motivati. Dovevamo restare allo stadio di Colombes…”.
A dispetto della retrocessione nel 1985/86 continua la campagna di rafforzamento con gli acquisti dei due nazionali Eugène Kabongo e Maxime Bossis e il Racing Club di Parigi è affidato alla guida tecnica di René Hauss. Il Racing Parigi 1 vince il campionato di Seconda Divisione e torna subito in Division 1.
Grazie agli 80 milioni di Franchi francesi all'anno di budget annuale, pari a poco meno di 25 miliardi annui di vecchie Lire, garantiti dalla sponsorizzazione della Matra, nel 1986/87 si fanno le cose in grande.
Lagardère acquista la stella uruguayana Enzo Francescoli, detto "El Principe de Montevideo", il nazionale tedesco Pierre Littbarski e il centrocampista francese, spagnolo di nascita, Luis Fernández, beniamino del Parco dei Principi e capitano dei rivali del PSG. Con lui arriva anche Thierry Tusseau.
Le aspettative stagionali sono molto alte e gli osservatori pronosticano grandi cose per il Racing Parigi 1. Ma incredibilmente i risultati della squadra, guidata inizialmente da Silvester Takac, poi sostituito ad ottobre ancora da Zvunka, sono deludenti e la squadra chiude la stagione in 13ª posizione finale con ben 16 sconfitte su 38 partite (14 vittorie e 8 pareggi).
Lagardère è deluso e furioso e per il 1987/88 alza ulteriormente l'asticella, chiamando in panchina l'allenatore del Porto campione d'Europa in carica, Artur Jorge. La rosa viene ulteriormente ritoccata con gli ingaggi di Gérard Buscher e Pascal Olmeta.
Inoltre, grazie alle pressioni del patron sulle autorità federali, in deroga al regolamento federale, quest'ultimo riesce a far raggiungere al club il marchio della sua azienda. La squadra parigina diventa così ufficialmente Racing Matra. L'obiettivo dichiarato è la vittoria dello Scudetto e l'approdo in Coppa dei Campioni.
I risultati della prima parte della stagione sono incoraggianti: i biancocelesti chiudono infatti al 3° posto il girone di andata, ma calano in Primavera (nessuna vittoria nelle ultime 12 giornate), anche a causa dei problemi personali dell'allenatore portoghese.
Alla fine arriva soltanto un modesto 7° posto finale, che non può soddisfare Lagardère, in considerazione dei grossi investimenti operati. Sugli spalti, se in inverno si registra una media di circa 27 mila spettatori al Parco dei Principi, in primavera si cala drasticamente a meno di 7 mila spettatori a partita.