Gli ultimi 90 minuti al cardiopalma della Serie A 1981/82 iniziano dando un colpo al cuore alle speranze dei tifosi rossoneri: il Genoa si porta in vantaggio al 3' sul Napoli con un bel colpo di testa di Briaschi su angolo dalla destra di Iachini, poi al 12' anche al Del Duca il risultato si sblocca con il vantaggio esterno del Bologna con Mozzini.
Nel frattempo il Milan, costretto a vincere, porta solo timidi attacchi dalle parti di Recchi, che ha gioco facile nel gestire i pochi palloni che arrivano dalle sue parti. La situazione si complica ulteriormente quando, al 42', Oliviero Garlini intercetta una palla vagante dalle parti di Piotti e lo trafigge. 1-0 per il Cesena e squadre che vanno a riposo allo Stadio La Fiorita in una situazione quasi da coma irreversibile per il Diavolo.
Le disgrazie, per il Milan, sembrano non finire quando al 63' Piraccini, futuro interista, batte nuovamente Piotti. Sembra la fine di ogni speranza per i lombardi, quando dal San Paolo un improvviso uno-due del Napoli di Marchesi contro il Genoa riaccende una flebile fiammella.
Prima al 56' Palanca, servito da Guidetti, con un geniale colpo di tacco smarca al tiro Criscimanni, che dal cuore dell'area trafigge il portiere genoano Martina, poi al 62' l'estremo difensore può solo deviare una staffilata centrale di Pellegrini, e sulla ribattuta Musella è lesto a insaccare nella porta sguarnita, completando la rimonta.
Anche ad Ascoli le cose si mettono bene per il Diavolo, con Torrisi che firma l'1-1, e Jordan accorcia le distanze a Cesena: 2-1. Al 72' Ciccio Romano, con un missile da fuori area, trafigge Recchi: 2-2 fra Cesena e Milan.
Improvvisamente la salvezza appare lì, alla portata. Quando mancano 9 minuti al 90', Antonelli, uno dei giocatori più deludenti della stagione rossonera, all'improvviso parte in dribbling fra gli avversari, e da posizione quasi impossibile, molto defilata, trova l'unico pertugio possibile: 2-3 a Cesena, i tifosi del Milan ci credono.
Enrico Ameri, che segue per 'Tutto il Calcio minuto per minuto' la sfida del La Fiorita, chiede la linea, Bortoluzzi dallo studio precisa che quel goal di Antonelli salva virtualmente il Milan. Intanto ad Ascoli il goal di Greco al 90' condanna il Bologna ad un k.o. che valeva per la prima volta la Serie B, mentre a Cagliari l'arbitro Mattei annulla un goal a Ciccio Graziani: lo 0-0 finalesalva i sardi e fa perdere lo Scudetto ai viola a vantaggio della Juventus.
Manca soltanto il finale del San Paolo perché il puzzle sia completo: la partita è ripresa infatti in ritardo nel secondo tempo per il lancio di fumogeni da parte dei tifosi. Il Genoa si riversa all'attacco, ma sembra non avere più le energie.
Invece all'85' accade l'impensabile: Castellini, uno dei portieri più esperti del massimo campionato, in un goffo tentativo di rinvio con le mani regala un calcio d'angolo al Grifone. Si incarica della battuta il solito Iachini, sponda di testa di Russo e il barbuto stopper Faccenda, che è appena entrato in campo al posto di Gorin II, ed è lasciato colpevolmente libero dai difensori avversari, sotto misura colpisce al volo e batte Castellini: 2-2.
Sugli spalti dello Stadio di Cesena, dove i tifosi del Milan sono incollati alla radiolina, cala all'improvviso il gelo. Al San Paolo, invece, dopo il fischio finale di Agnolin, napoletani (già certi della partecipazione alla Coppa UEFA) e genoani festeggiano assieme, suggellando quello che diventerà uno storico gemellaggio.
La classifica finale della Serie A 1981/82 recita: Cagliari e Genoa salvi con 25 punti, Milan terzultimo con 24, e Bologna penultimo con 23 retrocessi in Serie B. Intantoil goal di Faccenda aveva fatto esplodere i tifosi interisti ad Avellino, che avevano esultato come avessero vinto un trofeo.
"Dopo quella a pagamento, ecco la retrocessione gratis del Milan", sentenzia beffardo il vicepresidente nerazzurro, l'Avvocato Peppino Prisco.
Il Milan per la prima e unica volta nella sua storia era condannato sul campo alla Serie B. Per tanti tifosi rossoneri quella domenica del 16 maggio 1982 resterà il giorno più doloroso. Anche se la permanenza fra i cadetti durerà nuovamente una sola stagione.
"Ho ricordi nitidissimi: il corner di Iachini, Russo che di testa allunga la traiettoria, io che sbuco sul secondo palo colpendo al volo di interno destro e mettendo la palla tra il montante ed il portiere - racconterà Faccenda a 'La Repubblica' 40 anni dopo il suo goal' -. E certamente non ho dimenticato che il calcio d’angolo fu propiziato da un rinvio sbagliato di Castellini, il portiere del Napoli. La palla gli scivolò dalle mani e invece che in avanti finì così in calcio d’angolo".
"Quel goal fu molto chiacchierato, ma vi posso assicurare che fu di un grandissimo indice di difficoltà. Ancora adesso faccio fatica a capire come ho fatto a metterla proprio lì, trovando il pertugio giusto".