Pubblicità
Pubblicità
Faccenda HDGOAL

Il goal di Faccenda che fece retrocedere il Milan in Serie B "sul campo" nel 1981/82

Pubblicità

Fra i campionati di Serie A dall'esito più incerto per quanto riguarda la lotta per non retrocedere figurano senza dubbio alcune edizioni della prima metà degli anni Ottanta del secolo scorso, quando il torneo era a 16 squadre e la vittoria valeva soltanto 2 punti.

In situazioni di classifica molto ingarbugliate e decise dal minimo scarto se non dalla classifica avulsa, capitava non di rado che nella rete dei bassifondi della graduatoria restasse invischiata anche qualche grande.

È il caso della stagione 1981/82, quando il Milan, neopromosso in Serie A, dopo un'annata mediocre caratterizzata da scelte di calciomercato sbagliate e da episodi sfortunati, come la lunga assenza di Franco Baresi per un raro virus del sangue, finirà per retrocedere 'sul campo' in Serie B a causa di un goal di Faccenda che fisserà il punteggio sul 2-2 fra Napoli e Genoa e regalerà la salvezza al Grifone di Gigi Simoni.

  • UN MILAN DELUDENTE

    Ottenuta la pronta risalita in Serie A dopo una retrocessione decretata a tavolino per lo scandalo del Totonero, il Milan si presenta alla partenza della stagione 1981/82 con rinnovate ambizioni. L'obiettivo è infatti tornare nei primi posti della classifica.

    La squadra viene affidata ad un tecnico di grido, Gigi Radice, ex giocatore rossonero, e in estate sembra che i due vicepresidenti, l'inibito Colombo e Gianni Rivera, possano convincere a vestire di rossonero il brasiliano Zico.

    Quando la strada per arrivare al 'Galinho' si chiuderà, ripiegheranno su un attaccante scozzese guerriero delle aree di rigore: Joe Jordan, detto 'Lo Squalo' per un'incidente di gioco riportato da giovane alla dentatura. Con lui arriva anche Adelio Moro, raffinato centrocampista offensivo rinato ad Ascoli ma ormai nella fase calante della sua carriera.

    La squadra è composta da diversi reduci dello 'Scudetto della stella' del 1978/79, ma molti di quei giocatori hanno la pancia piena e si dimostrano svogliati. In più l'uomo che avrebbe dovuto fare la differenza sotto porta, Jordan, palesa difficoltà di ambientamento.

    Dalle stelle alle stalle il passo è breve, e, complice un misterioso virus (che poi si rivelerà essere un raro virus del sangue) che terrà lontano dalla squadra Franco Baresi per tre mesi e mezzo, i rossoneri di Radice precipitano nei bassifondi della classifica di Serie A.

    Il tecnico prova a risvegliare la squadra con il pugno di ferro ma ottiene soltanto un'accentuata abulia dei suoi interpreti più importanti. Alle sconfitte con Juventus e Inter si aggiungono quelle pesanti con Catanzaro, Ascoli, Avellino e Torino.

    Al termine del girone d'andata, il 17 gennaio 1992, la classifica in coda recita: Ascoli, Cagliari, Torino e Udinese punti 13, poi, agli ultimi tre posti, Bologna e Milan con 12 punti, Cesena con 11 e Como con 8. Intanto il 19 gennaio la società è ceduta dal proprietario Colombo all'ex numero uno del Lanerossi Vicenza, Giussy Farina, che diventa nuovo presidente al posto di Gaetano Morazzoni.

    Dopo la sconfitta con l'Udinese il 24 gennaio 1982, Radice, ormai ai ferri corti con la squadra, viene esonerato. Al suo posto la società promuove il tecnico della Primavera Italo Galbiati, che a marzo sarà affiancato per alcune gare da Francesco Zagatti.

    Senza Baresi i rossoneri fanno solo 8 punti in 12 gare. Con il rientro del libero dopo 4 mesi, riprendono a marciare ma continuano a balbettare (k.o. con Fiorentina e Juventus, pareggio interno col Napoli) e la classifica piange. I lombardi hanno 13 punti e occupano il penultimo posto a 4 lunghezze di ritardo dalla zona salvezza.

    La vittoria sul Bologna è illusoria, perché dueulteriori k.o. con Catanzaro e Como peggiorano la situazione. La reazione rossonera è tardiva e arriva solo dopo un'altra sconfitta interna con la Roma. Senza Jordan, out per un mese e mezzo, i rossoneri danno timidi segnali di ripresa, battendo in rimonta Genoa e Avellino e pareggiando in trasferta a Cagliari e in casa col Torino.

    Intanto mercoledì 12 maggioil Milan di Galbiati conquista la Mitropa Cup, battendo i cecoslovacchi del Vitkovice trascinato dal redivivo Jordan, rientrato dall'infortunio. Ma i rossoneri alla vigilia dell'ultima giornata di Serie A, che di disputa il 16 maggio 1982, hanno una sola certezza: quella che la loro sorte non dipenderà soltanto da loro.

  • Pubblicità
  • FINALE THRILLING NELLA ZONA BASSA DELLA CLASSIFICA

    La classifica prima dell'ultima giornata è quanto mai ingarbugliata. A parte il Como, già retrocesso e ultimo con 16 punti, il Milan è penultimo a quota 22, il Bologna terzultimo a 23 e Cagliari e Genoa occupano il quartultimo posto in coabitazione a quota 24.

    Visti gli incroci, e considerato che retrocedono in Serie B tre squadre, i rossoneri si salvano se:

    • battono il Cesena, già matematicamente certo della permanenza in Serie A;
    • il Bologna non vince al Del Duca contro l'Ascoli, già certo della salvezza;
    • una fra Cagliari (impegnato in casa con la Fiorentina) e Genoa (impegnato in trasferta con il Napoli, già matematicamente in Coppa UEFA) perde.
  • Pubblicità
    Pubblicità
  • IL GOAL DI FACCENDA CHE CONDANNA IL MILAN ALLA B

    Gli ultimi 90 minuti al cardiopalma della Serie A 1981/82 iniziano dando un colpo al cuore alle speranze dei tifosi rossoneri: il Genoa si porta in vantaggio al 3' sul Napoli con un bel colpo di testa di Briaschi su angolo dalla destra di Iachini, poi al 12' anche al Del Duca il risultato si sblocca con il vantaggio esterno del Bologna con Mozzini.

    Nel frattempo il Milan, costretto a vincere, porta solo timidi attacchi dalle parti di Recchi, che ha gioco facile nel gestire i pochi palloni che arrivano dalle sue parti. La situazione si complica ulteriormente quando, al 42', Oliviero Garlini intercetta una palla vagante dalle parti di Piotti e lo trafigge. 1-0 per il Cesena e squadre che vanno a riposo allo Stadio La Fiorita in una situazione quasi da coma irreversibile per il Diavolo.

    Le disgrazie, per il Milan, sembrano non finire quando al 63' Piraccini, futuro interista, batte nuovamente Piotti. Sembra la fine di ogni speranza per i lombardi, quando dal San Paolo un improvviso uno-due del Napoli di Marchesi contro il Genoa riaccende una flebile fiammella.

    Prima al 56' Palanca, servito da Guidetti, con un geniale colpo di tacco smarca al tiro Criscimanni, che dal cuore dell'area trafigge il portiere genoano Martina, poi al 62' l'estremo difensore può solo deviare una staffilata centrale di Pellegrini, e sulla ribattuta Musella è lesto a insaccare nella porta sguarnita, completando la rimonta.

    Anche ad Ascoli le cose si mettono bene per il Diavolo, con Torrisi che firma l'1-1, e Jordan accorcia le distanze a Cesena: 2-1. Al 72' Ciccio Romano, con un missile da fuori area, trafigge Recchi: 2-2 fra Cesena e Milan.

    Improvvisamente la salvezza appare lì, alla portata. Quando mancano 9 minuti al 90', Antonelli, uno dei giocatori più deludenti della stagione rossonera, all'improvviso parte in dribbling fra gli avversari, e da posizione quasi impossibile, molto defilata, trova l'unico pertugio possibile: 2-3 a Cesena, i tifosi del Milan ci credono.

    Enrico Ameri, che segue per 'Tutto il Calcio minuto per minuto' la sfida del La Fiorita, chiede la linea, Bortoluzzi dallo studio precisa che quel goal di Antonelli salva virtualmente il Milan. Intanto ad Ascoli il goal di Greco al 90' condanna il Bologna ad un k.o. che valeva per la prima volta la Serie B, mentre a Cagliari l'arbitro Mattei annulla un goal a Ciccio Graziani: lo 0-0 finalesalva i sardi e fa perdere lo Scudetto ai viola a vantaggio della Juventus.

    Manca soltanto il finale del San Paolo perché il puzzle sia completo: la partita è ripresa infatti in ritardo nel secondo tempo per il lancio di fumogeni da parte dei tifosi. Il Genoa si riversa all'attacco, ma sembra non avere più le energie.

    Invece all'85' accade l'impensabile: Castellini, uno dei portieri più esperti del massimo campionato, in un goffo tentativo di rinvio con le mani regala un calcio d'angolo al Grifone. Si incarica della battuta il solito Iachini, sponda di testa di Russo e il barbuto stopper Faccenda, che è appena entrato in campo al posto di Gorin II, ed è lasciato colpevolmente libero dai difensori avversari, sotto misura colpisce al volo e batte Castellini: 2-2.

    Sugli spalti dello Stadio di Cesena, dove i tifosi del Milan sono incollati alla radiolina, cala all'improvviso il gelo. Al San Paolo, invece, dopo il fischio finale di Agnolin, napoletani (già certi della partecipazione alla Coppa UEFA) e genoani festeggiano assieme, suggellando quello che diventerà uno storico gemellaggio.

    La classifica finale della Serie A 1981/82 recita: Cagliari e Genoa salvi con 25 punti, Milan terzultimo con 24, e Bologna penultimo con 23 retrocessi in Serie B. Intantoil goal di Faccenda aveva fatto esplodere i tifosi interisti ad Avellino, che avevano esultato come avessero vinto un trofeo.

    "Dopo quella a pagamento, ecco la retrocessione gratis del Milan", sentenzia beffardo il vicepresidente nerazzurro, l'Avvocato Peppino Prisco.

    Il Milan per la prima e unica volta nella sua storia era condannato sul campo alla Serie B. Per tanti tifosi rossoneri quella domenica del 16 maggio 1982 resterà il giorno più doloroso. Anche se la permanenza fra i cadetti durerà nuovamente una sola stagione.

    "Ho ricordi nitidissimi: il corner di Iachini, Russo che di testa allunga la traiettoria, io che sbuco sul secondo palo colpendo al volo di interno destro e mettendo la palla tra il montante ed il portiere - racconterà Faccenda a 'La Repubblica' 40 anni dopo il suo goal' -. E certamente non ho dimenticato che il calcio d’angolo fu propiziato da un rinvio sbagliato di Castellini, il portiere del Napoli. La palla gli scivolò dalle mani e invece che in avanti finì così in calcio d’angolo".
    "Quel goal fu molto chiacchierato, ma vi posso assicurare che fu di un grandissimo indice di difficoltà. Ancora adesso faccio fatica a capire come ho fatto a metterla proprio lì, trovando il pertugio giusto".