Quando pensi al Salento, pensi a mare, divertimento, buon cibo, storia e cultura unita ad ospitalità. Ma la magia del Salento sa risiedere anche nel calcio: lo dimostra il Lecce attuale, capace di tenersi a distanza dalla zona calda giocando a pallone, così come lo hanno dimostrato - seppur nel caos più totale e tra mille problemi - a Gallipoli.
GOALPROMOZIONE CON TUFFO A MARE
Giallorosso chiama giallorosso, sole e passione che si intrecciano, ma con destini diversi. Il Gallipoli del patron Vincenzo Barba nel 2009 tocca il cielo con un dito, coronando il sogno di approdare per la prima volta nella storia in Serie B. Vinta la finale playoff col Marcianise, i salentini festeggiano con un tuffo a mare l'incredibile promozione in cadetteria impreziosendo la rapida ascesa dall'Eccellenza compiuta nel giro di 6 anni.
Barba non sta nella pelle, il 'Principe' Giuseppe Giannini - l'uomo seduto in panchina capace di far sognare l'intera cittadina - è pronto a dare continuità al progetto.
"Datemi il tempo di consolidare il Gallipoli in B, poi chissà, un giorno potremo parlare di Serie A", commenterà estasiato il presidente nel pieno delle celebrazioni.
Getty ImagesDALLA GIOIA ALLE INCERTEZZE
Proclami ed ambizioni si sprecano, peccato che la realtà regali scenari diametralmente opposti. Il salto di categoria fa trovare impreparata la società, che tra carenze economiche e lo stadio 'Antonio Bianco' non idoneo per ospitare partite di seconda serie, va in apnea totale.
Cominciano gli appelli per aiutare il Gallipoli a reperire fondi e sponsor, così come le contestazioni dei tifosi, che si offrono addirittura di acquistare il club all'insegna di un romantico atto d'amore: gli eventi si susseguono, l'incertezza resta e la nuova stagione ormai è alle porte.
Un mercato fantasma causa enormi intoppi a Giannini, che con poche pedine della rosa precedente (come Mounard e Ciro Ginestra) e qualche Primavera si presenta ai nastri del 2009/2010 impossibilitato a proporre una formazione all'altezza. Ne consegue che i giallorossi, nel debutto ufficiale in Coppa Italia contro il Lumezzane, siano imbottiti di giovani e vengano travolti 6-0.
Senza una casa - col 'Via del Mare' di Lecce che diventerà lo stadio ad interim del Gallipoli per poter disputare il campionato di B - e senza garanzie immediate e future, i salentini vedono pian piano il sogno trasformarsi in incubo.
"Tra mille difficoltà di ogni tipo, la squadra ha tirato fuori orgoglio e personalità, salvarsi non sarà facile, ma lotteremo fino alla fine".
E' il ruggito di Giannini dopo l'1-1 strappato ad Ascoli nella gara d'esordio in campionato: una prova gagliarda che dà un calcio ai problemi e sembra lasciar intravedere un bagliore, sia tecnico che societario. Sì, perché intanto Barba ha ceduto le quote di maggioranza del club all'imprenditore Daniele D'Odorico ed in fretta e furia la rosa è stata integrata: Abbate, Daino, Grandoni e Pianu in difesa, Scaglia e D'Aversa per il centrocampo, l'ex Inter Eliakwu e Di Carmine in attacco. Sono solo alcuni dei nomi approdati in Puglia in extremis per consentire al 'Principe' di presentare un Gallipoli quantomeno accettabile.
In mezzo ad una sfilza di pareggi e a qualche passo falso, in avvio di stagione i giallorossi inanellano anche vittorie (la prima in casa è l'1-0 all'Ancona alla 6ª giornata, mentre in trasferta ghiaccio rotto a Brescia alla 9ª) che tengono accesa la fiammella della salvezza: la confusione però regna e restare in B, con questi chiari di luna, appare una missione fantascientifica.
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Getty ImagesLA CLAMOROSA PROTESTA
Il punto più basso dell'annata - che nel frattempo ha visto un mercato di gennaio caratterizzato da addii pesanti come quelli dei bomber Di Gennaro e Ginestra e da nuovi acquisti, tra cui l'ex romanista Della Penna e lo scuola Juve Rey Volpato - si registra l'8 febbraio 2010, quando al 'Via del Mare' arriva il Grosseto. Subito dopo il calcio d'inizio i calciatori del Gallipoli restano immobili per circa 40 secondi, dando le spalle alla tribuna e regalando palla agli avversari, che senza infierire se la passano tra loro.
Un segnale forte rivolto alla dirigenza, reso ancor più energico dalla maglia con la scritta 'Capisci' mostrata da capitan Scaglia dopo il goal del provvisorio 2-0. A fine match, Giannini si dimette in virtù dei forti dissapori con D'Odorico.
"Alcuni giocatori sono stati pagati per 18 giorni di lavoro ad agosto, tutto settembre e parte di ottobre, altri no e non mi sembra giusto - dichiarerà a 'Sky' - La verità è che questa squadra ha un cuore immenso, come la città".
Getty ImagesRETROCESSIONE E FALLIMENTO
Il 'Principe', poi, però torna sui propri passi e resta al timone del Gallipoli per qualche altra giornata: dopo una clamorosa vittoria in casa del Sassuolo e fragorose sconfitte - vedi lo 0-5 interno col Vicenza - in primavera il tecnico capitolino dice definitivamente addio.
"Oggi, 22 marzo 2010, il sottoscritto, Giuseppe Giannini, il mio secondo, Roberto Corti, il preparatore dei portieri, Fabrizio Carafa e il preparatore atletico Franco Mandarino, abbiamo rassegnato le dimissioni irrevocabili dagli incarichi tecnici che ricoprivamo nella società del Gallipoli Calcio".
Al suo posto si succedono l'allenatore della Primavera De Pasquale ed Ezio Rossi, che traghettano una squadra allo sbaraglio verso un desolante penultimo posto con retrocessione in Serie C.
Tra accuse reciproche e vicende extra-campo, in estate la favola Gallipoli viene ridotta ad un mucchio di sabbia: il club fallisce e riparte dalla Promozione, azzerando la strepitosa scalata dal Dilettantismo alla B. Oggi i giallorossi - denominati Gallipoli Football 1909 - militano nel campionato di Eccellenza pugliese e veleggiano a metà classifica.
Guardando a 14 anni fa, quel mare in tempesta di emozioni ne ha lasciate. Nel bene e nel male.
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