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Densità e talento: come il Como di Fabregas sogna la Serie A

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31 punti in 16 giornate, la zona promozione letteralmente a un passo. Il Como di Francesc Fàbregas Soler, detto Cesc, sta letteralmente volando in Serie B.

I lariani sono terzi in classifica, a -3 dal Parma capolista e -2 dal Venezia secondo. Un rendimento che si è impennato con l’arrivo dell’ex centrocampista in panchina: 10 punti in 4 panchine con il classe 1987 di Arenys de Mar in panchina.

«Da tre mesi faccio l'allenatore, ho le idee chiare e voglio fare un gioco diverso» ha spiegato a Sky nel pre-partita di Como-Modena domenica, partita poi vinta 2-1 da Cutrone e soci.

E man mano che passano le partite, più si evince come l’identità del Fabregas allenatore, nonostante la sua carriera sia appena iniziata, sia già abbastanza profilata.



  • LE PERPLESSITÀ INIZIALI

    Prima di tutto, comunque, occorre fare un passo indietro. Perchè Cesc in panchina è stato accolto quasi con scetticismo dal mondo Serie B.

    Non tanto nei suoi confronti, quanto nelle modalità di arrivo. Riavvolgiamo il nastro: è il 12 novembre, day-after per I lombardi della vittoria di Ascoli. È un buon momento per gli azzurri, quinti in classifica e reduci da 7 punti nelle ultime 3 uscite.

    Eppure qualcosa si rompe fra l’allenatore Moreno Longo e la società, la cui proprietà è indonesiana e la cui amministrazione è in capo all'ex centrocampista e proprietario del Chelsea Dennis Wise. Scatta l’esonero: per la sua sostituzione, il Como sceglie di promuovere Fabregas, già mister della Primavera a pochi mesi dal suo ritiro dal calcio giocato.

    La notizia fa il giro del mondo, non senza qualche perplessità soprattutto legata all’allontanamento di Longo nonostante i risultati buoni fin lì raggiunti.

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    RENDIMENTO TOP

    Eppure il novizio Cesc, nel suo primo mese in panchina, sta dando ragione a chi lo ha promosso.

    All’esordio supera la Feralpisalò, per poi pareggiare nel derby con il Lecco di pochi giorni dopo. Successivamente altre due vittorie: la prima esterna a Bolzano, contro il Südtirol, poi nel big match contro il Modena.

    Quattro partite, dieci punti, cinque goal fatti e due subiti. I numeri parlano di un impatto assolutamente positivo, con una media punti (oggi 2,5) salita in maniera palpabile.

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    COME GIOCA IL COMO DI FABREGAS

    Partiamo dal modulo e da un assunto: 4-2-3-1 e giocatori brevilinei e talentuosi. Fabregas, che ha sottolineato come questa non sia ancora la “sua” squadra, ha affidato gran parte del suo Como a Simone Verdi.

    Estro e fantasia, in una coppia mordace con il comasco Patrick Cutrone, capocannoniere interno del Como con 5 reti.

    La fisicità di Alberto Cerri (194 centimetri utilizzati in soli 5 minuti nelle quattro partite di Fabregas) al momento è un’arma non utilizzata, con Cesc che ha già dimostrato di attenersi a quella filosofia tutta catalana che privilegia il nove non propriamente vero.

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    MIS-MATCH E QUALITÀ

    Le peculiarità del gioco del Como non si limitano alle qualità fisiche della prima punta. In questo primo sprazzo da allenatore, infatti, Fabregas sta mettendo in moto l’ambizione, che deflagra dal punto di vista tattico in un atteggiamento decisamente aggressivo.

    Basta osservare alcune azioni dei lombardi: una delle chiavi tattiche è la ricerca del mis-match a livello offensivo, con gli uno contro uno cercati negli ultimi 20-30 metri di campo.

    Un piano che porta il Como a spingere sull’acceleratore e a fidarsi del proprio talento, con una rosa comunque oggettivamente sopra la media per la Serie B.

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    DENSITÀ

    L’alternativa alle “coppie” offensive è altrettanto interessante, con Cesc che punta sulla densità:un Como che riempie l’area di rigore avversaria, con mischie che producono spesso e volentieri risultati ottimi, come in occasione del goal siglato da Gabrielloni nel finale della sfida vinta 2-1 sulla Feralpisalò.

  • PALLE INATTIVE E ULTIMI MINUTI

    Altro argomento tattico su cui Fabregas spinge sono i calcipiazzati. Il Como ha segnato, da quando l’ex Chelsea e Arsenal siede in panchina, due dei suoi cinque goal (quelli decisivi contro Modena e Südtirol) su palla in attiva, più uno su rigore.

    Una certificazione dell’importanza della densità offensiva di cui si parlava prima, sublimata nei calci d’angolo e di punizione.

    Tre di questi cinque goal, peraltro, sono arrivati ai minuti 72, 86 e 91: crederci sempre, dunque, per Fabregas e i suoi ragazzi è diventato un modo di vivere e aggredire fino all’ultimo secondo le partite.

    Del resto, comunque, lo spagnolo in carriera ha segnato 80 dei suoi 125 goal nei secondi tempi, più 2 nei supplementari, sintomo di una costanza di rendimento da calciatore che si tra tramutando in efficacia calcistica anche nel suo percorso da allenatore.

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  • Cutrone ComoGetty Images

    MIRINO SULLA A

    Il Como, insomma, sogna la Serie A, che manca da più di vent’anni. La concorrenza è agguerrita ma in riva al lago ci sono gli argomenti giusti per dire la propria, a partire dall’esperienza calcistica infinita di Fabregas, posta al servizio di una piazza che sta tornando a sognare.

    Le tre partite che separano gli azzurri dalla fine del 2023 permetteranno di capire quanto il sogno sia concreto e quanto il timone di Fabregas potrà essere interessante.

    Brescia, Palermo e Cosenza saggeranno ulteriormente il polso del neo allenatore spagnolo, che il mirino lo ha messo sulla promozione e non intende spostarlo.



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