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De Rossi GenoaGetty

De Rossi ritrova la Roma da tecnico del Genoa: prima volta da avversario per l'ex capitano giallorosso

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Non potrà essere una partita come tutte le altre, specie per chi la maglia giallorossa l'ha indossata per 18 anni prima di passare dall'altro lato della barricata: Roma-Genoa non sarà una gara normale per Daniele De Rossi.

Dal sudore profuso in campo ai dubbi della panchina, il classe 1983 ha vissuto entrambe le esperienze tra le fila del club giallorosso, qualcosa di più di una seconda pelle come mai nascosto dal diretto interessato.

Nel monday night del 17° turno di Serie A ci sarà spazio per emozioni forti sul prato verde dell'Olimpico, dove De Rossi tornerà per la prima volta dopo l'esonero di oltre un anno fa: un epilogo che, ancora oggi, fa malissimo. Non meno, però, della sensazione tutta nuova di dover lavorare per concorrere alla sconfitta della sua squadra del cuore.

  • 18 ANNI DI LOTTE A CENTROCAMPO

    La storia di De Rossi con la prima squadra della 'Lupa' inizia il 30 ottobre 2001, quando Fabio Capello gli concede l'esordio assoluto in un Roma-Anderlecht di Champions League al posto di Tomic a venti minuti dalla fine.

    Per l'allora appena diciottenne si realizza il sogno di debuttare con la squadra per cui fa il tifo dopo la trafila delle giovanili: quello che non sa, però, è che quel gettone europeo è soltanto l'inizio di una parentesi di vita lunghissima.

    Con la Roma De Rossi arriverà a collezionare 616 presenze (condite da 63 reti), dietro solo a Francesco Totti in questa speciale classifica. A differenza del 'Pupone', il centrocampista non riuscirà a portare a casa lo Scudetto ma due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.

    Il tutto in un totale di 18 stagioni, con la separazione al termine del 2018/19 a sancire la fine dell'avventura capitolina ma non della carriera: De Rossi appenderà gli scarpini al chiodo solo dopo alcuni mesi, trascorsi in Argentina con la maglia del Boca Juniors.

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  • LA PARENTESI DA TECNICO

    Da centrocampista e capitano ad allenatore: la grande chance in tal senso arriva a gennaio 2024, quando la Roma sceglie De Rossi in sostituzione dell'esonerato José Mourinho.

    Una decisione che, almeno inizialmente, raccoglie tanto scetticismo: De Rossi è infatti reduce dalla prima esperienza in panchina con la SPAL in Serie B, chiusa con sole tre vittorie in un totale di diciassette partite. Non proprio il biglietto da visita ideale, insomma.

    Ben presto, però, 'Capitan Futuro' cancella ogni dubbio sul proprio conto contribuendo alla risalita in classifica della Roma che, per poco, non centra l'approdo alla finale della seconda Europa League consecutiva.

    De Rossi si guadagna la conferma per la stagione seguente, che purtroppo per lui dura pochissimo: l'esonero arriva dopo un Genoa-Roma (sì, sempre il 'Grifone' nel mezzo) della quarta giornata, con la 'Lupa' a secco di vittorie e a pochi mesi dal rinnovo del contratto.

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  • UNA FERITA ANCORA APERTA

    L'esonero alla Roma è una pagina ancora oggi dura da affrontare per De Rossi che, nell'intervista concessa a 'DAZN', ha rivelato di aver avuto un rapporto non idilliaco con l'amministratrice delegata del tempo, Lina Souloukou.

    "Alla Spal con un dirigente abbiamo chiarito, lo sento ancora adesso, a Roma ho avuto problemi con l'Ad, niente di clamoroso ma comunque problemi: non voglio che passi il concetto che io ho problemi con i dirigenti, non è così. Alla Spal parlai di quanto io non fossi contento del mercato e di qualche dinamica in conferenza, il presidente si arrabbiò, era Joe Tacopina, avevamo un rapporto diretto e familiare e lui mi disse: ‘Chi ti ha detto che puoi dire la verità?’. Lì ho capito tante cose".

    Un epilogo che, dal punto di vista di De Rossi, non si sarebbe dovuto verificare in quel determinato frangente.

    “A vederla adesso un po' mi dispiace quello che è successo, hanno avuto l'exploit che io avevo predetto. Io avevo un piano chiaro: primo anno si costruisce, secondo si cresce, terzo si lotta per lo scudetto. Non eravamo proprio pazzi a puntare su questo gruppo che secondo me è molto forte. I presidenti pendevano dalle mie labbra, a livello calcistico ho sempre avuto ampia libertà, si fidavano, hanno iniziato a chiedermi le cose prima di confermarmi per i successivi tre anni. Poi si sono un po' incrinate le cose e mi spiace, ma quello che è successo io e il mio staff non lo meritavamo".

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  • PRIMA VOLTA DA AVVERSARIO

    Al netto di qualche rimpianto di troppo, il presente per De Rossi si chiama Genoa: focus totale sul bene della società ligure, risollevata in classifica dopo un avvio disastroso.

    Anche se l'avversaria si chiama Roma, l'ex centrocampista non farà nessuno sconto in una veste del tutto nuova e che forse poco (o nulla) gli si addice): quella di chi ora si trova dall'altra parte e farà di tutto per provare a strappare un risultato positivo.

    "La sfida contro la Roma sarà particolare, sono curioso. Ho sempre desiderato - ha aggiunto a 'DAZN' - tutti i giorni della mia vita che la Roma vincesse, questa è la cosa che mi fa più ridere, per una settimana dovrò lavorare per farla perdere”.

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