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Balotelli Euro 2012

Dalla gloria alle lacrime: Mario Balotelli, icona di Euro 2012

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Il 2012 sembra davvero l’anno della consacrazione: Mario Balotelli arriva agli Europei dopo aver messo la firma sul leggendario trionfo in Premier League, all’ultimo respiro, dei Citizens, con l’assist per il goal decisivo del Kun Aguero e un bottino di 13 goal in 23 presenze in campionato.

Nelle idee del ct azzurro Cesare Prandelli SuperMario è la punta di diamante della Nazionale, chiamata a riscattare in Polonia e Ucraina il fallimento del Mondiale 2010; il suo partner in crime un altro genio sregolato come Antonio Cassano. Una coppia d’assi da all-in, che promette spettacolo ma al tempo stesso non garantisce certezze: esplodere o implodere, non c’è altra strada.

  • Copertina Time Balotelli 2012

    LA COPERTINA DEL TIME

    Silvio Berlusconi e Mario Draghi, Gianni Agnelli e Luciano Pavoretti, Gina Lollobrigida e Sophia Loren, Giorgio Armani e Gianni Versace: sono alcuni dei personaggi di spicco della politica, dell’industria, della moda, dello spettacolo made in Italy che condividono l’onore di aver visto il loro volto campeggiare sulla copertina di ‘Time’, il più famoso news magazine del mondo. Una cerchia ristretta, che dal 2012 comprende anche Mario Balotelli, unico calciatore italiano finora ad aver ottenuto tale riconoscimento, eccezion fatta per la copertina dedicata nel 2006 alla vittoria dell’Italia agli Mondiali, con la coppa alzata al cielo di Berlino da capitan Cannavaro.

    “The meaning of Mario”, il titolo scelto per il viaggio di Balotelli tra calcio e razzismo. Una lunga intervista che amplifica lo status di superstar internazionale dell’allora ventiduenne attaccante del Manchester City, catapultato nell’elite del calcio mondiale da un Europeo vissuto da assoluto protagonista.

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  • L'INIZIO DIFFICILE

    I primi segnali non sono incoraggianti: sebbene l’1-1 al debutto contro la Spagna Campione d’Europa e del Mondo in carica sia un risultato più che soddisfacente, Balotelli e Cassano vengono entrambi sostituiti nel corso della ripresa e a sbloccare il risultato per gli azzurri è proprio il sostituto di Mario, Totò Di Natale, glaciale davanti a Casillas. Il copione si ripete, almeno in parte, pochi giorni dopo nel secondo match della fase a gironi, contro la Croazia: Balotelli ancora a secco, nervoso e sostituito dal campione dell’Udinese a metà secondo tempo.

    Due punti in due partite, il ‘derby’ con l’Irlanda di Trapattoni nell’ultima giornata è già da dentro o fuori per gli azzurri e per Prandelli è ora di prendere scelte importanti.

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  • L'ESULTANZA POLEMICA

    Il ct decide di cambiare modulo, passare dal 3-5-2 visto nelle prime due gare al 4-3-1-2 e di lasciare in panchina Balotelli, condizionato alla vigilia da un problema al ginocchio, per far spazio dall’inizio a Di Natale, invocato a furor di popolo.

    Cambiando l’ordine degli addendi stavolta cambia anche il prodotto finale: l’Italia batte 2-0 l’Irlanda e a firmare la qualificazione non è Di Natale ma proprio i due giocatori più discussi, Antonio Cassano, autore dell’1-0 nel primo tempo, e Mario Balotelli, separati in campo ma uniti nel destino.

    SuperMario entra al 75’, sembra nervoso ma al tempo stesso estremamente carico, e si prende la scena nel finale, mostrando entrambi i lati della sua luna. Dal goal realizzato, prendendo posizione in area su un gigante come O’Shea su calcio d’angolo e fulminando Given in rovesciata; all’esultanza polemica, placata dal provvidenziale intervento di Bonucci, accorso ad abbracciare Balotelli e a mettergli una mano davanti alla bocca.

    Ho pensato fosse meglio tappargli la bocca. Stava parlando in inglese, non ho capito cosa ha detto. Ma lui è fatto così, è un istintivo. Aveva tanta rabbia in corpo, l'ha sfogata. Soprattutto, l'ha sfogata con un goal”.

    La caccia al labiale partorisce un “figli di putt…” che per alcuni era indirizzato ai media (come da ricostruzione della sorella di Mario, Cristina) e per altri ai tifosi irlandesi, che avevano accolto l’ingresso in campo di Mario con i beceri ‘buuu’ che da sempre, comprensibilmente, rappresentano per Balo un nervo scoperto. Ululati zittiti in campo con i gesti ma soprattutto con i fatti, con un goal che riaccende la stella del numero 9 azzurro.

  • INFALLIBILE DAL DISCHETTO

    Ai quarti c’è l’Inghilterra e per Prandelli è tempo di tornare ad affidarsi alla coppia delle meraviglie Balotelli-Cassano. E’ una gara tosta, equilibrata, una partita a scacchi in cui nessuno vuole sbagliare la prima mossa. FantAntonio, come suo solito, arretra molto per cercare palloni giocabili e Mario si ritrovare a lottare praticamente da solo contro tutta la difesa inglese, duellando con Terry e Lescott e lavorando con grande dedizione anche senza palla. L’epilogo è inevitabile: si va ai calci di rigore e il primo a presentarsi sul dischetto è proprio Balotelli. Nessuna esitazione per quello che è uno dei migliori specialisti al mondo: classica rincorsa con esitazione e pallone all’angolino, dove Hart non può arrivare. E’ l’inizio di una serie che vede poi protagonisti Buffon, che para il tiro di Ashley Cole, ma soprattutto Andrea Pirlo, il cui ‘cucchiaio’, elegante e irriverente, resta tutt’oggi uno dei rigori più belli della storia degli Europei.

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  • Balotelli Euro 2012Getty

    LA DOPPIETTA DA SOGNO

    l 28 giugno 2012 l’Italia si ritrova così ad affrontare nuovamente in semifinale la Germania, sei anni dopo l’epica sfida di Dortmund. Da Neuer a Lahm, da Ozil a Kroos, da Schweinsteiger a Mario Gomez e Podolski: la Nazionale di Low, reduce dal 3° posto al Mondiale 2010 e da un filotto di 4 vittorie in altrettante partite tra fase a gironi e quarti di finale, sembra a rigor di logica la favorita d’obbligo. Una corazzata che viene però spazzata via in mezzora da un tornado che si abbatte su Varsavia e che risponde al nome di Mario Balotelli.

    Non poteva che essere il suo ‘Robin’, Cassano, a confezionare il goal dell’1-0 al 20’: FantAntonio danza al limite dell’area superando Ozil ed eludendo il raddoppio di Boateng, prima di dipingere col sinistro un arcobaleno che Balotelli trasforma nel vantaggio azzurro sovrastando Badstuber con un perentorio colpo di testa.

    L’apoteosi viene raggiunta però dieci minuti dopo: lancio di Montolivo da centrocampo, SuperMario elude la trappola del fuorigioco, scappa via a Lahm e dai sedici metri lascia partire una staffilata che incenerisce Neuer. L’esultanza stavolta non è polemica, bensì estremamente iconica: Mario si sfila la maglia e mostra i muscoli, mettendosi in posa col suo fisico statuario, mai come in quella sera sinonimo di onnipotenza. Un’immagine cult, che domina sulle copertine dei giornali e sulla homepage dei siti di mezzo mondo (celebre il titolo del ‘Pais’ “L’incedibile Hulk azzurro”) e finirà col diventare anche una pedina ‘limited edition’ del Subbuteo.

    Una partita che va dritta nella storia sportiva del paese, una doppietta da sogno, che trasforma Balotelli repentinamente in una sorta di eroe nazional-popolare, l’uomo che insieme all’altro SuperMario del momento (il premier Monti) ha steso la Germania e la Merkel. Da talento bizzoso a stella polare della Nazionale che, dopo due cicli di amari calici, sogna di tornare a brindare alla vittoria di un trofeo. La cresta da mohicano, sfoggiata dal 9 azzurro, è l’acconciatura (estrema) più richiesta dai ragazzini di tutta Italia e non solo.

  • L'INTERESSE DELLA JUVE

    Di lui si parla, ovviamente, anche in chiave mercato: non c’è big italiana che non sogni di riportare il figliol prodigo in patria, dalla Juventus, di cui si parla insistentemente durante gli Europei, al Milan, mentre all’Inter iniziano a temere di aver commesso un imperdonabile errore nel lasciar partire Balo nel 2010. Anche all’estero non mancano i corteggiatori: dal PSG, che si appresta a dominare il mercato europeo, al Real Madrid di Mourinho, il nome di Balotelli è tra i più chiacchierati. Mancini, padre calcistico di Mario, è però irremovibile: da Manchester non si muove a nessuna cifra.

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  • Balotelli Euro 2012Getty

    LE LACRIME DI SUPERMARIO

    L’appuntamento con la gloria si trasforma però in quella che resterà la più cocente delusione della sua carriera. In finale l’Italia, evidentemente ormai a corto di benzina, viene annichilita a Kiev dai maestri del palleggio della Spagna, in una gara dominata in lungo e in largo dalla Nazionale di Del Bosque.

    Un crollo fotografato dalle lacrime inconsolabili di Mario, che al fischio finale scappa negli spogliatoi (motivo poi di una presunta accesa discussione con Buffon nel post-partita) ma poi ritorna in campo a condividere la delusione con i propri compagni. Seduto sul prato, con lo sguardo nel vuoto, il cuore infranto e l’amarezza di essere arrivato a un passo dalla storia. Sarà Prandelli a consolarlo, inginocchiandosi davanti a lui con fare paterno.

    “Gli ho detto che queste sono esperienze da vivere nel modo giusto, perché bisogna accettare anche le sconfitte e la bravura degli avversari. È una forza che gli potrà servire nelle prossime partite: è anche questo il fascino del nostro sport”.

    Sarà questa l’ultima immagine di un Europeo che per Balotelli è stato come una folle corsa sulle montagne russe, una girandola di emozioni e sentimenti contrastanti. Un’esaltante, indimenticabile, tremendamente crudele illusione.