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Steve Finnan GFX

Dal trionfo di Istanbul contro il Milan, alla vendita dei suoi cimeli: la storia di Steve Finnan

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“Io l’apprendistato l’ho dovuto fare tre o quattro volte. Non scherzo”.

Steve Finnan è l’unico calciatore della storia ad aver giocato nella Football Conference, in tutte e quattro le serie del calcio professionistico inglese, in Intertoto, in Coppa UEFA, in Champions League e ad aver anche preso parte ad un Campionato del Mondo.

Ha dovuto salire ogni singolo gradino della scala del calcio per arrivare ai livelli più alti e lo ha fatto sapendo che, a differenza di molti dei compagni di squadra con i quali ha condiviso lo spogliatoio, e molti degli avversari che ha affrontato in campo, non è nato con le stigmate del ‘predestinato’.

La scalata che lo ha portato al successo è stata così dura che all’età di diciotto ha anche pensato di mollare tutto per dedicarsi alla professione di muratore. Scoraggiarsi, quando la società nella quale sei cresciuto, ovvero il Wimbledon, ti dice che non è il caso di puntare su di te è normale, così come lo è abbandonarsi ai peggiori pensieri quando una lunga serie di provini per entrare in squadre non professionistiche sono andati male.

“La mia condizione era molto diversa da quella di molti altri calciatori - ha spiegato nel 2015 al sito ufficiale del Liverpool - Quando ero un ragazzino venni rifiutato da diverse squadre, compresi Wimbledon e Crystal Palace, ma tutto quello che volevo era giocare a calcio. Ho dovuto sostenere tanti provini per squadre non professionistiche per arrivare dove sono arrivato. La mia è stata una carriera diversa dalle altre”.

Quella di Finnan è una storia intrisa di forza di volontà e di caparbietà. E’ la storia di un calciatore che ha dato tutto per sfruttare ogni singola occasione che gli è stata concessa. Partito da Limerick, in Irlanda, si è spinto fin dove nessuno pensava che potesse arrivare e lo ha fatto indossando, una dopo l’altra, le maglie di Welling United, Birmingham City, Notts County e Fulham, prima di guadagnarsi l’occasione della vita: la chiamata del Liverpool.

Quello che nel 2003 viene scelto dai Reds per garantirsi un’alternativa sulla fascia destra, è un ragazzo che ha già compiuto ventisette anni, che ha esordito in Premier League solo due stagioni prima e che, ma questo nessuno può ancora saperlo, è destinato a guadagnarsi un posto nella storia nel club.

  • Steve Finnan Liverpool 2005Getty Images

    L’’AVVERTIMENTO’ DI CARRAGHER

    Quando il Liverpool decide di investire quasi quattro milioni di sterline per far suo Finnan, il titolare inamovibile a destra è Jamie Carragher, un difensore che al termine della sua carriera verrà poi ricordato come una delle più grandi leggende dell’intera storia del club.

    Sulla carta le gerarchie sono definite ma Carragher, che Finnan l’ha sfidato sul campo nei due anni precedenti, sa che l’irlandese non va sottovalutato. E’ arrivato tardi nel calcio che conta, ma al Fulham ha dimostrato di essere tremendamente forte. Non è uno di quei giocatori che spaccano le partite, ma è costante, non sbaglia mai nulla, è tutto ciò che un allenatore vorrebbe avere nella sua squadra: una garanzia.

    “Si è inserito bene e gioca nella mia stessa posizione - spiegherà Carragher poco dopo l’arrivo di Finnan al Liverpool - E’ inutile tenere il broncio, non c’è molto che si possa fare, se non cercare di impressionare l’allenatore in allenamento e in partita. L’alternativa è scoprire l’indirizzo di Finnan e mandare i ragazzi in giro!”.

    Quella di Carragher è solo una battuta, ma effettivamente si ritroverà a fare i conti con un compagno di squadra che, nel giro di pochissimo tempo, diventerà il padrone dell’out di destra. Finnan scala le gerarchie nelle preferenze di Gerard Houllier e sarà, a partire dalla stagione successiva, uno degli ‘intoccabili’ di Rafa Benitez.

    Di fatto, colui che era stato scelto dai Reds per essere un’alternativa, costringerà Carragher, che fa della duttilità uno dei suoi punti di forza, a cambiare posizione in campo. Verrà spostato al centro della difesa e, a carriera terminata, renderà l’’onore delle armi’ all’irlandese definendolo il più forte terzino con il quale abbia mai giocato.

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  • Liverpool Champions League final 2005Getty

    L’INFORTUNIO CHE HA CAMBIATO LA FINALE ISTANBUL

    Quella del 25 maggio 2005 è una data che i tifosi del Milan e del Liverpool, per motivi ovviamente molto diversi, non potranno mai dimenticare. Quel giorno è infatti andata in scena quella che è da molti considerata la finale più drammatica dell’intera storia della Champions League.

    Nel giro di poche ore, il Milan ha provato prima l’ebbrezza del sentirsi in paradiso per sprofondare all’inferno, mentre il Liverpool ha compiuto il percorso opposto.

    Finnan quella finale l’ha giocata da titolare, ma ha vissuto da protagonista solo la parte più dolorosa per i Reds: il primo tempo.

    E’ lui l’esterno destro di una linea a quattro che per 45’ viene letteralmente travolta dai rossoneri di Carlo Ancelotti. Segnano prima Maldini e poi due volte Crespo e, quando il direttore di gara Mejuto González fischia la fine della prima frazione, non c’è praticamente nessuno (o quasi), che pensa che il Liverpool possa rimontare da uno svantaggio di 3-0.

    Il Milan ha più esperienza, è più forte e sta giocando una partita perfetta, ma il destino ha già stabilito che, per una volta almeno, l’impossibile debba diventare possibile.

    Rafa Benitez torna negli spogliatoi pensando ad una mossa ‘estrema’. Decide di ridisegnare completamente il Liverpool togliendo Traoré e passando ad una difesa a tre con Finnan centrale al fianco di Carragher ed Hyypia.

    Ormai è tutto pronto per il cambio, fuori il terzino sinistro e dentro Hamann che è una mezzala ma, guardandosi intorno, il tecnico spagnolo si rende conto che sta succedendo qualcosa.

    “Vedo il fisioterapista che sta lavorando su Finnan - ha svelato anni dopo al ‘Times’ - e gli chiedo cosa stesse accadendo. Avevamo già perso Kewell per infortunio dopo 20’ ed avevo Hamann pronto ad entrare. Il fisioterapista mi dice ‘Non credo che Finnan possa giocare altri 45’, devi sostituirlo’. Finnan lo guarda come se volesse ucciderlo, ma richiamo Traoré che stava andando a fare la doccia e a farla ci va lui”.

    L’esterno irlandese ha impiegato una vita intera per arrivare a giocare una partita del genere e dopo appena 45’, e con la sua squadra sotto di tre reti, è costretto ad arrendersi.

    “Dico sempre che in quel momento è cambiata la partita - ha raccontato Finnan al ‘Liverpool Echo’ - Se non mi fossi infortunato non avremmo vinto la Champions League. Quell’infortunio è stata la cosa migliore che sia mai capitata al Liverpool nella sua storia. Non ero contento in quel momento, ma Rafa ha preso la decisione giusta ed ha ridisegnato la squadra. Hamann poi si rivelerà fondamentale per la rimonta”.

    Il Liverpool che torna in campo nel secondo tempo è diverso nella forma e nella sostanza. I Reds si scatenano e mettono alle corde un Milan frastornato e, dopo un’impensabile rimonta, si impongono ai calci di rigore.

    “Mi sono perso tutti e tre i nostri goal, ma capivo cosa stava accadendo. Potevo intuirlo dall’urlo dei tifosi. E’ stato surreale, quando sono uscito dagli spogliatoi eravamo sul 3-3, mentre solo pochi minuti prima temevo che potessimo prendere altre due o tre reti. E’ stata la più bella serata della mia carriera”.

    La più bella serata della carriera di Finnan è coincisa con quello che da allora (e per sempre) verrà ricordato a Liverpool come ‘Miracle of Istanbul’.

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  • Liverpool Champions League final 2005Getty

    #FINDSTEVEFINNAN

    Finnan resterà al Liverpool fino all’estate del 2008 quando, ad appena due giorni dalla chiusura della finestra di calciomercato, gli verrà comunicato che non rientra più nei piani della società.

    Nessuno si aspettava che la sua avventura con i Reds potesse finire in quel modo, nemmeno lo stesso giocatore che si ritrova ad avere pochissimo tempo a disposizione per decidere da dove ripartire.

    “E’ stato un epilogo strano ed è stato un peccato. C’era Albert Riera che stava arrivando dall’Espanyol e quindi sono stato inserito nell’affare. Con il senno di poi, mi sarei dovuto dare uno o due giorni in più per pensarci bene. Trasferitomi in Spagna mi sono subito infortunato e poi mi sono dovuto sottoporre a due operazioni. Non è andata bene ed è stato un peccato”.

    Finnan gioca appena quattro partite con la maglia dell’Espanyol addosso prima di fare ritorno in Inghilterra dove, nel 2010, annuncerà il suo ritiro dopo un’ultima stagione giocata con il Portsmouth.

    Da quel momento in poi di lui si perdono praticamente le tracce. Si allontana dal mondo del calcio e nel 2015 non si unisce agli ex compagni per la celebrazione del decennale del ‘Miracle of Istanbul’. Ci sono tutti e sono arrivati da ogni parte del mondo, tranne lui.

    Su Twitter viene lanciato l’hashtag #FindSteveFinnan ed inizia dunque un lungo lavoro ‘investigativo’ che vede impegnati tifosi, appassionati, giornalisti ed ex calciatori.

    “Posso confermare che sto bene e che sono al sicuro - dirà dopo essere stato rintracciato dal ‘Liverpool Echo’ - Mi hanno inoltrato il vostro articolo di ieri ed ho pensato che fosse divertente perché credo di essere una persona che può essere rintracciata facilmente. Al Liverpool hanno il mio numero, ma non essendo stato un evento organizzato dal club, deve esserci stata un po’ di confusione. Peccato, mi sarebbe piaciuto rivedere i miei compagni e i tifosi”.

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  • Liverpool 2005Getty

    I CIMELI ALL’ASTA

    Di Steve Finnan si tornerà a parlare solo nel 2020, quando una notizie farà il giro del mondo: è alle prese con seri problemi economici ed è costretto a vendere alcuni dei cimeli più importanti raccolti nel corso di una carriera intera.

    Si viene a sapere che si è trasferito dal 2015 a Londra per lavorare nel settore immobiliare, che la sua ‘Finnan Developments’ ha accumulato debiti per oltre quattro milioni di sterline e che è stata messa in liquidazione.

    Fra i cimeli affidati alla ‘Graham Budd Auctions’ ci sono la medaglia da vincitore della Champions League (che viene valutata tra le 12 e le 15mila sterline), la maglia indossata contro il Milan (tra le 2 e le 2.5mila sterline), una replica della Champions League del 2005 (valutata poco meno di 7mila sterline), un orologio che gli è stato donato dopo il trionfo di Istanbul (circa 20mila sterline) ed una lunga lista di magliette autografate e di medaglie messe in bacheca.

    Il finale forse più amaro per la storia di un giocatore che si è sudato ogni minimo riconoscimento partendo dalla periferia del calcio. Un terzino che si è spinto fino lì dove in pochi arrivano, nonostante nessuno gli avesse prospettato una carriera da campione.

    Ogni cimelio è la testimonianza di un’impresa, il segno tangibile di ciò che si è fatto e a Finnan non è rimasto altro che rinunciare ai suoi. Per fortuna ci sono poi i ricordi e le emozioni, cose queste che, qualsiasi cosa accada, restano per sempre di chi le ha vissute.

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