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Margaret ThatcherGetty

Cosa è il modello Thatcher e perché se ne parla in tema di violenza negli stadi

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Per alcuni è il ‘modello inglese’, per altri invece è più giusto parlare di ‘modello Thatcher’. Quello che è certo è che, ogni volta in cui il calcio italiano si ritrova costretto a fare i conti con episodi di violenza negli stadi, sono in molti ad indicare nelle misure adottate a partire dalla metà degli anni ’80 in Inghilterra, la strada da seguire per rendere gli impianti dei posti più sicuri nei quali poter seguire le partite senza il timore di potersi ritrovare al centro di episodi sgradevoli o, peggio ancora, pericolosi.

Nel corso degli anni c’è chi ha evidenziato le differenze tra i modelli di tifo italiani ed inglesi e chi ha anche spiegato come in realtà il percorso che ha portato a rendere gli hooligans meno minacciosi nel Regno Unito sia stato molto lungo e figlio di provvedimenti presi nel corso degli anni, ciò che però oggi viene dato come assodato è che l’Inghilterra deve essere considerata un esempio nella lotta al tifo violento.

Ma come nasce il ‘modello Thatcher’.

  • LA TRAGEDIA DELL’HEYSEL

    Quella del 29 maggio 1985 resta una delle date più tragiche dell’intera storia del calcio. Come è tristemente noto, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus ed il Liverpool, la frangia di tifosi inglesi più violenta ed accesa diede il via a delle cariche che, complice l’impreparazione delle forze dell’ordine belghe, causarono incidenti ed una calca letale che portò alla morte di 39 spettatori (32 dei quali italiani) ed al ferimento di altri 600.

    L’Inghilterra era in quegli anni alle prese con il dilagare della violenza degli stadi a causa dell’imperversare di degli hooligans e, proprio a seguito di quanto accaduto all’Heysel, Margaret Thatcher, primo ministro inglese tra il 1979 ed il 1990, nonché una delle figure politiche più importanti dell’intera storia del Regno Unito, decise di usare il pugno duro.

    Venne dunque emanato lo Sporting Events Act, una norma che impediva la possibilità di consumare bevande alcoliche all’interno degli stadi e degli impianti sportivi, oltre che nei mezzi di trasporto che portavano ai vari eventi. Nel 1986 fu poi la volta del Public Order Act, ovvero quella che è considerata la prima vera legge sul calcio. Prevedeva che potesse essere vietato l’ingresso negli impianti a quei tifosi considerati violenti, stabilendo l’obbligo di firma nei giorni delle partite e stabilito un sistema di schedatura dei tifosi. Anche comportamenti non violenti, vennero inoltre considerati punibili e si scelse la strada della creazione di barriere sugli spalti per rendere gli spettatori più facilmente controllabili.

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  • LA TRAGEDIA DI HILLSBOROUGH

    Il 15 aprile 1989 il mondo del calcio si ritrovò costretto a fare i conti con un’altra tragedia. All'Hillsborough Stadium di Sheffield, in campo neutro, era in programma una sfida valida per la semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest.

    Al momento di far accedere il pubblico sugli spalti, si sollevò un gravissimo problema organizzativo legato a vie d’accesso e spazi che portò, complici altri errori nel tentativo di far defluire gli spettatori che non erano riusciti ad accedere all’impianto, alla morte di ben 96 persone ed il ferimento di altre 766.

    Una vera e propria strage che convinse la Camera dei Lord ad affidare a Peter Taylor il compito di indagare sulle cause ed i responsabili dell’accaduto.

    A seguito del ‘rapporto Taylor’ venne approvato il Football Spectators Act, con il quale venne stabilito che si poteva entrare negli stadi solo se in possesso di documento di identità, che le persone condannate per reati aventi a che fare con eventi calcistici non potessero entrare negli impianti e venne creata una sezione speciale delle forze dell’ordine chiamata a combattere il fenomeno hooligan.

    Nel 1991 venne inoltre consentito l’arresto ed il processo per direttissima dei tifosi colpevoli anche non di violenza fisica, ma verbale e di atti legati al razzismo e si iniziò inoltre ad utilizzare le telecamere a circuito chiuso in tutti gli impianti.

    Venne inoltre stabilito l’obbligo per le società di ristrutturare tutti gli stadi e di prendersi carico della sorveglianza all’interno degli impianti attraverso anche squadre di stewards. Tra gli altri provvedimenti, venne inoltre imposta la cessazione dei rapporti tra i club ed i tifosi, la numerazione di ogni singolo posto nello stadio e l’eliminazione di barriere tra gli spalti ed il terreno di gioco.

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  • IL RAPPORTO TAYLOR

    Il lavoro di Peter Taylor, viene da molti considerato la base per tutte le successive riforme adottate in materia di violenza negli stadi in Inghilterra e per molti versi la sua natura è opposta al ‘modello Thatcher’.

    A seguito delle sue conclusioni infatti, si decise di puntare di più sulla responsabilizzazione di club e tifosi e l’ammodernamento degli stadi, piuttosto che sulla ‘semplice’ repressione.

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