GettyChiesa al Napoli, nessun riscontro: le opzioni per il futuro dell'ala della Juventus
Pubblicità
LA VOCE PARTENOPEA
Partiamo da un concetto: al di là dell’ovvio apprezzamento tecnico, il Napoli non si è mai fatto sentire in zona Juventus per cercare di mettere le mani su Federico Chiesa.
Insomma, il giocatore piace a diverse squadre, ma tra cullare un gradimento calcistico e preparare un’eventuale offerta c’è un confine che non è poi così sottile. Poi, l’argomento degli argomenti, Cristiano Giuntoli.
Con il dirigente toscano in prima linea per liberarsi anzitempo dal legame con gli azzurri proprio per sposare un progetto pluriennale con Madama. Una mossa che, sostanzialmente, può dire tutto e niente ma anche parallelamente certifica come su quest’asse la parola mercato non è che poi possa essere utilizzata con estrema facilità.
LE SIRENE ESTERE
Certo, in casa bianconera la vicenda Chiesa va monitorata, in quanto la scadenza contrattuale è delle più pericolose: 30 giugno 2025.
Ma, detto questo, per il momento la situazione è sotto controllo. Vuoi perché l’unica proposta messa sul piatto da intermediari di mercato – oltre 60 milioni dall’Aston Villa – non ha trovato alleati né con la Juve né con il calciatore. Vuoi perché, comunque, la speranza è sempre quella di rafforzare il matrimonio.
- PubblicitàPubblicità
RESTA ALLA JUVENTUS?
Insomma, arriveranno tempi migliori. Ma occorre fare chiarezza, prima di tutto, sul tema tattico. La sensazione, e forse qualcosina in più, è che il 3-5-2 non esalti le caratteristiche di Chiesa. Un po’ seconda punta, un po’ ibrido, un po’ sulla fascia. In definitiva, quando un giocatore inizia a specializzarsi in troppe dinamiche, solitamente non è mai cosa buona e giusta. A meno che l’estrazione non sia proprio all’insegna della duttilità, vedi l’acquisto di Timothy Weah dal Lille.
Chiesa ha caratteristiche ben definite, messe in mostra specialmente con Andrea Pirlo e in Nazionale, senza sottovalutare l’argomento infortunio. Già, perché lo stop rimediato nel gennaio 2022 è stato dei più gravi, e non è un caso che il diretto interessato abbia dovuto trascorrere nove mesi in infermeria.
Molto, quindi, dipenderà dalle strategie di Allegri. Chiamato a valorizzare gli effettivi già a disposizione, ma soprattutto a dare una svolta al suo secondo ciclo all’ombra della Mole. Ecco, in un quadro simile, immaginare l’eventuale partenza di Chiesa andrebbe in controtendenza con il concetto di ricostruzione. Ma le vie del mercato, si sa, sono infinite.
Pubblicità



