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Bastoni Donnarumma Calafiori ItalyGetty

Calafiori e Bastoni per alzare il muro davanti a Donnarumma: la ‘strana coppia’ una certezza per Gattuso

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È una di quelle partite che, di fatto, mette a disposizione un solo risultato: la vittoria. Meglio se poi condita anche da tanti goal, visto che nel percorso che porta ai Mondiali del 2026 la differenza reti ricopre un ruolo tutt’altro che secondario.

L’Italia scenderà questa sera in campo a Tallinn contro l’Estonia con l’unico e chiaro obiettivo di fare bottino pieno, per tenere vive le residue speranze di tornare a giocare un Campionato del Mondo — possibilmente senza passare da quelle Forche Caudine degli spareggi che sembrano quasi inevitabili.

Normale che, data la natura della partita e le necessità della Nazionale, gli occhi siano puntati soprattutto sul reparto offensivo e su quell’ipotesi di 4-2-4 travestito da 4-4-2, che tanto affascina e fa tornare alla mente squadre spettacolari e votate all’attacco.

Cercare la vittoria e i goal, dunque, ma anche evitare di perdere equilibrio e, soprattutto, incappare in una sconfitta che potrebbe avere esiti disastrosi per la classifica.

L’Italia dovrà attaccare ma anche correre il minor numero possibile di rischi e, da questo punto di vista, molto dipenderà dalla coppia centrale di difesa composta da Calafiori e Bastoni.

  • DALLA DIFESA A TRE A QUELLA A QUATTRO

    Dopo la deludente spedizione a Euro 2024, Luciano Spalletti non ha avuto dubbi nell’affidarsi totalmente a un modulo che prevedesse una difesa a tre.

    Una soluzione molto diversa da quanto proposto nel corso della sua lunga carriera sulle panchine di club, ma l’ex commissario tecnico Azzurro si era convinto che, con una retroguardia più folta, l’Italia potesse ritrovare i giusti equilibri.

    Una scelta, probabilmente votata a meno tattica e più semplicità, che per alcune partite ha anche dato i frutti sperati — almeno fino al clamoroso crollo sul campo della Norvegia, che ha reso complicato il cammino della Nazionale nelle qualificazioni ai Mondiali.

    Il suo successore, Rino Gattuso, fin dalla prima partita sulla panchina Azzurra, ha deciso di tornare a una linea a quattro.

    Non ha escluso che in futuro si possano trovare soluzioni diverse, ma intanto si riparte dalle certezze garantite da Di Lorenzo, Calafiori, Bastoni e Dimarco.

    Sono loro i quattro titolarissimi davanti a Donnarumma e, per i due centrali soprattutto, rispetto all’ultima parte della gestione Spalletti, i compiti sono evidentemente cambiati.

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  • Alessandro Bastoni ItalyGetty Images

    LA STRANA COPPIA

    Giocare in una difesa a tre — dove c’è, secondo molti, una maggiore libertà di staccarsi grazie alla copertura dei compagni di reparto — è evidentemente diverso dal giocare in una linea a quattro, nella quale ogni movimento deve essere sincronizzato.

    Di solito gli allenatori schierano una coppia di centrali con caratteristiche non totalmente simili o comunque con piedi preferiti diversi.

    Ed è proprio qui che nasce una delle peculiarità della coppia formata da Calafiori e Bastoni, un duo “anomalo”.

    Entrambi sono infatti mancini, cosa piuttosto rara, e uno dei due è dunque per forza di cose chiamato ad adattarsi a una porzione di campo che solitamente non gli compete.

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  • Calafiori Italia EstoniaGetty Images

    COMPITI DIVERSI

    Saranno dunque Calafiori e Bastoni gli elementi chiamati ad alzare il muro davanti a Donnarumma.

    A loro il compito di incastrarsi al meglio e di non concedere sortite per vie centrali agli avversari, ma per caratteristiche potrebbero anche essere chiamati a mansioni diverse nel corso dei 90’.

    In comune hanno la qualità nell’impostare e la capacità di trovare anche gli attaccanti all’occorrenza, ma mentre l’interista è più portato a un lavoro di copertura (anche aerea), il difensore dell’Arsenal è per natura più incline a portare palla.

    Una caratteristica sviluppata grazie ai lunghi trascorsi — ma anche a un presente — da terzino, e che si è rivelata preziosa quando è stato reinventato centrale con ampia licenza di impostare e di avanzare per vie centrali.

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  • IL MEGLIO CHE L’ITALIA PUÒ OFFRIRE

    Quel che sembra ormai assodato è che, al di là del modulo e delle caratteristiche, Calafiori e Bastoni rappresentano oggi il meglio di ciò che l’Italia può offrire a livello di difensori centrali.

    Il primo, complice anche un grave infortunio che ha rischiato di porre fine in maniera prematura alla sua carriera, ha impiegato più tempo a imporsi, ma oggi è un titolare inamovibile di una squadra come l’Arsenal, che — dopo un discreto digiuno da successi importanti — punta a vincere sia la Premier League che la Champions League.

    Arteta non rinuncia mai a lui, ma in realtà lo schiera sempre da terzino sinistro. Un ruolo diverso da quello che ricopre in Nazionale, ma la cosa per lui non rappresenta una novità.

    Calafiori può destreggiarsi in entrambe le posizioni, riuscendo a garantire sempre lo stesso rendimento: è anche questo a renderlo un giocatore superiore alla media.

    Bastoni è invece un centrale puro, un predestinato che fin dai primissimi anni di carriera è stato visto da molti come il pilastro della difesa Azzurra per gli anni a venire.

    Anche lui, nel suo club, gioca in maniera diversa, visto che Chivu non ha abbandonato la difesa a tre — marchio di fabbrica dell’era Inzaghi — ma in Nazionale le sue prestazioni non ne hanno mai risentito.

    Molte delle speranze dell’Italia passano anche da una difesa che, nell’ultima uscita contro Israele, non ha brillato e che nelle prossime due partite dovrà tornare a essere impenetrabile.

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