
Aveva un grande bagaglio tecnico, un buon lancio, che gli consentiva di verticalizzare l'azione servendo gli attaccanti, e, soprattutto, un repertorio balistico considerevole: Wim Jonk calciava in porta con estrema facilità dalla lunga e dalla media distanza, riuscendo spesso a far goal.
Possedeva però anche un limite abbastanza evidente: con la sua struttura fisica da lungagnone (un metro e 86 centimetri per 80 chilogrammi di peso forma), era piuttosto lento e macchinoso, e per questo, quando veniva aggredito col pressing dagli avversari, tendeva ad andare in difficoltà.
Dopo gli esordi in patria con il Volendam, passa all' Ajax e sotto la guida di Louis Van Gaal ottiene i maggiori successi: 2 Scudetti olandesi, 2 Coppe d'Olanda e una Coppa UEFA. Nel 1993, però, quando l' Inter tratta l'acquisto di Denis Bergkamp, è inserito nell'operazione per facilitare l'ambientamento in Italia del suo connazionale, e approda così in Serie A quasi per caso.
Molti, fra i tifosi nerazzurri, si domandano se i 10 miliardi spesi da Ernesto Pellegrini, Wim li valga davvero. Taciturno, silenzioso e dedito al lavoro, nonostante il limite della lentezza che non gli consentirà mai di diventare un fuoriclasse, 'El Gionc', come lo chiamava Bagnoli, dimostrerà tuttavia di essere un buon giocatore, risultando decisivo sia in Coppa UEFA, sia in campionato per la salvezza della squadra, precipitata pericolosamente nelle zone basse.
Resta all'Inter anche nella stagione 1994/95, caratterizzata dall'avvicendamento alla proprietà con l'arrivo di Massimo Moratti dal 18 febbraio. Con il nuovo presidente, che si è già accordato in quel ruolo con Paul Ince, non c'è più spazio in squadra per Jonk, che finisce al PSV Eindhoven, dimostrando sempre quelle che anche in Italia erano state le sue caratteristiche e aggiunge al suo palmarès un altro Scudetto, una Coppa d'Olanda e 2 Supercoppe dei Paesi Bassi.
Le ultime stagionile vive in Inghilterra fra Premier League e First Division con lo Sheffield Wednesday. Dopo il ritiro, nel 2001, intraprende la carriera da allenatore, e oggi è il tecnico del Volendam in Eerste Divisie. Con la Nazionale olandese ha partecipato a 2 Mondiali e ad Euro '92.
L'AFFERMAZIONE IN PATRIA CON VOLENDAM E AJAX
Wilhelm Jonk, per tutti semplicemente Wim, nasce a Volendam, cittadina portuale del sud-est dei Paesi Bassi, il 12 ottobre 1966. Da ragazzo Wim gioca a livello giovanile con i Dilettanti del RKAV Volendam. Alto e lunghe leve, si distingue per la qualità tecnica, il dribbling, e l'abilità nel lancio lungo e nel tiro.
Nel 1986, a 20 anni, passa all' F.C. Volendam, la prima squadra cittadina, che milita all'epoca in Eerste Divisie. Jonk si dimostra particolarmente efficace in fase offensiva, e con i suoi 23 goal in 36 presenze, trascina la squadra alla promozione in Eredivisie. I suoi primi anni da professionista lo vedono impiegato come mezzala d'attacco. Nel massimo campionato, le presenze si riducono a 23, eppure Wim riesce comunque a realizzare 5 goal, guadagnandosi l'interesse di una big come l'Ajax.
Pur non essendo un titolarissimo, colleziona 6 goal in 17 presenze in campionato nella stagione d'esordio con i lancieri, chiusa al 2° posto alle spalle del PSV Eindhoven. Con la maglia biancorossa disputa in tutto 5 stagioni, di cui tre vissute come rincalzo di qualità, in cui va comunque sempre a segno almeno una volta, vincendo lo Scudetto d'Olanda 1989/90 sotto la guida di Leo Beenhakker, e le ultime due da titolare, con l'approdo in panchina di Louis Van Gaal, che gli regalano le maggiori soddisfazioni.
Con lo stratega di Amsterdam Jonk fa il salto di qualità, venendo spostato in posizione di playmaker basso ed entrando più nel cuore del gioco della squadra, e vince la Coppa UEFA nel 1991/92, grazie ad un doppio pareggio nella finale contro il Torino di Mondonico (2-2 in Italia e 0-0 ad Amsterdam), non senza un pizzico di buona sorte, e l'anno seguente la Coppa d'Olanda, che si aggiudica travolgendo 6-2 in finale l'Heerenveen.

IL PASSAGGIO ALL'INTER... PER FAR AMBIENTARE BERGKAMP
Intanto l'Inter, attraverso il suo presidente, Ernesto Pellegrini, che sognava di replicare quanto fatto dal Milan di Berlusconi con Marco Van Basten, si era fiondata da mesi su Denis Bergkamp, strappando il sì dell'attaccante dei lancieri dopo un lungo corteggiamento.
A quel punto i milanesi iniziano la trattativa con l'Ajax, che non si rivela semplice. Per facilitare l'inserimento della stella olandese nel calcio italiano, Pellegrini accetta la proposta del club di Amsterdam di portare a Milano anche il fido scudiero Wim Jonk, di 3 anni più grande di lui. La fumata bianca per l'operazione che sarà ufficializzata nell'estate 1993, arriva già nel mese di febbraio. Grazie al 'sì' per il centrocampista, l'Inter brucia la concorrenza di club quali Real Madrid e Barcellona, in prima linea per l'attaccante dei lancieri, ma anche della stessa Juventus.
L'annuncio del numero uno nerazzurro arriva il 15 febbraio.
"Ho un bell' annuncio da fare ai tifosi nerazzurri: abbiamo acquistato i due olandesi dell' Ajax Dennis Bergkamp e Wim Jonk. - dichiara in conferenza stampa fra l'incredulità di molti dei cronisti presenti - La firma con i due giocatori c' è stata nella serata di venerdì, stamattina la controfirma con l' Ajax. Bergkamp e Jonk hanno sottoscritto con noi un contratto triennale. I soldi? Per Bergkamp 15 miliardi, per Jonk spenderemo i soldi rientrati nell'affare Sammer. È un anno che stavamo conducendo questa trattativa, in silenzio".
Le cifre saranno tuttavia un po' più elevate di quelle inizialmente preventivate da Pellegrini: la coppia olandese costerà complessivamente 28 miliardi di Lire, di cui 18 per Bergkamp e 10 (mezzo miliardo in più di quelli incassati dalla cessione di Sammer al Borussia Dortmund) per Jonk.
Al loro arrivo a Milano, i due nuovi acquisti sono accolti da una folla festante di 500 tifosi, che bloccano Piazza dalla Repubblica, e dall' avvocato Peppino Prisco, vicepresidente e storico tifoso nerazzurro, per l'occasione con indosso una sciarpa arancione intorno al collo. Jonk e Bergkamp vanno a completare il parco stranieri della Beneamata, che ha già in rosa Igor Shalimov, Ruben Sosa e Darko Pancev.
DA EROE IN COPPA UEFA ALLA CESSIONE CON MORATTI
La fiducia attorno alla squadra guidata da Osvaldo Bagnoli, reduce da un brillante 2° posto nell'anno precedente, è tanta, soprattutto alla luce di un calciomercato estivo che aveva visto la società milanese grande protagonista, con gli arrivi anche dei difensori Gianluca Festa e Massimo Paganin e del centrocampista Francesco Dell'Anno.
Ma il cammino in campionato dei nerazzurri si rivelerà molto più difficoltoso del preventivato. Se l'ambientamento di Bergkamp in Serie A sarà problematico nonostante la presenza nello spogliatoio del suo connazionale, quest'ultimo, da cui nessuno si aspetta cose eccezionali, riesce invece a stupire.
L'esordio in Serie A di Jonk avviene il 29 agosto 1993 contro la Reggiana ed è bagnato dal gran goal che porta in vantaggio i nerazzurri al 14': l'olandese è lasciato colpevolmente libero di avanzare sulla trequarti, si aggiusta la palla sul destro e con una staffilata delle sue, dai 30 metri, punisce il portiere avversario Sardini e manda in visibilio i tifosi, che lo prendono in simpatia.
La squadra di Bagnoli vince 2-1 e pur non convincendo conquista i primi 2 punti della stagione.
"Oggi contava solo vincere - commenta il centrocampista ai microfoni della 'Rai' dopo la partita - per questo sono soddisfatto. Da quanti metri ho segnato? Da una trentina".
Se Bergkamp, tranne rare fiammate, in campionato delude, lui è decisamente più concreto ed efficace. Bagnoli apprezza e lo ribattezza 'El Gionc', con la sua parlata tipicamente milanese. Alle prime buone impressioni, tuttavia, subentrano una serie di guai fisici che fanno perdere al giocatore olandese diverse partite di Serie A. E la rete all'esordio resta l'unica nel torneo fino alla pausa natalizia (9 le presenze), quando la squadra si ritrova comunque in 2ª posizione in classifica a 4 lunghezze di ritardo dal Milan di Capello.
Dove l'Inter entusiasma e la coppia olandese dà il meglio di sé è invece in Coppa UEFA. Qui i nerazzurri travolgono il Rapid Bucarest nel Primo turno (3-1 a Milano e 0-2 in Romania con goal di Jonk), e successivamente eliminano l'Apollon Limassol (1-1 a San Siro, 3-3 in terra cipriota) e il Norwich City (doppio successo per 1-0).
L'inizio del 1994 è però traumatico per i milanesi, che perdono 2 gare di fila in campionato con Atalanta e Reggiana. Il rientro dall'infortunio di Jonk propizia due successi di fila con Foggia e Cremonese, e il mediano mette la sua firma su entrambi i match, realizzando una rete contro i pugliesi (3-1) e una doppietta ai grigiorossi (1-4), portando a 4 il suo bilancio totale nella competizione.
Sarà però un fuoco di paglia: dopo un pareggio rocambolesco in casa con il Cagliari e la sconfitta a Roma con la Lazio, che fanno precipitare la squadra al 6° posto, Bagnoli il 7 febbraio rassegna le dimissioni, e in panchina approda Gianpiero Marini. Il nuovo allenatore, ex bandiera del club, debutta con un k.o. contro il Piacenza e la squadra fa tremenda fatica a rialzarsi.
L'Inter perde 6 volte in 8 gare, e inevitabilmente precipita in classifica a ridosso della zona retrocessione. L'Europa, invece, continua a regalare soddisfazioni: se Bergkamp segna a raffica, Jonk è fra i migliori nella cavalcata che conduce fino alla finale contro il Salisburgo. Il mediano vive la sua serata di gloria il 1° marzo 1994, quando, con una spettacolare doppietta, infligge una severa punizione al Borussia Dortmund al Westfalenstadion.
I gialloneri tedeschi sono sconfitti 1-3, e nonostante il k.o. al ritorno a Milano per 2-1, è l'Inter ad accedere alle semifinali contro il Cagliari rivelazione di Bruno Giorgi. Il primo goal, che apre le marcature, arriva con un bell'inserimento in area : Jonk, servito da Massimo Paganin, controlla con il petto e batte il portiere con un tiro preciso sul primo palo. Nel secondo è innestato in contropiede da Fontolan, parte di gran carriera, aggira un difensore in area e deposita in fondo alla rete, facendo esplodere il tifo nerazzurro.
All'andata i sardi si impongono 3-2 in rimonta al Sant'Elia, al ritorno al Meazza, tuttavia, Jonk timbra ancora il cartellino nel 3-0 che consente ai nerazzurri di qualificarsi per la doppia sfida contro gli austriaci. Il centrocampista olandese si conferma determinante anche in campionato, visto che è ancora lui, con una doppietta al Lecce al Meazza, a propiziare una vittoria per 4-1 che, unita al pareggio per 2-2 con la Roma in casa alla penultima giornata, scongiura il rischio retrocessione per i milanesi. Il 13° posto finale a pari merito con la Reggiana e con una sola lunghezza di vantaggio sul Piacenza, quartultimo, rappresenteranno tuttavia il peggior posizionamento di sempre della squadra.
A salvezza ormai raggiunta, Jonk, assieme al suo connazionale Bergkamp, regalano ai tifosi due serate europee d'altri tempi: in Austria il goal di Berti dà la vittoria per 1-0, mentre in Italia proprio un goal del centrocampista di Volendam vale un altro successo e la certezza di aver conquistato il trofeo. Sosa premia il suo inserimento sulla sinistra dell'area e Wim, ritrovatosi a tu per tu con il portiere, lo scavalca con un delizioso pallonetto.
Dopo il fischio finale, Wim e Denis sono fra i più felici, mentre la festa è amara per due bandiere prossime all'addio come Zenga e Riccardo Ferri. Nonostante il pessimo cammino della squadra in campionato, i numeri dicono che la prima stagione italiana di Jonk, arrivato a Milano quasi per caso, è stata positiva: 25 presenze e 6 goal in Serie A, 10 presenze e 4 goal in Coppa UEFA e una presenza in Coppa Italia, per un totale di 35 presenze e 10 goal. Chi lo aveva definito con sarcasmo "dama di compagnia" o "ruota di scorta" doveva ricredersi.
"Il primo anno la vittoria della Coppa UEFA è stata molto importante per l'Inter, motivo per cui ancora oggi è ricordata. In Europa c'era meno pressione che in campionato. - spiega Jonk nel 2018 al sito della tv pubblica olandese 'NOS' - Abbiamo giocato in maniera più aperta e questo si è tradotto in buoni risultati. Ma la tensione in finale era enorme, perché stavamo andando molto male in campionato e la Coppa UEFA ha dovuto salvare la stagione. Avevamo giocato delle belle partite contro il Borussia Dortmund e con il Cagliari era stata una lotta. Tutta la stagione in Europa è stata il top per me all'Inter. E la vittoria in finale è stata ovviamente la ciliegina sulla torta".

La coppia Bergkamp-Jonk è confermata anche per la stagione 1994/95. Quest'ultima segna però il definitivo flop dell'attaccante e mette in evidenza, sotto la gestione della squadra da parte di Ottavio Bianchi, i limiti di passo del mediano olandese. Le squadre avversarie lo pressano sistematicamente, inducendolo spesso all'errore, e il feeling con il nuovo allenatore non si crea mai. A febbraio Moratti rileva la proprietà dell'Inter, diventando poi nuovo presidente della società.
Jonk chiude la stagione in crescendo, con 2 goal nella seconda parte del campionato, Il 29 gennaio 1995 apre le danze nel 2-1 interno contro il Torino, e il 15 aprile è uno dei grandi protagonisti del derby vinto 3-1 contro il Milan di Capello. Prima, allo scadere del primo tempo, su calcio d'angolo offre a Seno la palla per il colpo di testa dell'1-0, poi sale in cattedra al 69': triangolazione con l'amico Bergkamp, che ne premia l'inserimento in area del centrocampista. Wim legge bene la traiettoria della palla offerta dal numero 10, beffa Sebastiano Rossi e Filippo Galli, che finiscono per scontrarsi, e con un pallonetto timbra il provvisorio 2-0 per i suoi.
La stagione dell'olandese di Volendam si chiude con 32 presenze e 2 goal, che non bastano tuttavia a far cambiare idea alla nuova proprietà: Moratti per quel ruolo ha già acquistato Paul Ince dal Manchester United. Nell'estate 1995 il duo olandese, con un anno di anticipo, saluta Milano, sponda nerazzurra: Bergkamp per 19 miliardi e 200 milioni di Lire si trasferisce all'Arsenal, mentre Jonk torna in patria in forza al PSV Eindhoven per 4 miliardi e mezzo.
"Durante la preparazione, le cose con il nuovo allenatore Ottavio Bianchi sono andate bene, ma la prima partita casalinga contro la Roma è stata persa per 1-0. È arrivata subito grande pressione e allora lui ha apportato delle modifiche. Onestamente c'erano partite dopo le quali pensavo di non aver fatto bene, ma nelle quali avevamo vinto e il risultato è sacro. Se vinci, i tifosi sono soddisfatti...".
La cessione di Jonk, dopo 13 reti in 67 partite complessive, servirà anche per avere un'opzione su un giovane centravanti brasiliano di nome Ronaldo, che dopo aver vinto i Mondiali a 18 anni senza scendere in campo, aveva fatto sfracelli in Eredivisie. L'opzione, tuttavia, non sarà esercitata: 'Il Fenomeno' andrà al Barcellona, approdando in nerazzurro soltanto nel 1997, due anni più tardi.
"Quella con l'Inter è stata una bella esperienza. - ha dichiarato Jonk nel 2018 al sito online della tv pubblica olandese 'NOS' - L'intenzione era quella di fare un calcio offensivo, ma in pratica non ha funzionato. Quello italiano è un approccio diverso al calcio, molto più professionale e difensivo. Quando è stato stabilito un contatto con l'Inter, ad ottobre-novembre del 1992, sembrava che l'allenatore sarebbe stato esonerato, ma in seguito i risultati sono improvvisamente migliorati e l'Inter ha fatto una buona stagione, quindi è stato deciso di tenere il tecnico. Bergkamp aveva molte richieste e ha deciso all'ultimo momento di non andare alla Juventus, ma all'Inter. Solo che non c'era molta stabilità. C'era disordine e grande pressione su me e Bergkamp. Eravamo paragonati al trio olandese del Milan formato da Van Basten, Gullit e Rijkaard".
"L'Inter - ha aggiunto Jonk - è un club fantastico con un seguito incredibile, ma anche un sacco di negatività al suo interno. Ricordo che una volta i tifosi hanno fermato il nostro allenamento e siamo stati bersagliati dai nostri stessi sostenitori. È la loro passione, gli italiani sono emotivi, in positivo e in negativo".
L'AVVENTURA SENZA SQUILLI CON L'OLANDA
Durante gli anni d'oro della sua carriera calcistica, Wim Jonk ha anche indossato la maglia della Nazionale olandese. L'esordio risale all' amichevole contro l'Austria del 27 maggio 1992 (3-2 per gli Arancioni). Il 30 maggio dello stesso anno, nella sua seconda presenza, il centrocampista di Volendam ha anche realizzato la sua prima rete nel poker interno al Galles, sempre in amichevole.
Nell'estate del 1992 è inserito da Rinus Michels nella rosa della squadra che da Campione d'Europa in carica affronta gli Europei del 1992 in Svezia. Jonk gioca solo la sfida vinta 1-0 contro la Scozia nel Girone. Il cammino dell'Olanda si interrompe in semifinale, quando i rigori le sono fatali contro la Danimarca.
Con la maglia arancione Jonk partecipa anche a due edizioni dei Mondiali. Nel 1994 il centrocampista dell'Inter è fra i protagonisti della cavalcata fino ai quarti di finale, quando la sconfitta contro il Brasile segna la fine del sogno iridato. ll nerazzurro colleziona comunque 5 presenze e 2 goal (nel girone con l'Arabia Saudita, agli ottavi contro l'Irlanda) entrambi importanti per dare la vittoria all'Olanda.
Le cose per l'Olanda vanno ancora meglio nel 1998 in Francia: gli Arancioni arrivano fino alle semifinali, e vengono eliminati ai rigori dal Brasile, per poi perdere la finalina con la Croazia e piazzarsi quarti. Jonk gioca tutte e 6 le partite, di cui soltanto la prima subentrando dalla panchina, ma in questo caso non trova mai il goal. Dopo quei Mondiali disputa soltanto la prima amichevole successiva il 18 agosto (0-0 con la Danimarca), salutando la Nazionale con un bilancio di 49 presenze e 11 goal.
IL RITORNO IN PATRIA COL PSV
Tornato nel campionato olandese nell'estate 1995, sotto la guida di Dick Advocaat, Jonk vive tre stagioni di successi con il PSV Eindhoven, la grande rivale dell'Ajax, la squadra con cui si era affacciato nel grande calcio.
Il centrocampista classe 1966 vince subito il primo anno la 2ª Coppa d'Olanda della sua carriera, segnando in finale uno dei goal con cui la sua squadra travolge lo Sparta Rotterdam (5-2 il punteggio finale per il PSV). Nel 1996/97 arrivano poi la Supercoppa e lo Scudetto d'Olanda (il 2° in carriera per il centrocampista). La terza stagione, infine, porta in dote la seconda Supercoppa consecutiva, che sarà anche l'ultimo dei trofei vinti in carriera da Jonk.
"Quando ho lasciato l'Inter - rivelerà l'olandese nel 2018 al sito ufficiale dell'emittente pubblica 'NOS' - volevo pensare al futuro, quindi ho scelto in base al lato sportivo e non pensando ai soldi. Al PSV ho passato dei bei momenti in un bellissimo club, con Dick Advocaat come allenatore e un gruppo bello e forte. Siamo riusciti a combattere con l'Ajax campione d'Europa e nel 1997 abbiamo vinto il campionato".
GLI ULTIMI ANNI E L'ESPERIENZA DA TECNICO
Chiusa l'avventura al PSV Eindhoven nel 1998, dopo i Mondiali francesi Jonk si trasferisce in Inghilterra in forza allo Sheffield Wednesday, che lo paga 5 miliardi e 600 milioni di Lire. Gli Owls militano in Premier League dal 1992 ma l'anno precedente all'arrivo del giocatore olandese hanno rischiato la retrocessione in First Division.
A Sheffield, dove Wim divide lo spogliatoio anche con tre italiani, Benito Carbone, Paolo Di Canio e Francesco Sanetti, disputa due buone stagioni. Il primo anno, che vede la squadra al 12° posto finale, chiude con 38 presenze e 2 reti in Premier, il secondo, invece, pur più positivo sul piano personale (3 goal in 30 presenze) culmina con la retrocessione in First Division della squadra.
Vittima di diversi infortuni durante la permanenza in Gran Bretagna, nel 2000/01 un grave problema all'inguine lo tiene fuori per gran parte della stagione, in cui scende in campo soltanto due volte. Nel 2001, all'età di 34 anni, decide di ritirarsi ed intraprendere la carriera da allenatore.
Inizialmente lavora come analista per NOS Studio Sport, per poi tornare all'FC Volendam, il primo club professionistico della sua carriera, per ricoprire il ruolo di membro della commissione tecnica e successivamente di assistente tecnico per la Prima e la Seconda squadra. Nel 2008, come già era accaduto da calciatore, passa all'Ajax per lavorare come tecnico del Settore giovanile dei lancieri.
Dal 2010, assieme a Cruijff e ad altri allenatori del vivaio biancorosso, fra cui Bergkamp, progetta la riforma del Settore giovanile dell'Ajax ma sorgono problemi quando Van Gaal, Sturkenboom e Danny Blind sono assunti per la Prima squadra. In seguito ad una contesa interna che dura per alcuni anni, nel 2015 assieme a Cruijff, Jonk lascia l'Ajax per diversità di vedute con la dirigenza.
Dal 2016, insieme a Jordy Cruijff, insegna al Johan Cruijff Institute di Amsterdam. Nel 2019, inoltre, Jonk è stato alla guida dell'FC Volendam, prima di entrare nei quadri dirigenziali dello stesso club. Per i tifosi dell'Inter sarà sempre l'eroe della Coppa UEFA del 1994.
