Quattro Serie A nel proprio palmares, con Milan e Inter, tre Premier League con l’Arsenal, un Mondiale e un Europeo con la Francia: per Patrick Vieira la vittoria è una formalità, soprattutto grazie alla passione che ha sempre messo in campo, all’abnegazione che ha infuso in ogni tackle e in ogni passaggio. Un centrocampista completo, dal quale non potevamo non aspettarci un’evoluzione ad allenatore altrettanto scrupoloso, a inizio mese, tra l’altro, arrivato a un passo dal ritorno in Serie A, per allenare la Sampdoria. Un’occasione solo sfiorata, che però ci avrebbe permesso di conoscere qualcosa in più del tecnico di Dakar.
Dopo aver terminato la propria carriera al Manchester City, dopo un anno e mezzo con la maglia dei Citizens che gli ha permesso di diventare il giocatore straniero con più Coppe d’Inghilterra vinte in carriera, la società ha deciso di dargli l’importante ruolo di responsabile dello sviluppo del City, non solo in Inghilterra, ma anche nel mondo: una sorta di ambasciatore del club e del suo brand. Indossa queste vesti per due anni pieni, per poi essere chiamato all’importante compito di esordire in panchina, per iniziare ad allenare la squadra riserve, l’Under 23, dei Citizens. Vieira si ritrova a prendere il posto di Attilio Lombardo, che il 15 maggio 2013 lascia il ruolo dopo l’esonero di Mancini dalla prima squadra, che viene ufficializzato dalla società appena due giorni prima. Il Manchester non si pone problemi, né aspetta troppo per prendere una decisione, perché sente che la soluzione ce l’ha proprio in casa.
Nel suo biennio si ritrova a dare spazio a giocatori come Seko Fofana, centrocampista che in Italia abbiamo visto indossare la maglia dell’Udinese per poi essere ceduto al Lens per 15 milioni di euro e che tanto assomigliava a Vieira, oltre che Jason Denayer, difensore dell’Olympique Lione che stiamo ammirando a Euro 2020 in queste settimane. Al termine di un percorso di crescita che gli permette di formarsi e di crescere anche come allenatore, l’ex centrocampista francese viene chiamato dall’altro lato dell’Oceano, nella Grande Mela: il New York City decide di affidargli, dal primo gennaio del 2016, la panchina del suo dream team, con un accordo che viene firmato già nel mese di novembre. Per lui, che da calciatore è stato un grande campione, c’è da fronteggiare l’impegno di dover gestire David Villa, Frank Lampard e Andrea Pirlo, arrivati nella MLS con l’obiettivo di dare soddisfazione alla propria curiosità verso un modo diverso di vivere e di giocare il calcio.
Quella di Vieira e New York è una storia che permette al tecnico di continuare a farsi conoscere, anche tra i suoi colleghi, perché nella City americana riesce a conquistare i play-off per due stagioni di fila. Quando Claudio Reyna, ex calciatore statunitense e direttore sportivo della società di New York, decide di affidarsi a Vieira lo fa perché Jason Kreis, l’allenatore che aveva guidato la squadra nei suoi primi due anni di vita, accettato l’incarico inizia a viaggiare spesso verso Manchester per assistere agli allenamenti del City: un evento che spinge Reyna a pensare che a quel punto, dinanzi all’esonero di Kreis, la soluzione più logica fosse affidarsi direttamente a un allenatore dei Citizens. Nonostante la sconfitta nella semifinale dei play-off contro il Toronto, il 2016 per Vieira risulta essere un grande anno, incensato da tutta la stampa americana, che ammira la crescita della squadra di New York. Nel 2017 la posizione in campionato è la seconda, dimostrando ancora una volta una grande propensione per la tattica e per la disciplina da parte del suo tecnico, chiamato ad amalgamare un gruppo di giocatori non sempre fisicamente al meglio della condizione.
GettyL’idillio con l’America dura appena due anni, perché poi Vieira ha il sogno di iniziare a misurarsi con i grandi e con il calcio che meglio conosce: quello europeo. Arriva così la chiamata del Nizza, che l’11 giugno del 2018 lo annuncia come nuovo tecnico per guidare la squadra in Ligue 1. Nella sua prima stagione Vieira riesce a condurre la squadra al settimo posto nel campionato, una posizione più avanti rispetto a quanto ottenuto l’anno precedente da Lucien Favre. Se la Ligue 1 dà soddisfazioni alla dirigenza, non si può dire altrettanto per quanto riguarda le due coppe francesi: nella Coupe de France arriva l’eliminazione al primo turno per mano del Tolosa, mentre nella Coupe de la Ligue il cammino si interrompe agli ottavi contro il Guingamp, che ha la meglio ai rigori.
Nonostante questo, il Nizza conferma la propria fiducia a Vieira e gli concede, nel rispetto dell’accordo siglato, di continuare ad allenare in Francia, paese nel quale mancava da circa 20 anni, dalla sua ultima esperienza da giocare del Cannes. Il secondo anno porta più soddisfazione sulla costa francese, perché la Ligue 1, interrotta anticipatamente a causa del Covid-19, con il campionato assegnato a tavolino al Paris-Saint Germain, vede il Nizza al quinto posto in classifica. Arriva la qualificazione in Europa League, per un cammino europeo che però sbatte prepotentemente contro il Bayer Leverkusen, che il 22 ottobre 2020 dà il bentornato nelle competizioni internazionali a Vieira con un pesante 6-2. Il Nizza non ha il tempo di riprendersi e di godersi la vittoria con il Beer Sheva alla seconda giornata, che la società decide, dopo cinque sconfitte di fila, tra cui quella con Slavia Praga e di nuovo Leverkusen in Europa League, di esonerare Vieira.
Il 4 luglio 2021 ad offrirgli una nuova panchina è il Crystal Palace con cui chiude al dodicesimo posto in Premier League. Intanto i suoi dettami di gioco si sono fatti conoscere, soprattutto con il Nizza, dove il suo 4-3-3 ha raramente ceduto il passo all’alternativo 5-4-1 o a un più difensivo 5-3-2. Con un gioco molto offensivo, in grado di gestire l’intera rosa con disciplina, al suo arrivo a Nizza aveva espressamente dichiarato di voler dare continuità alla guida tecnica precedente, così da non dover stravolgere dettami di gioco o condizionare in maniera eccessiva la squadra con nuove indicazioni o regole. Idee chiare, ma anche rispetto del passato: elementi che, per chi è stato un ex campione, diventano imprescindibili.
Dopo una prima stagione positiva, la sua avventura in quel di Londra si interrompe a marzo del 2023 quando viene esonerato. Pochi mesi più tardi riparte nuovamente dalla Ligue 1, e questa volta dallo Strasburgo, dove chiude al 13° posto la sua unica stagione alla guida del club francese.
Dopo aver risolto il contratto con lo Strasburgo, ecco la grande occasione in Serie A alla guida del Genoa in sostituzione di Alberto Gilardino: un ritorno in Italia in veste diversa rispetto a quella da giocatore, quando con classe e tecnica sopraffine illuminava le platee più prestigiose.
