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arbitro friskGetty Images

Un euro che costò caro: la partita persa a tavolino dalla Roma in Champions League

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Un euro. Un sola sola moneta da un euro può costare molto cara se utilizzata nella maniera sbagliata.

Per capire il senso di questo incipit dobbiamo tornare a svariati anni fa. Quando la moneta unica era in circolazione in Italia da un paio d'anni e non era ancora diventata il principale capro espiatorio delle difficoltà finanziarie del nostro Paese.

Gli italiani erano ancora abituati a ragionare in lire, malgrado l'incessante battage della pubblicità progresso per farci capire che quei 7,5 grammi racchiusi in 23 millimetri equivalevano a 1936,27 lire.

Con un euro oggi si compra al massimo un caffé. Ma al di là dei discorsi finanziari e alla stabilità dell'Eurozona che poco appartengono a questo pezzo, c'è stato chi per colpa di un solo euro ne ha perse altre svariate centinaia di migliaia.

Il 15 settembre del 2004, la Roma si appresta a iniziare il suo girone di Champions League. L'anno prima la squadra allenata da Fabio Capello aveva conteso lo Scudetto al Milan fino all'ultima giornata.

Ma le cose sarebbero precipitate di lì a poco. Il tecnico di Pieris lascia Roma e accetta l'offerta della Juventus. Il sostituto designato, Cesare Prandelli, molla la barca a pochi giorni dall'inizio del campionato.

Il timone di una nave destinata alla deriva viene affidato a Rudi Voeller, che esordisce anche bene ma si dimetterà qualche settimana più tardi.

A settembre però nessuno ancora immagina quale sarà l'andazzo della stagione. L'esordio europeo può inoltre dare carica per affrontare con ancora più determinazione il campionato.

All'Olimpico arriva la Dinamo Kiev, che insieme a Bayer Leverkusen e Real Madrid rappresenta il trittico di avversarie della Roma nel girone.

Malgrado la presenza in campo di Francesco Totti, Daniele De Rossi, Amantino Mancini e Alberto Aquilani, il protagonista di quella serata è destinato a diventare l'arbitro.

Si tratta del signor Anders Frisk, 41enne svedese, chiamato a dirigere l'incontro e anche a decretarne la fine anticipata per motivi che sveleremo poco più avanti.

Parentesi obbligatoria: i rapporti tra la Roma e Frisk non erano particolarmente idilliaci. Tutta colpa della sua direzione di gara nella sfida contro il Galatasaray di due anni prima, sempre in Champions League.

Partita terminata in pareggio ma soprattutto in rissa. Animi caldi per una sfida delicata, resa incandescente dalla veemenza degli interventi dei turchi non sempre sanzionati a dovere dal fischietto svedese.

Un incidente di percorso nella carriera di Frisk, spesso contestato dalle squadre con le quali ha avuto a che fare in Europa ma sempre molto stimato dalla Uefa e dalle istituzioni arbitrali del Vecchio Continente.

Tornando a Roma-Dinamo Kiev, quella sera iniziano a vedersi le prime crepe sulla fragile vetrata che separa la squadra di Rudi Voeller dal baratro di una stagione da dimenticare.

L'undici mandato in campo dall'ex attaccante tedesco, nonostante la presenza dei titolari ad eccezione di Cassano (escluso per motivi disciplinari), fa fatica a esprimere un gioco fluido e a creare delle chance veramente pericolose.

La squadra è slegata e appare nervosa, motivo per il quale il pubblico inizia a rumoreggiare. A indispettire ulteriormente gli spettatori e i giocatori in maglia giallorossa è la direzione di gara di Frisk.

Lo svedese appare piuttosto fiscale nei confronti della squadra di casa, mentre chiude un occhio in occasione di falli un po' troppo irruenti della squadra ucraina.

Per di più, al 30esimo il difensore Goran Gavrancic gela l'Olimpico con una punizione precisa che batte Pelizzoli dopo aver trovato l'angolo più remoto dell'incrocio dei pali.

Il nervosismo dei giocatori romanisti, in primis Francesco Totti, è palpabile. L'atmosfera è carica di elettricità e basta solo una scintilla per dar fuoco alla miccia.

Il ruolo di incendiario se lo cerca, suo malgrado, il signor Frisk. Lo svedese non ha dubbi e- forse con un eccesso di zelo - sventola sotto al naso di Mexes il cartellino rosso per un fallo su Verpakovskis. Dopo di che, fischia la fine del primo tempo.

Gli spalti dell'Olimpico esplodono in una pioggia di fischi scroscianti e lancio di oggetti. Un comportamento, quest'ultimo, assolutamente da stigmatizzare ma che ancora oggi troppe volte diventa protagonista a margine di alcuni incontri.

Il caso vuole che uno di questi oggetti colpisca Frisk in pieno volto, all'intersezione tra il naso e la fronte.

Il suo viso viene attraversato da un rivolo copioso di sangue, con l'arbitro accompagnato fuori dal campo a braccio da uno dei due assistenti.

Inizialmente non si capisce cosa abbia effettivamente impattato con la fronte dello svedese. L'entità della ferita sembra rimandare a un corpo contundente di un certo volume, al punto che in molti pensano ad un accendino.

Come nella miglior tradizione letteraria investigativa, resa celebre da Agatha Christie, il colpevole è insospettabile e viene rinvenuto poco dopo sulla pista d'atletica che circonda il prato: è una moneta da un euro lanciata dalla tribuna Montemario.

Dopo alcuni istanti concitati e malgrado le scuse del club fatte recapitare per direttissima, lo svedese sancisce la fine anticipata del match.

Riceverà due punti di sutura per ricucire lo squarcio, ma le motivazioni addotte per l'interruzione della partita risalgono a motivi di ordine pubblico.

Durissima la reazione della dirigenza romanista all'episodio Lasciando lo stadio, con il presidente della Roma Franco Sensi che parla di serata traumatizzante e il ds Baldini desideroso di guardare in faccia l'autore di un gesto così sgradevole. Laconica la reazione di Voeller.

La sete di curiosità di Franco Baldini resterà però tale, dato che il responsabile del lancio della monetina non verrà mai individuato.

Come accade di frequente, anche la politica espresse la sua opinione tramite il sindaco della Capitale Walter Veltroni. "E' una vergogna per il calcio romano".

Ancora più dura fu la reazione della Uefa nei confronti della Roma. Il club fu considerato recidivo dopo i fatti contro il Galatasaray e nei giorni successivi all'increscioso incidente capitato a Frisk abbatte la sua mannaia sul club di Trigoria.

Il massimo organo calcistico europeo sancisce la chiusura degli spalti dell'Olimpico per tutta la restante competizione.

La Roma finirà la sua Champions League con un solo punto raccolto in 6 gare (grazie ad un pari in casa del Bayer Leverkusen) e lascerà l'Europa a capo chino.

Il resto della stagione sarà ancora peggiore, con i giallorossi che eviteranno la retrocessione in Serie B alla penultima giornata grazie ad un goal di Cassano a Bergamo contro l'Atalanta.

Quella monetina però, creerà al club un danno di immagine ed economico che verrà metabolizzato solamente dopo svariati anni.

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