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Timothy Weah a Goal: “La musica è la mia via di fuga”

Ogni giocatore, ogni persona, ha una sua storia. Quella di Timothy Weah è stata per gran parte raccontata attraverso la lente del cognome. Non potrebbe essere altrimenti, visto il suo è di quelli pesanti.

Suo padre George non è infatti solo una delle stelle più famose del mondo del calcio, ma è anche una figura che va ben oltre lo sport, poiché si dedicato alla filantropia e alla politica ed è anche stato eletto presidente della Liberia.

Quella di Timothy è però una storia che merita un capitolo tutto suo e che può essere raccontata attraverso la sua carriera, ma non solo. E’ una combinazione di tante cose: calcio, musica, moda, identità. E’ la storia di chi ha vinto, di chi è la stella della sua Nazionale, ma anche di un uomo d’affari. Quella di un ragazzo che si definisce di ‘basso profilo’ e che trova pace nello scrivere.

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“Ha lavorato duramente per se stesso e per la famiglia - spiega Weah a Goal quando gli viene chiesto della pressione che comporta il fatto di essere il figlio di George Weah - Da un punto di vista personale è incredibile per me avere un padre, essere benedetto da un padre, che ha fatto ed ha realizzato così tanto. Ha alzato l’asticella, ma per me ha rappresentato solo una spinta in più. Sono sempre stato concentrato al 100% sul calcio”.
“Con il passare degli anni, ovviamente, con l’età, sto sperimentando cose nuove come moda e musica e mi sento felice. Sono contento di come stanno andando le cose. Secondo me tutto accade per una ragione”.

A 21 anni, Weah ha molto di cui essere felice. Considerato uno dei migliori talenti assoluti del calcio americano, fa parte del gruppo della Nazionale maggiore che si appresta ad affrontare il Messico.

Nato a Brooklyn, da suo padre liberiano e da madre giamaicana, Clar, ha ricevuto un’educazione calcistica decisamente statunitense. E’ cresciuto circondato da culture e stili diversi che l’hanno contagiato. Dice di aver ereditato la tecnica dal padre, ma lo spirito competitivo dalla madre e questo perché a spingerlo è stata più Clar rispetto a George.

Sta giocando regolarmente nel Lille, squadra che ha aiutato a vincere in maniera incredibile la Ligue 1 nella scorsa stagione. Un titolo, quello messo in bacheca, che ha clamorosamente messo fine, almeno per il momento, allo stradominio del PSG in Francia.

“Ho detto a tutti che ci saremmo laureati campioni in quella stagione. Da quando gioco, ed è stato così anche al PSG e al Celtic, ho sempre avuto questa mentalità. Per quanto mi riguarda è sempre bello essere molto ambiziosi”.
“Penso che con il tempo la Ligue 1 otterrà il rispetto che merita. Secondo me è uno dei campionati difficili del mondo, perché ogni torneo è diverso da un altro”.

Le ambizioni di Weah non riguardano solo i trofei da mettere in bacheca. Ha già vinto dei campionati con Lille, PSG e Celtic, oltre che una Nations League con gli Stati Uniti, ma si concentra anche su molto altro.

Studia musica, si interessa di moda ed è orgoglioso del fatto che riesce a trovare gioia in vari aspetti della vita.

Se si esclude il rettangolo di gioco, è forse lo studio di registrazione il luogo nel quale si sente più a suo agio. Dopotutto è cresciuto con Marvin Gaye e Same Cooke.

“Ho sempre avuto una comprensione abbastanza basilare di cosa sia la buona musica”.

E’ in studio che Weah trova una via di fuga dalle pressioni che il calcio impone. Giocando in Ligue 1 ed essendo un elemento importante della sua Nazionale, è bello di tanto in tanto prendersi una pausa e magari chiudersi in una stanza per scrivere qualunque cosa venga in mente.

Finiti gli allenamenti, Weah si precipita in studio e una volta lì si mette al lavoro con uno dei suoi migliori amici, un produttore chiamato Fleetzy. Creano insieme e dei due Weah è il paroliere.

“E’ un fratello per me - ha svelato Weah - un mago”.

Weah non esce molto, a differenza della maggior parte dei colleghi della sua età. Vede in Lille un posto tranquillo e pacifico nel quale vivere, una città nella quale si sente libero di stare da solo ed esplorare le sue passioni.

Tra esse c’è anche la moda. Weah si diverte infatti ad esplorare le connessioni tra abbigliamento e cultura. La principale resta comunque la musica, perché cli consente più di qualunque altra cosa di schiarirsi le idee.

“E’ molto importante per me. La musica è la mia musa. Ad alcuni piace leggere, ad altri fare altre cose, la musica è la mia via di fuga. Mi catapulta in un mondo diverso. Quando torno a casa dopo un allenamento, mangio, mi riposo e poi vado in studio a scrivere, cercando solo di liberare la mia mente, di arrivare in un posto diverso, perché il calcio può sicuramente essere molto stressante. Il calcio può farti perdere la testa”.

Nell’ultimo anno, quella via di fuga è diventata un qualcosa di ancor più importante. In piena pandemia, Weah ha riscoperto nella musica anche un divertimento. Quando sei bloccato a casa d’altronde, non c’è molto che si possa fare.

E’ stato in questo periodo particolare che il mondo ha visto molti calciatori aprirsi come mai avevano fatto prima. Aguero, Neymar ed il ‘Chicharito’ Hernandez, per esempio, si sono dedicati a Twich. La stella di Alphonso Davies è iniziata a brillare anche su TikTok, mentre Marcus Rashford, come noto, ha dedicato gran parte del suo tempo a giuste cause e alla beneficienza.

“I tempi sanno cambiando - ha spiegato Weah - Anche ragazzi come Memphis Depay si stanno dedicando alla musica. Credo che abbia anche pubblicato un album e intanto continua a dare tanto al Barcellona. Come atleta mi sento quindi come un qualcuno sempre concentrato sul campo, sull’allenamento e sull’assicurarmi di fare bene, ma credo che sia anche bello avere vie di fuga come musica, moda, o magari Twitch o TikTok. E’ solo un modo per liberare la mente e per godersi cose diverse dal calcio”.

“A volte devi imparare a scappare e a sperimentare cose diverse. Io lo faccio con la musica e mi sento più felice. E’ un’atmosfera positiva che mi aiuta anche sul campo”.

L’ultima avventura nella quale Weah si è lanciato e quella degli affari.

Insieme a Megan Rapinoe, Alex Morgan, Tyler Adams e Caden Clark, è entrato a far parte di STATSports in veste di investitore ed ambasciatore. E’ una società che crea strumenti utilizzati da numerosi club e Nazionali che forniscono dati sulle prestazioni dei giocatori attraverso il GPS.

Ha avuto quindi la possibilità di investire in un prodotto che utilizza abbastanza spesso e che ha aiutato a sviluppare e perfezionare il suo gioco.

“Mi hanno offerto azioni della società ed il mio è stato un ‘sì’ immediato. Per qualsiasi giocatore, per qualsiasi ragazzo, credo che investire in qualcosa sia importante ed il fatto di poterlo fare così giovane rappresenta un’opportunità fantastica”.
“Utilizziamo STATSports da un po’ di tempo. Essendo un giocatore che è chiamato a correre, a mantenersi in forma e stare lontano dagli infortuni, voglio sapere come sto correndo e cosa sta accadendo nel corso di una sessione di allenamento, o nel corso di una partita. Voglio sapere quanto ho corso, quanto veloce sono stato e conoscere tutta una serie di informazioni che per me sono molto importanti”.
“Dopo il mio terzo infortunio ho iniziato a prestare più attenzione ai dati, ho iniziato ad usarli a mio vantaggio e questo è semplicemente fantastico”.

Questa però è una settimana totalmente dedicata alla sua Nazionale e alle prossime sfide contro Messico e Giamaica. Il percorso di qualificazione ai Mondiali prosegue e dopo le prossime due gare gli USA potranno avere una visione più chiara della loro situazione.

Attualmente sono secondi in classifica e proprio Weah ha giocato un ruolo decisivo nell’ultima sfida contro il Costa Rica.

“All’inizio siamo stati un po’ altalenanti ed è normale perché siamo un gruppo giovane e con poca esperienza. Adesso credo però che stiamo giocato un calcio fantastico, dobbiamo solo continuare su questa strada, lavorare sodo e spingere per ottenere risultati. Speriamo che tutto questo basti per qualificarci ai Mondiali”.

Andare a Qatar 2022 sarebbe un qualcosa di straordinario per Weah, visto che suo padre non è mai riuscito a giocare i Mondiali con la Liberia. Sarebbe un ennesimo sogno realizzato.

Ha giocato nel PSG, si è guadagnato un posto in Nazionale ed ha vinto un titolo incredibile con il Lille: sono questi i grandi successi si un giocatore che sta ancora imparando a conoscersi dentro e fuori dal campo.

Quella di Timothy Weah è ancora una storia in fase di scrittura. Una storia fatta di successi calcistici, tante pressioni e lunga notte passate scrivendo versi. E’ una storia ancora da modellare.

“Le persone guardano il tuo profilo Instagram e ti osservano in tv e così pensano di conoscere la tua personalità, ma non è così. Sono solo un ragazzo di basso profilo, proprio come qualsiasi altra persona che lotta per ciò che vuole”.
“Non voglio che la gente pensi che gioco a calcio perché i miei genitori me lo hanno imposto. Gioco perché lo voglio, ovviamente, perché è sempre stato il mio sogno diventare professionista. E’ il sogno di un ragazzo di basso profilo e questo è più o meno tutto”.

Timothy Weah è ambasciatore di STATSports, uno dei leader mondiali nella tecnologia sportiva GPS. La loro Apex Athlete Series è disponibile per gli atleti di ogni livello su www.STATSports.com

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