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Balzaretti Thiago Motta

Thiago Motta a DAZN: "Il mio un calcio offensivo come quello di Gasperini"

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Quelli di Genoa e Sampdoria non sono stati avvii di stagione semplici. Le due squadre si trovano attualmente nelle zone basse della classifica e cercano quindi quei punti che possano consentire loro di rilanciarsi.

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A consentire, ad almeno una delle due compagini di cambiare rotta, potrebbe essere la prossima importantissima sfida in programma sabato prossimo: il derby della Lanterna.

Genoa e Sampdoria si affronteranno in una stracittadina che da sempre ha un sapore speciale e che rappresenta una delle gare più sentite dell’intero panorama calcistico italiano.

Il tecnici delle due squadre di Genova, Thiago Motta e Claudio Ranieri, hanno parlato ai microfoni di DAZN e, nelle interviste rilasciate a Federico Balzaretti, hanno parlato della loro idea di calcio. Il tecnico rossoblù punta su un gioco fatto di aggressività e palleggio.

Il mio calcio? Offensivo, come quello di Gasperini. A me piace portare la palla e creare una superiorità numerica con il palleggio e non per una questione estetica, ma perché ci credo realmente. Serve la comunicazione tra i giocatori e quando hanno la palla i giocatori stanno bene e sono uniti. Voglio l’aggressività, nel senso buono. Quando vai a fare goal conta anche quella, se vuoi segnare devi essere più aggressivo dei difensori”.

Claudio Ranieri punta invece meno sul possesso e su linee più verticali.

“Giocare l’uno per l’altro è la prima cosa. Mi piace che la squadra si disimpegni in praticità e rapidità. Il tiqui-taca entusiasma se genera azioni da goal, ma se non lo fa è noioso. Tiqui-taca poi cosa significa, tenere molto il pallone? In questo modo si dà alla squadra avversaria la possibilità di chiudersi. Se non ho giocatori forti nell’uno contro uno, perché tenere tanto il pallone, per farmelo poi rubare? Io pretendo dai miei giocatori fino all’ultima goccia di sudore. Io impazzisco quando vedo che i miei non danno tutto”.

Thiago Motta ricorda l’esperienza in nerazzurro agli ordini di Ranieri ed ha svelato come l’attuale tecnico della Sampdoria fece di tutto per trattenerlo.

“Mi dispiace perché è vero che in quel periodo abbiamo parlato tantissimo. Ricordo una partita di Coppa con il Napoli, chiesi di non giocare perché non me la sentivo mentalmente, sapeva quale era la mia volontà, ma lui mi schierò, persi palla davanti alla difesa e procurai un calcio di rigore, perdemmo 1-0. Mi disse che dovevo restare ed io ribadii che volevo andare. Lui mi disse che rispettava la mia decisione ma che non potevo andare. Alla fine firmai con il PSG all’ultimo minuto dell’ultimo giorno di mercato".

L’impresa più grande della carriera di Thiago Motta è legata al periodo vissuto all’Inter.

“Quello con l’Inter, abbiamo fatto un anno storico per la società, ma anche per noi stessi. L’Inter non vinceva da tanto tempo la Champions ed è stato incredibile riuscirci”.

Ranieri alla guida del Leicester riuscì in un qualcosa che ancora oggi è ricordato come uno degli eventi più sorprendenti della storia del calcio.

“Quando sto in strada, qualunque tipo di persona, di qualsiasi continente, mi riconosce e si vuole fare una foto ricordando il Leicester e quello che è stato fatto. Se è una cosa ripetibile? Io me lo auguro perché è simpatico che di tanto in tanto ci sia una squadra che sbaraglia il campo alle grandi".

Il tecnico della Sampdoria ha ricordato quale è stato il suo derby più sofferto.

“E’ facile, con la Roma contro la Lazio. Stiamo perdendo e a fine primo tempo, negli spogliatoi, dico a Totti e De Rossi di spogliarsi perché è finita la loro partita. Per fortuna vincemmo 2-1, se non ci fossimo riusciti sarei dovuto rimanere fuori lo stadio".

Ranieri, alla sua prima esperienza alla guida della Roma, sfiorò uno Scudetto che, a detta di molti, sfumò proprio a causa di una sconfitta patita contro la Sampdoria.

“Non è stata la Sampdoria. Tutti giustamente parlano di quella partita perché eravamo in vantaggio e sbagliammo diverse occasioni, ma io ricordo due partite con il Livorno, con loro facemmo un solo punto su sei. Anche in quel caso sono subentrato e feci più punti di Mourinho".

Vincere il derby rappresenta un qualcosa di unico a Genova e Thiago Motta lo sa bene.

“Sono cose che ho vissuto già prima e non è cambiato nulla. Per una città che non è così grande avere due squadre così, una storica e importantissima come il Genoa ed una grande come la Sampdoria, ti chiedono sempre del derby, anche per strada si raccomandano. Immagino il momento subito dopo la partita: vinci il derby e vai a festeggiare, se non vinci vai a casa a pensare già alla prossima partita”.

Per Ranieri si tratterà del primo derby della Lanterna. Il tecnico della Samp diventerà il primo allenatore ad aver affrontato tutte le stracittadine in Italia.

“Mi sono visto le gare dell’anno scorso, per entrare nel clima e devo dire che è veramente un qualcosa di meraviglioso da parte di tutte e due le tifoserie. Auguro ad ambedue le squadre di salvarsi perché Genoa e Sampdoria devono restare in Serie A. Io l’unico tecnico in Italia ad aver giocato tutti i derby? Non lo sapevo, comincio ad essere vecchio”.

Ranieri ha avuto modo di allenare Thiago Motta ai tempi dell’Inter.

“Ce l’ho con lui. Ricordo che il presidente Moratti diceva “Non lo facciamo partire”. Lui aveva già un accordo con il PSG, a fine campionato sarebbe andato via. Gli ho chiesto di finire la stagione con noi, avevamo fatto con l’Inter molti punti. Quando se ne andò si spense la luce, è incredibile, la squadra smise di girare. Lui interpretava il mio modo di pensare il calcio, era un fenomeno, sapeva prima cosa doveva fare. Con uno o due tocchi faceva girare tutta la squadra, era già un allenatore”.

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