Vincenzo Montella resta in sella al Milan anche dopo la seconda sconfitta consecutiva incassata dalla Roma, ma è chiaro che pur con tutta la fiducia possibile da parte della dirigenza il derby contro l'Inter sarà un appuntamento da non fallire.
Oltre ad una manovra ancora da registrare e problemi difensivi che ritornano, il tecnico rossonero si trova anche a dover gestire una rosa ricca di soluzioni ma anche foriera di scelre difficili.
Il cambio di modulo ha di fatto tolto rimescolato le gerarchie e chi sembra aver pagato più di tutti è Suso, rimasto in panchina per la seconda partita di fila, a vantaggio del terzetto formato da Kalinic, André Silva e Cutrone. Lo spagnolo peraltro sconta sulla sua pelle anche la disfatta contro la Sampdoria in cui era titolare, ma non è l'unico in questa situazione.
Anche Bonaventura, infatti, è stato spedito in panchina sia contro il Rijeka che contro la Roma, pur in quest'ultimo caso non essendo al meglio il suo sostituto Canhaloglu, il cui recupero era stato in forse fino all'ultimo. Parlare di bocciature è ovviamente prematuro, ma il passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2 sembra non aver fatto felici i due, per usare un eufemismo.
A precisa domanda nel post partita, Montella si disimpegna così: "Suso e Bonaventura fuori? Sono due risorse, hanno dimostrato il loro valore. Fanno parte della squadra e ci daranno una mano".
E però un'altra risposta indirettamente va colpire i due giocatori: "Il 4-3-3 abbandonato? L’anno scorso siamo arrivati a 23 punti dal terzo posto, abbiamo un’altra squadra, altri calciatori, qualcosa di diverso dobbiamo fare. Per un modulo del genere servono esterni che fanno 12/25 gol ciascuno, Insigne fa 15 gol e Callejon ne fa 12/15 a stagione..."