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2018-04-28 2008 Nakamura ShunsukeGetty Images

Shunsuke Nakamura, un giapponese a Reggio Calabria

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Cos’hanno in comune due città tanto lontane e diverse come Glasgow e Reggio Calabria?

Un nome, un cognome e due occhi a mandorla: Shunsuke Nakamura.

Il fantasista giapponese è stato infatti in grado di infiammare sia la tifoseria amaranto che quella biancoverde, unendo, almeno nell’immaginario collettivo, due mondi lontanissimi tra loro. Ma prima di raccontare le sue gesta al Granillo e al Celtic Park, partiamo con ordine.

Shunsuke Nakamura nasce a Yokohama il 24 giugno 1978, 45 anni fa, curiosamente nello stesso identico giorno di un altro grande “Diez”, tale Juan Román Riquelme. Gli inizi in patria sembrano condurci dritti dentro una puntata del famoso cartone animato “Holly e Benji”: siamo nel 1994, e mentre dall’altra parte del mondo si sta disputando la quindicesima edizione del campionato mondiale di calcio, il 16enne Nakamura decide di trasferirsi al Toko Gakuen High School di Kawasaki.

Due anni dopo, come in una trama che sembra ripercorrere le gesta televisive del mitico Oliver Hutton, viene eletto MVP del torneo nazionale giovanile a livello di scuola media e guida la sua squadra fino alla finale della competizione.
Dopo il diploma, nel 1997 Shunsuke firma per lo Yokohama Marinos, squadra in cui cresce a livello di prestazioni di anno in anno, fino ad essere nominato miglior giocatore della J-League nel 2000.  Nello stesso anno conquista la Coppa d’Asia in Libano con la nazionale nipponica, venendo anche inserito nell’undici ideale della competizione. Purtroppo per lui però, un’amara sorpresa è dietro l’angolo: non viene infatti convocato dal CT Troussier per il Mondiale in casa del 2002.

Ed è forse proprio questa esclusione che convince Nakamura a lasciare il Paese del Sol Levante e a mettersi alla prova in un campionato competitivo come quello italiano. Sì, perché la squadra che riesce ad accaparrarsi il talentuoso fantasista grazie ad un esborso di 3.5 milioni di dollari è la Reggina del presidente Lillo Foti, neopromossa in Serie A. Tra leggenda e realtà, si narra che in occasione della trattativa per il trasferimento Foti entrò in una stanza da solo con Nakamura, nonostante ovviamente non parlasse il giapponese. Il calciatore, dopo un iniziale disorientamento dovuto alle parole in dialetto calabrese del presidente, riuscì comunque a percepire tutto l’entusiasmo e l’umanità che trapelavano dalla sua figura, fattori risultati poi decisivi per la positiva chiusura dell’affare.

NakamuraGoal


Un giapponese a Reggio Calabria: sembra quasi il titolo di un film, invece è l’inizio dell’avventura calabrese di Shunsuke Nakamura. L’esordio ufficiale per il nuovo numero 10 amaranto avviene in una gara di Coppa Italia: il 18 agosto 2002 la Reggina di Bortolo Mutti si impone per 3-0 in trasferta sul Taranto e Nakamura va subito a segno aprendo le marcature dell’incontro.

Shunsuke segna 3 goal nelle prime 4 di Serie A: è lui il rigorista designato, e dagli 11 metri non fallisce contro Inter e Como; la terza marcatura arriva contro il Brescia, sempre da fermo: questa volta su calcio di punizione, sotto gli occhi del ‘Divin Codino’ Roberto Baggio. A fine campionato le reti totali saranno 7, tutte frutto di rigori e calci piazzati. Il suo stile di gioco non è improntato sulla velocità di passo ma su quella di pensiero, e inoltre può contare su un dribbling nello stretto che lascia i suoi avversari di sasso. E poi, ovviamente, la sua arma migliore: un mancino in grado di disegnare parabole belle come un arcobaleno.

Volendo poi valutare l’operazione anche da un punto di vista marketing oltre che tecnico, si può dire che certamente la Reggina ne abbia giovato: al Granillo, dopo l’avvento di Nakamura, si potevano scorgere di tanto in tanto alcuni tifosi suoi connazionali e gli stessi amaranto hanno poi organizzato diverse tournée precampionato nel Paese del Sol Levante, venendo accolti con enorme entusiasmo grazie al proprio numero 10.

Tuttavia nonostante la buona annata del giapponese, la Reggina riesce a mantenere la categoria con le unghie e con i denti soltanto dopo lo spareggio contro l’Atalanta, conquistando la salvezza nella decisiva partita di ritorno vinta per 2-1 a Bergamo. Nei due campionati successivi il rendimento del fantasista giapponese calerà anche a causa di diversi infortuni: da segnalare la doppietta contro il Brescia nella stagione 2003/04, con goal su rigore e punizione, probabilmente ispirato in modo particolare dalla possibilità di confrontarsi con uno dei giocatori più amati al mondo e che in Giappone sfiora il livello di divinità: Roberto Baggio.

Nel frattempo arriva anche un altro successo internazionale con la conquista della Coppa d’Asia 2004 in Cina, dove verrà anche nominato miglior giocatore del torneo. Si arriva quindi al 2005 e noi torniamo all’inizio del nostro racconto: il filo conduttore tra Glasgow e Reggio Calabria è proprio il nostro protagonista, che fa le valigie e si trasferisce in Scozia.

2017-07-11 Nakamura Celtic 08-09Getty Images

All’esordio con i Bhoys viene subito nominato uomo partita nella vittoria per 2-0 sul Dundee United; la sua fantasia in campo e la sua professionalità lo rendono un calciatore molto apprezzato non solo dai compagni di squadra e dal mister Gordon Strachan, ma anche i supporters del Celtic, che si affezionano subito a Nakamura. Dal Granillo al Celtic Park il passo è breve.

Nella prima stagione scozzese conquista subito due titoli: campionato e Scottish League Cup. L’anno successivo avrà modo di scrivere una pagina importante della sua carriera: sarà il primo giapponese a segnare in Champions League, grazie al goal all’esordio nella competizione messo a segno all’Old Trafford contro il Manchester United su calcio di punizione. Un mancino delizioso che però non riesce ad evitare la sconfitta del Celtic, che deve arrendersi 3-2 ai Red Devils. Ma al ritorno…

Nakamura fa nuovamente sfoggio della sua dote tecnica più importante, infilando van der Sar con una punizione calciata da una posizione ancora più distante dalla porta rispetto all’andata, siglando una rete importantissima per gli scozzesi, che vale la prima storica qualificazione del club alla fase ad eliminazione diretta, da quando la competizione ha assunto la denominazione di Champions League.

Shunsuke Nakamura CelticTom Shaw/Getty Images

Il cammino degli Hoops si interromperà al ritorno degli ottavi di finale contro il Milan, perso soltanto dopo 120 minuti di battaglia calcistica, con i rossoneri che andranno poi a vincere la competizione, vendicando la clamorosa sconfitta di Istanbul di due anni prima. Intanto Nakamura al termine della stagione aggiunge altri trofei in bacheca: un altro campionato, la Scottish Cup e viene anche nominato calciatore dell’anno in Scozia, succedendo nell’albo d’oro a campioni del calibro di Brian Laudrup, Paul Gascoigne e Henrik Larsson.

Il sigillo finale alla sua esperienza scozzese saràil goal nell’Old Firm del 16 aprile 2008 contro gli acerrimi e odiati rivali, i Rangers, in una sfida che varrà una parte importante di quello Scudetto, poi conquistato dai Celts.

Nakamura tira fuori dal cilindro un mancino dei suoi, questa volta su azione: una sventola carica d’effetto lasciata partire ben prima del limite dell’area di rigore dei Gers. Il Celtic Park è ai suoi piedi.

Dopo 4 anni meravigliosi decide di tentare l’esperienza in Spagna con l’Espanyol, ma qualcosa non va per il verso giusto e dopo soli 6 mesi interrompe l’avventura spagnola per tornare in patria, lì dove tutto era iniziato allo Yokohama F·Marinos.

A 45 anni Nakamura ha deciso di ritirarsi, dopo aver formato insieme all'oggi 56enne Kazu Miura quella che probabilmente è la coppia d’attacco più anziana mai vista in un campionato professionistico.

Se Miura poi è passato ai Suzuka Point ma è arrivato il momento di smettere, ora lo stesso ha scelto di fare Nakamura: terminata la stagione con la maglia dello Yokohama FC, l'ex Reggina ha appeso gli scarpini al chiodo congedandosi con una tripletta su punizione nella partita d'addio.

Sorpresi da una tale resistenza fisica in età così calcisticamente avanzata? Ma in fondo cosa volete che sia, paragonata alla difficoltà di centrare con un pallone il finestrino aperto di un autobus in piena corsa o di colpire la decorazione posta in cima ad una torta nuziale. Quelle sì che sarebbero imprese davvero impossibili. Per tutti, non per Nakamura.

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