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Sardinia England Friendlies 06051990

Selezione Sardegna-Inghilterra 2-10: la prima volta di Zola contro i Tre Leoni

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La sera del 12 febbraio 1997, nel prestigioso palcoscenico dello Stadio di Wembley, Gianfranco Zola entrava nella storia del calcio, battendo, con un destro all'incrocio sul primo palo, il portiere inglese Walker, titolare quel giorno in sostituzione dell'infortunato David Seaman. Quella prodezza faceva guadagnare a 'Magic Box', approdato da alcuni mesi al Chelsea, i titoli di tutti i tabloid britannici, e rendeva in discesa il cammino dell'Italia di Maldini verso Francia '98.

Non era tuttavia la prima volta che l'attaccante di Oliena incrociava i suoi tacchetti contro i Tre Leoni. Ben 7 anni prima di quella magica serata, con una maglia diversa, quella della Selezione Sardegna, e in uno stadio improbabile, il Campo Tharros di Oristano, andava in scena infatti una partita unica nel suo genere, con il n°10 fra i grandi protagonisti.

L'INGHILTERRA A ORISTANO: UNA SCELTA ANTI-HOOLIGANS 

Il sorteggio dei Mondiali di Italia '90 aveva inserito l'Inghilterra nel Gruppo F, considerato fra i più difficili, con Olanda, Irlanda ed Egitto. Tutte e 3 le partite le avrebbe disputate allo Stadio Sant'Elia di Cagliari, rimesso a nuovo per l'occasione. Per affrontare al meglio la manifestazione il Ct. dei Tre Leoni, Bobby Robson, decide così di fissare in Sardegna, per l'esattezza al Forte Village diSanta Margherita di Pula, il ritiro della squadra.

Il gruppo si trasferisce in Sardegna già a fine maggio e il progetto dell'ex tecnico del Barcellona è quello di mettere in condizione l'intero parco giocatori organizzando in loco una serie di amichevoli. La prima gara è a porte chiuse contro il Cagliari di Ranieri, che aveva appena conquistato la Serie A. Secondo quanto raccontano i presenti, quella partita è tutt'altro che amichevole e particolarmente dura anche sul fronte dei contrasti.

Successivamente, il 2 giugno 1990, l'Inghilterra vola in Tunisia per disputare una gara con i nordafricani: Robson schiera tutti i titolari e le due squadre pareggiano 1-1. Si avvicina il primo impegno dei Tre Leoni ai Mondiali, fissato per l'11 giugno contro l'Irlanda di Jackie Charlton. Ma il Ct. chiede al capo delegazione, Stefano Arrica, figlio di Andrea, deus ex machina dello Scudetto del Cagliari del 1970, di poter fare un'altra amichevole, più morbida rispetto alle precedenti, da giocarsi sempre in Sardegna.

Vanno decisi naturalmente la sede e l'avversario. La prima idea è quella di far disputare la partita a Sassari allo Stadio Acquedotto, oggi 'Vanni Sanna', contro la Torres. Ma uno degli obiettivi dei Tre Leoni e degli organizzatori dei Mondiali era scongiurare il pericolo hooligans. Sono del resto passati appena 5 anni dalla tragedia dell'Heysel, le squadre inglesi erano state escluse dalle Coppe europee fino al 1991 e appena un anno prima l'Inghilterra aveva vissuto la strage di Hillsborough, in cui persero la vita 96 tifosi rimasti schiacciati contro le recinzioni della Curva, la Leppings Lane.

Il rischio che i tifosi inglesi, che in numero consistente avevano già raggiunto la Sardegna, facessero danni in giro per l'isola, era considerato troppo alto. Così si accantona l'idea iniziale e si opta per un cambio di sede all'ultimo per spiazzare i sostenitori dei Tre Leoni: la partita si giocherà al Campo Tharros di Oristano, molto più piccolo ma più vicino al capoluogo regionale e facilmente controllabile. È il terreno di gioco della Tharros, storica società oristanese fondata nel 1905, che in quella stagione aveva disputato il campionato di Interregionale.

Resta da trovare un avversario. Bobby Robson, che fiuta l'operazione simpatia, spinge per una selezione locale. Arrica decide allora che ad affrontare l'Inghilterra a Oristano sarà la prima Selezione sarda, affidata proprio al mister della Tharros Mariano Dessì, chiamato a costruire una squadra in poche ore. La scelta viene ufficializzata soltanto la mattina della partita. Arrica è convinto che in ogni caso l'impianto sarà riempito dai tifosi locali, e così sarà: biglietti in tribuna a 10 mila Lire con incasso devoluto in beneficenza alla Croce Rossa locale e all'Istituto 'Pittau', specializzato nel recupero delle tossicodipendenze, ingresso libero per chi si accontenta di vedere la gara in piedi da dietro le recinzioni.

Gianfranco Zola Italy 10111997Getty Images

I DUE SCHIERAMENTI

Si gioca mercoledì 5 giugno alle ore 15.00. Anche l'orario è scelto non casualmente per ragioni di ordine pubblico. Robson dà spazio alle seconde linee. In porta riposa capitan Shilton e gioca David Seaman, ai tempi giovane estremo difensore del QPR. In difesa il capitano del Liverpool Mark Wright accanto al mastino Terry Butcher come coppia centrale, e Stevens e Dorigo ad agire da terzini.

Nel centrocampo a rombo TrevorSteven è il mediano, NeilWebb del Manchester United e il giovane David Platt sono le due mezzali e McMahon fa il trequartista a sostegno delle due punte Bull (attaccante del Wolverhampton) e Peter Beardsley. In panchina fra gli altri i vari Lineker, Barnes, Gascoigne e Waddle, che appena 3 giorni prima avevano giocato con la Tunisia.

Nella Sardegna trova invece spazio in extremis con il numero 10 un campione d'Italia. Gianfranco Zola, appena rientrato nell'isola dopo aver vinto il campionato con il Napoli di Maradona. Per vederlo giocare a Oristano arrivano da Oliena anche mamma e papà. Con lui ci sono l'ex compagno ai tempi della Torres Walter Tolu e Roberto Ennas, attaccante oristanese che milita in C2 con il Tempio. A centrocampo spiccano invece l'attuale D.s. del Genoa, Francesco Marroccu, e uno 'straniero': Alessandro Tomasso, calciatore umbro in forza al Tempio, convocato nonostante non sia sardo.

I Tre Leoni giocano con la maglia rossa e i calzoncini blu, la Sardegna indossa una maglia bianca con bordi blu e i calzoncini rossi. Prima del fischio d'inizio le stelle dell'Inghilterra si sottopongono al rituale degli autografi. Particolarmente ricercato è Gary Lineker, capocannoniere dei Mondiali 1986, che soddisfa le richieste dei numerosi piccoli fans. 

Gary Lineker England World Cup 1990Getty Images

LA PARTITA

Quando l'arbitro Guzzardi dà il via alla partita ci sono pochi dubbi sul fatto che la gara finirà tanto a poco per l'Inghilterra. Ad assistere al match accorrono in circa 3000, ingente anche lo spiegamento di forze dell'ordine, mentre i tifosi inglesi sono una ventina. L'obiettivo della Sardegna è soltanto quello di limitare i danni. Ma dopo il fischio d'inizio accade subito qualcosa di inaspettato. Il centrocampista offensivo McMahon, infatti, ricevuto il pallone, si invola palla al piede verso la propria porta e deposita lo stesso alle spalle dell'immobile Seaman. L'autogoal rientra nel piano 'squadra simpatia' voluto da Bobby Robson: è un gesto di fair play verso gli avversari più deboli per stemperare gli animi molto tesi per il pericolo hooligans.

E ne nasce una partita divertente e piacevole, in cui non manca di certo il contatto fisico, aspetto sotto il quale, naturalmente, i giocatori inglesi la fanno da padrone

"Robson chiese di raccomandarmi con i giocatori isolani prima della partita. - rivela Arrica a 'La Nuova Sardegna' - 'Andateci piano', gli dissi. Ma a picchiare come fabbri erano in realtà gli inglesi". 

"Eccome se picchiavano, - conferma Marroccu ai microfoni del quotidiano sassarese - ma la verità è che dal punto di vista fisico c’era un abisso. Vedere quei fisici statuari era in un certo senso bellissimo e impressionante. Zola era l’unico tra noi a poter dire la sua a quel livello. Per questo avevamo uno schema molto semplice: palla a Gianfranco e cercare di non subire 50 goal, perché fu realmente un assedio".

Così, nonostante l'autogoal di McMahon, gli inglesi presto dilagano. I mattatori sono l'attaccante del Liverpool Beardsley e il centrocampista del Manchester United Neil Webb, autori entrambi di una tripletta. Bull ne segna 2, mentre Platt e lo stesso McMahon realizzano un goal ciascuno. Nel finale una grande emozione per lo 'straniero' Tomasso. Il giocatore umbro, ben prima di Ronaldinho ai Mondiali 2002, beffa infatti Seaman direttamente su calcio di punizione.

Zola deve invece accontentarsi di qualche conclusione e di qualche giocata di classe, che scatenano gli applausi del pubblico festante. I 10 milioni di Lire di incasso, come stabilito in sede di organizzazione, vengono devoluti in beneficenza.

Paul Gascoigne Sardinia England Friendlies 06051990

GASCOIGNE SHOW IN PANCHINA

Se in campo i giocatori sardi restano impressionati dalla fisicità del capitano dei Tre Leoni Butcher, inpanchina è invece Gascoigne a prendersi la scena.

"Robson lo tenne a riposo e lui regalò al pubblico della tribuna 90 minuti di show. - ricorda Tolu -Tutte le volte che gli passavo davanti mi gridava 'Rambo-Rambo!', sicuramente per i miei capelli lunghi e ricci. Ma la cosa ancor più divertente fu un’altra: qualche anno dopo, quando giocavo nella Fidelis Andria, me lo ritrovai davanti prima di una partita di Coppa Italia contro la Lazio. Nel corridoio degli spogliatoi mi riconobbe e me ne gridò di tutti i colori: i miei compagni erano allibiti, io ero piegato in due per le risate...".

I tifosi chiedono il suo ingresso in campo: "We want Gazza", ma restano inascoltati da Robson.

"Passò tutto il tempo a succhiare dei grandi lecca-lecca- racconta Marroccu - e la cosa mi lasciò basito: persino noi giocatori dilettanti avevamo un regime alimentare abbastanza controllato. Ma lui era Gazza...".

A CACCIA DI UNA MAGLIA

Quando l'arbitro fischia la fine, i giocatori della Selezione sarda vanno a caccia di una maglia ricordo. Tolu punta al bersaglio grosso e chiede quella di Bryan Robson, il leggendario capitano del Manchester United, quel giorno tenuto a riposo. 

"La prenotai durante l'intervallo, - rivela - portava la 7 proprio come me. A fine partita però, in mezzo alla confusione, lo persi di vista e pensavo ormai di non riuscire più ad averla. Invece quando entrai negli spogliatoi lo trovai sulla porta sorridente con la maglia fra le mani. Un gesto da vero gentleman, che non ho mai dimenticato".

Sicuramente non hanno dimenticato quel pomeriggio di grande calcio nemmeno i tifosi oristanesi, che per una serie di coincidenze videro da vicino in un piccolo campo di provincia le stelle di una delle Nazionali più forti al Mondo. L'amichevole portò peraltro molto bene a Bobby Robson e ai suoi ragazzi, che guadagnarono la simpatia dei tifosi e furono protagonisti di un grande Mondiale, concluso al 4° posto finale.

Per Zola, invece, quella gara contro i Maestri inglesi, giocata sotto lo sguardo dei suoi genitori, fu quasi un segno del destino. Soltanto qualche anno più tardi l'attaccante di Oliena sarebbe diventato un simbolo del Chelsea, e a Wembley, con la divisa dell'Italia, avrebbe ottenuto la sua grande rivincita sui Tre Leoni. 

IL TABELLINO

SELEZIONE SARDEGNA-INGHILTERRA 2-10

MARCATORI: aut. McMahon (S), 3 Beardsley (I), 3 Webb (I), 2 Bull (I), Platt (I), McMahon (I), Tomasso (S)

SELEZIONE SARDEGNA (1° tempo): Nioi, Spano, Moro, Bortolini, Tomasso, Marroccu, Martinez, Tolu, Ennas, Zola, Corda. All. Mariano Dessì

SELEZIONE SARDEGNA (2° tempo): Nioi, Toffolon, Laconi, Carta, Nieddu, Di Laura, Mura, Napoli, Fara, Zola, Angioni. All. Mariano Dessì

INGHILTERRA (4-3-1-2): Seaman; Stevens, Wright (46' Hodge), Butcher, Dorigo; Webb, Steven, Platt; McMahon; Bull, Beardsley. Ct. Bobby Robson

Arbitro: Guzzardo di Oristano

Spettatori: circa 3000

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