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Seedorf a Goal: "Al Milan ho fatto benissimo, nessuno ha fatto meglio dopo di me"

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Giocatore e allenatore del Milan, leggenda del calcio mondiale. Clarence Seedorf oggi vive negli Emirati Arabi Uniti e in una lunga intervista concessa a Goal MENA parla di tutto.

Si parte proprio dal Milan, che nel gennaio 2014 gli affidò la panchina salvo esonerarlo al termine della stagione dopo soli sei mesi.

"Mi sentivo pronto. E anche i risultati hanno dimostrato che ero pronto. Purtroppo il club in quel momento era abbastanza instabile perché la proprietà voleva vendere e mi sono ritrovato in un ambiente turbolento. Ho avuto la media punti più alta rispetto agli ultimi allenatori del Milan e il modo in cui giocavamo rispecchiava il DNA del club. Ho preso la squadra quasi in zona retrocessione e l'ho portata a lottare per un posto in Europa. Come allenatore col Milan abbiamo fatto un lavoro incredibile in un periodo di crisi".

L'olandese quindi prova a spiegare i reali motivi della rottura col Milan.

"Avevo altri due anni di contratto ma il club era in una situazione veramente difficile. Dopo di me hanno cambiato tre allenatori in due anni. Hanno speso 100 milioni eppure nessun allenatore ha fatto meglio. Prima c'era Allegri, che alla Juventus ha vinto tutto, ma col Milan era in zona retrocessione. Io non potevo dire di no al Milan, spero che sia sempre il mio club come il Real Madrid, il Botafogo, la Sampdoria, l'Ajax, l'Inter e tutte le squadre in cui ho giocato. Mi dispiace per i tifosi che hanno sofferto molto in questi anni, spero che possano godersi finalmente una stagione da Milan".

Seedord come Guardiola, Capello e ora Pirlo. Grandi calciatori diventati improvvisamente allenatori.

"Credo che, con l'esperienza che abbiamo avuto da giocatori, sai come gestire le persone, trasmettere la tua filosofia e gestire i calciatori. Basta trovare l'ambiente giusto e una società solida. Non ho mai sentito tanta pressione come allenatore perchè quando sei stato calciatore, ci sei abituato. Non credo che Pirlo sia più agitato ora di quanto lo fosse da giocatore".

Clarence Seedorf AC Milan Bologna Serie A 14022014Getty Images

Riguardo alla querelle tra Messi e il Barcellona, invece, Seedorf ha un punto di vista decisamente particolare.

"Non sappiamo i motivi per cui ha detto quelle cose. Penso che Messi si è guadagnato i suoi gradi, se dice certe cose conosce le conseguenze ed è pronto ad affrontarle. Magari è un modo anche per motivare sé stesso. Può essere una tattica...non lo so".

L'olandese vede ancora la Pulce e Cristiano Ronaldo sul trono del calcio, ma si chiede chi possa prendere il loro posto.

"Penso che se Messi e Ronaldo sono in forma e motivati resteranno su alti livelli. La domanda è: vedremo crescere alcuni giovani? Messi e Ronaldo dimostrano da 12-13 anni cosa sanno fare, quando vedremo altri al loro livello?".

Seedorf fino ad oggi è l'unico ad aver vinto la Champions League con tre club diversi ma Cristiano Ronaldo potrebbe eguagliare il suo record con la Juventus.

"Sarebbe un vero piacere se ci riuscisse. Avremmo potuto parlare di un altro, no? Quindi non è una brutta cosa. Io sarò sempre il primo e questo non cambierà, i record sono fatti per essere eguagliati. La Juventus può sempre competere per vincere la Champions League, Cristiano è ancora motivato quindi sì...può riuscirci".

L'olandese poi bacchetta Neymar, che secondo lui non avrebbe dovuto lasciare il Barcellona per trasferirsi al PSG.

"Penso che avesse trovato il suo posto al Barcellona, le cose funzionavano . Gli auguro il meglio al PSG, ma continuo a pensarlo anche se l'anno scorso sono arrivati in finale di Champions League. Può fare bene ovunque ma ho la sensazione che il Barcellona fosse la soluzione giusta per lui a lungo termine".

Infine un commento su un argomento sempre molto delicato: il razzismo nel mondo del calcio. Più che un'opinione, Seedorf snocciola numeri, fatti, per mettere in luce una disparità piuttosto evidente.

"Non lo dico io, lo dicono i numeri, dovrebbero esserci le stesse opportunità per tutti, lo stesso trattamento. Prendi il mio esempio, i punti che ho fatto, 35 punti in 19 partite, e sono stato esonerato, mentre gli allenatori che sono venuti dopo di me hanno fatto meno punti ma sono rimasti un anno intero, allora ti chiedi quali sono i parametri di valutazione? Quali sono i criteri? E non è solo legato a me. Quanti allenatori o manager di colore occupano posizioni rilevanti nel calcio europeo? E nelle Federazioni? La percentuale è molto bassa, l'1% o meno. La diversità che vediamo in campo non si riflette nelle panchine o nelle dirigenze. E' qualcosa che è legato alla società e il calcio rispecchia ciò che succede nella società".

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