Un investimento per il presente e il futuro. Un inizio difficile e una prima stagione con alti (meno) e bassi (più). Spezzoni tra Serie A e Coppa Italia con due goal e tre assist con una graduale crescita e un destino da protagonista.
Lazar Samardzic è uno dei tanti colpi dell'Udinese targata Pozzo. Nell'estate 2021, il club friulano ha messo sul piatto tre milioni di euro per strappare il gioiellino nato a Berlino nel 2002 al Lipsia.
Cresciuto nel settore giovanile dell'Hertha Berlino, società in cui è arrivato a 7 anni, Samardzic sta proseguendo il suo percorso di ambientamento in Italia e in Serie A, raccogliendo i primi frutti del lavoro.
Il 20enne ha già realizzato nelle prime sette partite di campionato due reti, le stesse messe a segno nell'intera passata stagione, firmando i successi sulla Roma per 4-0 alla Dacia Arena e in casa del Sassuolo per 3-1.
Il numero 24 dei friulani, protagonista insieme ai compagni dell'ottimo inizio di stagione della squadra allenata da Andrea Sottil con cinque vittorie di fila, ha parlato a GOAL e SPOX del momento dei bianconeri e della sua esperienza tra le fila della società di Pozzo.
"Questo club è come una famiglia. Tutti si conoscono. È molto facile lavorare qui perché hai davvero tutto a disposizione. Cosa c'è di veramente fantastico? Puoi mangiare quando vuoi, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 - mattina, mezzogiorno, sera. Una situazione simile a quella vissuta a Lipsia, ma non molto comune in Italia. La filosofia è quella di giocare un calcio propositivo. In rosa ci sono top player come Gerard Deulofeu e Roberto Pereyra, ex Barcellona e Juventus. Di conseguenza, l'obiettivo è quello di conquistare un posto in una competizione internazionale. Al momento non c'è un traguardo preciso da raggiungere, da stabilire durante il corso della stagione".
Samardzic ha svelato il motivo per il quale 13 mesi fa ha scelto di lasciare la Bundesliga e iniziare la sua avventura in Italia e all'Udinese:
"Il Lipsia non voleva vendermi ad un altro club della Bundesliga per non rafforzare una rivale. Visto che ho avuto anche alcune richieste dall'estero, non è stato un problema per me. L'Udinese mi voleva davvero. È una squadra che solitamente si colloca a metà classifica in Serie A. Di conseguenza posso giocare e crescere senza troppa pressione. Ho pensato che questo club sarebbe stato perfetto per me perché ho l'opportunità di giocare molto di più. Ma finora, purtroppo, non è ci sono riuscito molto di più rispetto a Lipsia, ma solo un po'".
Il 20enne tedesco racconta alcuni retroscena dell'esperienza all'Udinese, con cui ha firmato un contratto di cinque anni fino al 30 giugno 2026:
"Avevamo concordato che durante il primo anno mi sarei concentrato principalmente sull'ambientamento. Ora spero che il minutaggio sia di gran lunga maggiore e mi sento pronto per questo. Sono stato già sceso in campo con più continuità alla fine della scorsa stagione. Mi sono accorto in allenamento che potevo farlo e ho ricevuto indicazioni positive dall'allenatore, che mi confermava che meritavo di giocare di più".
Il trasferimento a 19 anni dalla Germania a Udine non è stato facile per Samardzic:
"Ho vissuto da solo a Lipsia per un anno, ma ovviamente il trasferimento a Udine non è stato la stessa cosa: paese diverso, lingua diversa. La mia famiglia e i miei amici venivano spesso a trovarmi e per me era tutto più semplice. Ora i miei compagni di squadra sono di grande aiuto. Ho origini serbe e all'Udinese ci sono molti giocatori balcanici e un tedesco, Tolgay Arslan".
Nella stagione al Lipsia, Samardzic ha conosciuto e lavorato con Julian Nagelsmann, attuale allenatore del Bayern Monaco.
"Ha fatto molte cose in modo molto diverso rispetto a come l'ho conosciuto io. Ciò che lo rende unico è il grande sforzo mentale richiesto in allenamento. Lavorava con i colori e in generale molto spesso si trattava di essere veloci nella testa. Questo è ciò che lo distingueva. Anche le esercitazioni erano fatte a seconda dell'avversario. Capivi subito che tutto aveva un senso. Ha tutte le qualità di cui ha bisogno per essere un allenatore".
Il calciatore dell'Udinese aggiunge ulteriori dettagli sull'esperienza agli ordini di Nagelsmann ati tempi di Lipsia:
"Ho imparato molto. Certamente avrei preferito giocare di più, in realtà l'allenatore (Nagelsmann, ndr) me lo aveva promesso. Tuttavia, so che è stato anche molto difficile per lui perché eravamo una squadra forte i giocatori nel mio ruolo hanno giocato bene. Ma nonostante questo, in alcune occasioni sono partito titolare, cosa che ha richiesto molto tempo anche qui in Italia. Sono maturato come calciatore e come uomo, e improvvisamente ho dovuto cavarmela da solo. Benjamin Henrichs in particolare mi ha aiutato molto fuori del campo".




