Paulo Fonseca ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita tra Roma e Bologna, presentando l'anticipo del 23° turno di Serie A. I giallorossi hanno bisogno di una vittoria per sovvertire il trend delle ultime giornate, che vede gli uomini di Fonseca in crisi di risultati.
"Io sto lavorando per cambiare la mentalità della Roma, bisogna avere sempre una mentalità vincente, ma contro il Sassuolo ad esempio è stato anche un problema tattico mio, oltre che tecnico dei giocatori. Credo che il problema principale della Roma sia l'approccio alla partita, poi si perde l'equilibrio ed è sempre difficile rimettersi in piedi".
"Pastore e Mkhitaryan si sono allenati, il secondo è più in forma del primo ma sono entrambi tra i convocati per la partita di domani".
"In questo momento ho un paio di dubbi per la formazione di domani. Kolarov è sicuramente un giocatore con grande mentalità, un leader dello spogliatoio. Io non voglio parlare però delle scelte di domani, anche se il serbo può essere una possibilità".
"Pastore titolare? Devo dire che è molto difficile vederlo dal primo minuto ancora. Con Pellegrini squalificato abbiamo comunque delle opzioni, come Kluivert e Perotti che potrebbero giocare da trequartisti. Ho pensato anche di mettere dentro sia Kalinic che Dzeko, ma devo dire che non è facile cambiare l'atteggiamento tattico della squadra così tanto. Può succedere a partita in corso".
"Contro il Sassuolo non abbiamo perso perché l'arbitro ha sbagliato, ma devo dire che è difficile capire come sia stato possibile che abbiamo finito la partita con tutti quei cartellini gialli. Dopo qualche mese posso dire che la linea arbitrale non è uguale per tutte le squadre. Per me questo è chiaro. Si tratta di una cosa che mi provoca insoddisfazione durante le partite".
"Quando Carles Perez è arrivato qui, io gli ho chiesto quante squadre in Spagna marcano uomo a uomo l'avversario, lui mi ha risposto 'nessuna'. Gli ho subito detto di prepararsi, perché qui invece accade spesso. Devo dire che non è facile giocatore contro squadre aggressive, che marcano uomo contro uomo".
"Carles Perez e Villar sono due giovani di grande qualità, ma hanno bisogno del classico ambientamento, hanno bisogno di capire il calcio in Italia".




