Quando StefanRistovski è arrivato in Italia appena diciottenne, la Juventus doveva ancora vincere il suo primo titolo nazionale dei 9 consecutivi. Sembra una vita fa, almeno calcisticamente parlando. Di strada ne ha fatta tanta: lo scorso 12 febbraio ha compiuto 30 anni, festeggiati da giocatore della DinamoZagabria, club in cui si è trasferito a partire dal gennaio 2021 e presenza fissa in Europa League, con licenza di sorprendere: un anno fa di questi tempi eliminava José Mourinho e il suo Tottenham agli ottavi e sfiorava la semifinale. Quest’anno ha fatto sudare il Siviglia.
Insomma, in Croazia il classe 1992 ha conquistato un ruolo di rilievo. Lo stesso che ha, da sempre, con la sua nazionale, la Macedonia del Nord, la prima avversaria dell’Italia negli spareggi verso il Mondiale di Qatar 2022. Dal ritiro internazionale di Goran Pandev post Euro 2020 ha anche la responsabilità più pesante all’interno del gruppo: porta al braccio la fascia di capitano che per anni è stata dell’ex Napoli, Lazio e Inter, il più forte calciatore macedone di sempre. Anche Ristovski, come Pandev, ha avuto l’Italia nel destino.
“Con Goran ho un rapporto speciale, per me è come un padre - ha raccontato nel marzo 2021 in un’intervista a 'Calciomercato.com' - Quando ho vissuto il periodo più brutto in Italia, nel quale non sapevo dove andare, ho chiamato lui e Goran mi ha aiutato subito. Io avevo 19 anni e giocavo nel Crotone, guadagnavo poco e non ero felice: mi ha fatto ripartire da zero. Ma Pandev è sempre buono con tutti, non solo con me”.
GettyCaso vuole che sia proprio l’attuale squadra di Pandev quella che nel 2010 lo ha portato in Italia: il Parma. Lo ha inserito nella sua Primavera, lo ha fatto giocare al Torneo di Viareggio del 2011 e nell’estate successiva lo ha spedito a fare esperienza in Serie B con la maglia del Crotone — dove ha condiviso lo spogliatoio con Alessandro Florenzi, che sarà suo avversario proprio nel playoff e dove ha fatto anche il suo esordio a livello professionistico.
Negli anni successivi ha vagato per la Serie B (con una tappa anche in C al Frosinone), vestendo le maglie del Bari e successivamente del Latina, dove si è tolto le più grandi soddisfazioni, o quantomeno ci è andato molto vicino: nel 2014 ha disputato la finale del playoff di Serie B, persa contro il Cesena. É tornato nel Lazio anche a gennaio 2015, sempre in prestito dal Parma, mentre il club emiliano viveva un momento critico che avrebbe portato al fallimento nell’estate successiva. Ha fatto in tempo a raccogliere le sue uniche 6 presenze in Serie A, 4 delle quali da titolare. Tutte sconfitte.
"L'anno prima avevo rinnovato il contratto per cinque stagioni perché avevo fatto molto bene in prestito al Latina. Avere una possibilità in gialloblù era il mio sogno, non mi importava l'ingaggio. Ma nella prima parte di stagione non ho trovato spazio così a gennaio sono tornato in prestito al Latina, poi il Parma è fallito e io mi sono ritrovato con il cartellino in mano”.
GettyHa lasciato Parma a zero per accasarsi allo Spezia, dove però non ha mai giocato nemmeno un minuto: è stato ceduto in prestito in Croazia, al Rijeka, società che collaborava con i liguri per mezzo del dirigente Damir Miskovic, che secondo ‘La Nazione’ lo aveva tesserato in Italia per farlo risultare idoneo come quota extracomunitaria. In Croazia ha vissuto una fase di rilancio della sua carriera che nel giro di due anni lo ha portato anche a giocare in ChampionsLeague. Adocchiato dagli scout dello Sporting di Lisbona, nell’autunno del 2017 si è ritrovato a sfidare il Barcellona e anche la Juventus nella fase a gironi con la maglia biancoverde. In un paio d’anni Ristovski è passato dalla lotta salvezza in B al top assoluto.
In due anni e mezzo in Portogallo ha ottenuto oltre 80 presenze rimanendo nel giro della prima squadra, prima di lasciarla proprio sul più bello nell’anno del ritorno alla vittoria del titolo. In ogni caso, non è rimasto a secco: ha subito vinto con la DinamoZagabria, diventando campione di Croazia per la seconda volta (la prima con il Rijeka).
La costante della sua carriera è stata la nazionale della Macedonia del Nord. Ha vissuto un girone da sogno, battendo persino la Germania in trasferta. Ha chiuso al secondo posto valido per il playoff contro l’Italia. Dall’esordio nel 2011, passando per Euro 2020, alla fascia di capitano che porterà al braccio nella sfida contro gli azzurri. Torna a Palermo per la terza volta: una volta in Serie B ci ha vinto col Latina, nella seconda occasione ci ha perso col Parma in Serie A. Forse non saranno i 90 minuti più importanti della sua carriera, ma di certo quella del Barbera sarà una notte speciale.
