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Fabio Quagliarella Sampdoria JuventusGetty Images

Quagliarella a DAZN: "Conte è un vincente, fa migliorare i giocatori"

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La Sampdoria ha iniziato la stagione con tre sconfitte nelle prime tre giornate di campionato: l'unico goal dei blucerchiati è stato realizzato dal sempreverde Fabio Quagliarella, lo scorso anno capocannoniere della Serie A con 26 reti.

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L'attaccante di Castellammare di Stabia ha parlato ai microfoni della rubrica 'Linea Diletta' in onda su DAZN: il ritiro dal calcio giocato è un'ipotesi al momento abbastanza lontana dalla realtà.

"Diventare capocanniere a 36 anni è un qualcosa di pazzesco, anche se non vedevo l'ora che finisse una stagione parecchio stressante. Dal punto di vista fisico sto bene e il ritiro non l'ho preso in considerazione: scherzando con la mia fidanzata abbiamo detto che sarebbe stato bello chiudere in bellezza, ma la passione per questo sport e troppa e non smetteresti mai".

Quagliarella venne allenato da Conte ai tempi della Juventus: il giudizio sull'attuale tecnico dell'Inter è entusiastico.

"E' uno che sa migliorarti sotto diversi aspetti, soprattutto quello mentale. Lui lo dice subito: se perdo o pareggio non rivolgetemi la parola. E' un vincente con la sua metodologia di lavoro che è davvero tosta. Detta sempre i passaggi lasciandosi prendere dall'entusiasmo, gli manca solo il joystick della Playstation. Sono sicuro che l'Inter con lui avrà un ruolo di primo piano quest'anno".

Carattere completamente diverso quello di Giampaolo, artefice della sua rinascita alla Sampdoria.

"Era molto introverso, in tre anni avremo parlato cinque o sei volte: lui mi diceva che era tutto perfetto. Nel modo di lavorare è molto simile a Conte: entrambi non lasciano nulla al caso e preparano la gara nei minimi dettagli, in particolare l'approccio iniziale".

Il periodo a Napoli fu caratterizzato da gioie e dolori per alcune vicissitudini private che colpirono Quagliarella nel profondo.

"Quell'anno sono andato in doppia cifra e ci siamo qualificati per l'Europa, i problemi più che altro erano fuori dal campo. Chiamai il mio amico Giulio per raccontargli il mio disagio, non ce la facevo più a causa dello stalker che mi perseguitava. Lui si rivolse a mio padre dicendogli che in me qualcosa non andava. Così papa venne a Castelvolturno e mi tranquillizzò: quella chiacchierata mi diede un po' di serenità. Quel periodo è stato un incubo, quell'uomo aveva deciso di intromettersi nella mia vita per dare fastidio. Ora però mi sto prendendo le soddisfazioni che prima non sono riuscito ad avere".

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