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Alan Shearer Blackburn Rovers 1994/95Goal

La Premier League vinta dal Blackburn Rovers nel 1994/95: un titolo targato Alan Shearer

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Il lungo dominio del Manchester United targato Ferguson, i successi degli Invincibili dell'Arsenal, i 5 campionati vinti dal Chelsea di Abramovich, l'epico titolo di Mancini e il ciclo di Guardiola al Manchester City, senza dimenticare la cavalcata incontrastata del Liverpool di Klopp: la storia della Premier League, giunta quest'anno alla sua trentesima edizione, è caratterizzata da trionfi di superpotenze, di squadre infarcite di campioni, di team destinati a vincere. Le uniche due eccezioni sono da iscrivere alla categoria 'miracoli sportivi': il Leicester di Ranieri, Vardy, Kanté e Mahrez nel 2016 e il Blackburn Rovers stagione 1994-1995. Una squadra e un titolo che per tutti ha due deus ex machina come Jack Walker e Kenny Dalglish ma un solo, vero uomo-copertina: the one and only, Alan Shearer.

Miglior marcatore della storia della Premier League con 260 goal in 440 presenze, Shearer ha legato la sua vita calcistica a doppio filo alla squadra della sua città, il Newcastle, ma è nel Lancashire che ha conquistato l'unico trofeo della sua carriera, che avrebbe potuto essere decisamente più ricca di titoli se avesse ceduto alle ripetute avances del Manchester United di Sir Alex Ferguson, che per anni ha cercato, invano, di portare ad Old Trafford quello che era considerato uno dei più forti centravanti al mondo.

Gli inizi al Southampton al fianco di Matt Le Tissier, l'esplosione nella stagione 1991/92, conclusa con 13 goal in 41 presenze ma soprattutto con l'esordio in Nazionale a 21 anni, ovviamente bagnato con un goal nell'amichevole contro la Francia: nell'estate del 1992 Alan Shearer è il talento che tutte le grandi d'Inghilterra sognano di accaparrarsi. A spuntarla, con un assegno record da 3.6 milioni di sterline, la cifra più alta mai pagata nella storia del calcio inglese (ben oltre i 2.9 milioni di pounds spesi dal Liverpool per Dean Saunders l'anno prima), è il miliardario Jack Walker, uno dei primi veri Paperoni del calcio inglese, che dopo la cessione delle sue acciaierie ha tempo e risorse per dedicarsi al suo ambizioso progetto sportivo: portare il Blackburn Rovers sul tetto d'Inghilterra.

A convincere Shearer a rifiutare il Manchester United di Ferguson e trasferirsi a Ewood Park è Kenny Dalglish, manager del neopromosso club biancoblù, che sceglie modi e parole giuste per far breccia nel cuore del giovane Alan. L'incontro tra i due al Thistle Hotel di Haydock con mogli al seguito è decisivo per la scelta dell'attaccante, che resta colpito dallo spessore umano dell'ex leggenda del Liverpool e, come lui stesso ammetterà in seguito, al tempo stesso infastidito dall'atteggiamento attendista dei Red Devils, che si 'consoleranno' poi nel novembre del 1992 con l'acquisto di Eric Cantona. 

L'impatto di Alan nel Lancashire, con 16 goal in 21 presenze, è devastante tanto quanto l'infortunio che lo costringe a saltare la seconda parte di stagione e ad accantonare, almeno per il momento, i sogni di gloria con il Blackburn. Il secondo anno è quello della consacrazione: con 31 goal trascina i Rovers al secondo posto dietro al Manchester United, posizionandosi alle spalle del solo Andy Cole nella classifica marcatori finale della Premier League.

Il Blackburn costruito da Dalglish è una delle squadre più solide del campionato ma il peso dell'attacco è tutto sulle spalle di Alan, che realizza quasi il 50% dei goal complessivi dei biancoblù. Manca una seconda bocca da fuoco, un attaccante in grado di ridurre il gap con la superpotenza allenata da Ferguson. Ed è per questo che nell'estate del 1994, complice anche l'infortunio di Kevin Gallacher, Walker rimette mano al portafoglio e porta a Ewood Park, sborsando 5 milioni di sterline, quello che diventerà il 'partner in crime' di Shearer: Chris Sutton, stella del Norwich, reduce da un'annata da 25 goal in Premier League.

Una stagione, quella 1994/95, che si apre con una sconfitta per il Blackburn, che perde 2-0 contro il Manchester United nella 72ª edizione della Charity Shield: assenti in quella sfida sia Shearer, fermato da un'intossicazione alimentare, che Sutton, ancora in ritardo di condizione. Una corazzata, quella di Ferguson, reduce da due Premier League consecutive, con nomi del calibro di Cantona, Schmeichel, Ince, Giggs. Nessuno avrebbe mai immaginato che da lì a poco il dominio incontrastato dei Red Devils sarebbe stato messo in discussione proprio dai Rovers: 5 vittorie nelle prime 7 giornate, con 12 goal firmati dalla coppia Shearer-Sutton, presto ribattezzata 'SAS' (Shearer And Sutton).

SAS Shearer & SuttonGetty

Dopo i passi falsi contro Norwich e Manchester United il Blackburn da novembre (con i premi a Dalglish come miglior manager, Alan e Chris come i due MVP del mese) inserisce il turbo, inanellando una striscia di 12 risultati utili consecutivi (11 vittorie e un pareggio). E se da dicembre in avanti Sutton vive un periodo di appannamento sotto porta, con un digiuno che durerà quasi 5 mesi, a trascinare i Rovers è la straordinaria continuità realizzativa di Sheraer, che mette a segno 13 goal in 10 partite da novembre a inizio gennaio, firmando contro QPR e West Ham le sue due triplette stagionali. 

Il Blackburn è la perfetta rappresentazione di un calcio tipicamente british: 4-4-2 il modulo di riferimento, squadra fisica ed equilibrata, con due esterni di centrocampo come Ripley e Wilcox incaricati principalmente di scodellare palloni 'in the box' per la 'SAS'. Una squadra quasi da recitare a memoria, che vede in Tim Flowers tra i pali, Colin Hendry e Greame Le Saux in difesa ma soprattutto nel centrocampista e capitano Tim Sherwood, oltre che ovviamente a Shearer e Sutton, i suoi pilastri imprescindibili.

Blackburn Rovers 1994/95Goal

Ad interrompere l'imbattibilità dei ragazzi di Dalglish, alla 24ª giornata, non può che essere il solito Manchester United, rinforzatosi nel frattempo con l'arrivo dal Newcastle di Andy Cole, capocannoniere della Premier League nella stagione precedente. A siglare il goal-partita è Sua Maestà Eric Cantona, che però pochi giorni dopo aver riavvicinato alla vetta i Red Devils infliggerà alle speranze di titolo della squadra di Ferguson il colpo di grazia con... una mossa da kung-fu. Il calcio volante di King Eric al tifoso del Crystal Palace, uno dei gesti più folli e iconici della sua carriera, viene punito con una maxi-squalifica dalla Football Association, che ferma il francese per 8 mesi.

Il Manchester United prova a reggere botta ma in primavera perde punti preziosi contro Tottenham, Liverpool, Leeds e Chelsea. Il Blackburn, nonostante l'infortunio di Wilcox (sostituito nell'undici-tipo da Kenna, con l'avanzamento di Le Saux) sembra ormai in fuga, a fine aprile, a 3 giornate dal termine, sono 8 i punti di vantaggio sulla seconda, che ha però una partita da recuperare. E la rimonta, inattesa, dei Red Devils regala alla Premier League uno dei finali di stagione più thrilling di sempre: i Rovers perdono contro il West Ham ma trovano, grazie ovviamente ad un goal di Shearer, una vittoria fondamentale contro il Newcastle, presentandosi all'ultima giornata con due lunghezze di distacco sulla squadra di Ferguson. 

L'epilogo è da togliere il fiato: il Blackburn è impegnato ad Anfield contro il Liverpool, ancora a caccia di un posto in Europa; il Manchester United è di scena al Boleyn Ground contro il West Ham, già tranquillo a metà classifica. Il solito Shearer porta avanti i Rovers e poco dopo Michael Hughes sorprende i Red Devils, per il vantaggio degli Hammers: sembra girare tutto per il verso giusto per gli uomini di Dalglish ma nella ripresa il pareggio del Manchester United con McClair e il successivo 1-1 del Liverpool firmato Barnes rimette tutto in discussione. I minuti finali sono da brivido: al 90', su punizione, Redknapp gela il Blackburn. 2-1 per i Reds, se il Manchester United segna è Campione d'Inghilterra.

"Ero in barriera quando Redknapp ha calciato - racconterà Jeff Kenna alla 'BBC' in uno speciale per i 25 anni del titolo - Ho sentito il pallone passarmi vicino all'orecchio e finire in porta. Ho pensato 'Dio, abbiamo mandato tutto in fumo'".

In pochi istanti si passa dalla paura, dallo sconforto, all'estasi. Il triplice fischio del signor Wilkie a Boleyn Ground, che segna la resa del Manchester United, arriva subito dopo il missile di Redknapp: dopo 81 anni il Blackburn è di nuovo Campione d'Inghilterra, a prescindere dal risultato contro il Liverpool. 89 punti per i Rovers, 88 per i Red Devils. E proprio ad Anfield, in quella che per anni è stata casa sua, Kenny Dalglish può cominciare a festeggiare, quando mancano ancora 90 secondi alla fine del match, un'impresa destinata a restare nella storia del calcio inglese.

Un titolo straordinario che non può che avere Shearer, capocannoniere della Premier League con 34 goal, come uomo-simbolo. I premi a fine stagione fioccano per quella che resterà una delle squadre più iconiche degli anni Novanta: 'King Kenny' viene eletto Manager of the Season, Alan vince il premio di Player of the Year e viene inserito nel Team of the Year, in cui trovano spazio altre colonne di quel Blackburn come Flowers, Hendry, Le Saux, Sherwood e Sutton. 

La pazza missione di Jack Walker è completata: il Manchester United è stato detronizzato. E poco importa se da lì in avanti per il Blackburn sarà un susseguirsi di scelte sbagliate ("perchè comprare Zidane quando abbiamo Sherwood", la frase che mitologicamente accompagna il no di Walker all'arrivo del gioiello del Bordeaux, sogno di Dalglish) e l'inizio di un progressivo declino, che li porterà a chiudere al 7° posto nella stagione successiva (l'ultima prima della cessione di Shearer al Newcastle) fino alla retrocessione in Division One nel 1999. Risultati che non potranno mai offuscare la leggenda di quel Blackburn 1994/95, con le maglie a quadri biancoblù, il 4-4-2 senza fronzoli, la mano costantemente alzata al cielo di Alan Shearer a celebrare i suoi goal: una pagina indelebile di storia del calcio inglese.

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