Giampaolo Pozzo oggi compie 80 anni, 35 dei quali passati da presidente dell'Udinese. Un vero e proprio regno di quello che per tutti in Friuli è diventato 'el paron'.
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In una lunga intervista concessa a DAZN, Pozzo ripercorre alcuni degli eventi più rappresentativi di questi anni.
"Sento sempre la stessa passione Quella di diventare 'el paron' è stata una circostanza casuale, sono arrivato a Udine perché ero un tifoso dell'Udinese. La società era in vendita, cercavano una cordata ed io mi sono avvicinato. Alla fine di questa cordata sono rimasto io per passione. Una passione che è rimasta per sempre".
Pozzo peraltro è sempre stato un innovatore, come quando nel 1997 iniziò a pensare all'introduzione della tecnologia nel calcio dopo un clamoroso errore arbitrale. A raccontarlo è Pierpaolo Marino, storico dirigente dell'Udinese.
"Pozzo era arrabbiatissimo per un goal tolto all'Udinese contro la Juventus nel 1997, quando Ciro Ferrara tolse dalla porta il pallone. Incontrammo un tecnico del CNR. Grazie alla sua idea forse il calcio avrebbe potuto avere la Goal Line Tecnology dieci anni prima".
Quindi ecco il capitolo calciomercato col retroscena sul trasferimento di Di Natale alla Juventus, saltato per volontà del giocatore.
"Di Natale si presentò in ufficio alle 7.30 del mattino e mi disse: 'se è possibile rinuncio alla Juve e rimango all'Udinese'. In quel momento ero l'uomo più felice del mondo. C'erano in ballo molti soldi ma alla fine abbiamo guadagnato molto di più tenendolo. Di Natale-Sanchez erano tanta roba".
Lo sa bene Francesco Guidolin, tecnico che sulla panchina dell'Udinese ha vissuto alcune delle stagioni migliori della sua carriera.
"Nel 2010-2011 facemmo cose straordinarie fuori casa. Eravamo una macchina strepitosa, goal a grappoli: 4-4 con il Milan, quattro a Cagliari, tre a Cesena, sette a Palermo, 4-2 con il Genoa. Dopo le partite arrivava sempre la chiamata del presidente per farci i complimenti. Il duo Sanchez-Totò era inarrestabile, ci hanno fatto vedere cose stupende. Il 7-0 contro il Palermo è stata la partita di Sanchez. Ad un certo punto ho dovuto toglierlo perchè rischiava davvero di fare sei o sette goal. Se avessimo mantenuto quella squadra, l'anno dopo avremmo lottato per lo Scudetto".


