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Ashley Cole RomaGetty Images

Più eccessi che presenze: la stagione di Ashley Cole alla Roma

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"In Italia mi sento libero come un uccello: vai a cena fuori, ti bevi un bicchiere di vino, puoi fumare senza essere crocifisso e nessuno ti dice niente".

Sarebbe un programma di vita fantastico, se di mestiere non facessi il calciatore.

E invece fu proprio con queste parole che Ashley Cole espresse la sua soddisfazione per la sua prima esperienza della carriera lontano dall’Inghilterra.

A 34 anni e dopo aver vinto tutto prima con l’Arsenal e poi con il Chelsea, il terzino britannico si trasferì alla Roma a parametro zero nell’estate del 2014.

Una mossa che sembrava azzeccata, almeno nella teoria di chi tirava le fila del mercato romanista. Ashley Cole portava con sé esperienza e palmarès, due elementi che dalle parti di Trigoria difettano da sempre.

Peccato che l’inglese venne in Italia più intenzionato a vivere la sua personale versione della Dolce Vita felliniana che a dare il suo contributo.

Eppure le prime uscite erano state anche piuttosto convincenti. Rudi Garcia lo mandò in campo all’esordio in campionato contro la Fiorentina, confermandolo anche nei successivi due impegni di campionato.

Tre successi in altrettante gare per la Roma, che vide nell’inglese un raggio di sole sulla fascia sinistra e in un ruolo dove da sempre i giallorossi hanno problemi.

Sole destinato ben presto a lasciare spazio alle nuvole. Per la precisione il 21 ottobre 2014, quando all’Olimpico arriva il Bayern Monaco per la terza gara del girone di Champions League.

La Roma arriva carica, seconda in campionato dopo una sconfitta tra le polemiche rimediata in casa della Juventus, e convinta di poter fare risultato anche contro la corazzata tedesca.

Convinzione che svanisce dopo 7 minuti di gioco, quando Robben ubriaca con una serpentina proprio il terzino inglese e piazza la palla in rete.

È la prima delle sette che metterà a segno il Bayern nel corso di quella serata che fa capire alla Roma di dover ridimensionare le sue ambizioni e ad Ashley Cole che il meglio ce l’ha alle spalle.

Dopo la doccia fredda europea, l’inglese trova spazio soltanto in altre sette partite, durante le quali non brilla certo per il livello atletico e tecnico che è in grado di garantire.

A fine campionato la Roma chiude al secondo posto in classifica, centrando la qualificazione alla Champions League e non certo grazie al suo contributo.

Cole chiaramente non fa più parte dei piani del club con base a Trigoria e inizia a cercarsi una destinazione dove poter andare a chiudere la carriera senza le pressioni di una piazza come Roma.

Rescinde il suo contratto in giallorosso nel gennaio 2016 e compra un biglietto destinazione Los Angeles, città che durante la sua esperienza romana era stata teatro di diverse notti brave del terzino inglese, non certo immune al fascino della bella vita.

Durante una di queste notti brave, Cole riuscì a spendere 27mila euro in una sola serata. Tutti in champagne, bevuto e spruzzato a mo' di scherzo sugli invitati della sua festa in un night club.

Il principale ricordo lasciato da Ashley Cole alla Roma è legato ad una foto scattata dalla squadra durante il periodo di preparazione negli Stati Uniti.

Tutti i calciatori della rosa romanista, giovani al seguito compresi, posano insieme per una foto da regalare ai social e testimoniare il lavoro svolto negli States.

Tutti insieme tranne uno, Ashley Cole, che nella foto posa in disparte alla destra del gruppo. Un’immagine presto diventata virale e utilizzata persino dalla Roma in modo ironico per augurare gli auguri di buon compleanno all’inglese per i suoi 40 anni.

Una foto che rivista ora appare quasi profetica di quella che è stata l’esperienza di Cole, un vero e proprio extraterrestre a Roma.

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