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Josè Manuel Pinto storyGetty/Goal/Youtube

Migliore amico di Messi, produttore musicale, insegnante di salto con la corda: l'incredibile Pinto

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Calcio, fitness estremo, musica reggaeton. Cinema d'azione statunitense con macchine che volano nello spazio. Statisticamente, sia in Italia, che nei paesi mediterranei e di lingua spagnola, queste passioni accomunano la maggioranza dei tifosi tra i 16 e i 35 anni. Non che tra i fans del pallone non ci siano cultori di Kurosawa o ascoltatori dei Mgła, ma la percentuale è nettamente inferiore. Questione di gusti, per l'intrattenimento a base di testi in lingua spagnola e scene oltre la sospensione dell'incredulità. Per lavorare nel campo di campionatori, autotune e rallenty serve ovviamente buttarsi sui libri. Anni di apprendimento e studio. Occorre avere il senso del ritmo, in casi specifici da poter unire all'esercizio fisico. In questo modo si può creare una rivoluzione nel sistema di allenamento. Intelligenza, ricerca, abilità nel campo musicale e attenzione massima alla scienza dell'allenamento. Per anni José Manuel Pinto, che con il Barcellona di Messi e Guardiola ha vinto tutto, ha brillantemente butto tutto nel proprio calderone, mescolandolo. Nell'intruglio, una visione: ha capito di poter vivere di calcio, ma anche sfruttarlo per superarlo col tempo. Così da dedicarsi a ciò che dietro le quinte avveniva ogni giorno, in casa blaugrana. Il tosto allenamento in palestra, la produzione musicale, la visione di un programma di fitness che potesse coniugare entrambi. L'idea di distinguersi.

Abbiamo parlato dei tifosi, ma il mondo del calcio è patria soprattutto di giocatori con la passione della musica latina. Nell'occidente, ma anche nel continente africano, numeri 10 e numeri 99, calciatori che parano e colpiscono pali, stanno crescendo con le note nate a Porto Rico ed esplose nel secondo decennio degli anni 2000. Pinto, andaluso cresciuto al Betis nel decennio precedente, è passato invece per diversi generi musicali. Un signore di Setubal afferma che chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio. Beh, la massima si può applicare anche alla musica. Al cinema. Alla letteratura. Josè Manuel scrive canzoni da quando è adolescente, partecipa a gare di breakdance quando le note superano in altezza la sua statura, comincia a produrre tracce reggaeton nella sua vita da adulto.

Dal 1998 al 2008, quando compie 33 anni, Pinto alterna panchina, titolarità, prima e seconda serie al Celta. Di stanza a Vigo per dieci anni, non ha la minima intenzione di pensare solo al calcio. Certo, è un buon portiere capace di vincere il trofeo Zamora (l'ambito riconoscimento dedicato alla memoria del fuoriclasse spagnolo assegnato ogni anno al meno battuto portiere della Liga), certo conquista in celeste l'Intertoto, ma davanti a lui c'è sempre qualcuno. Tale da renderlo un estremo difensore di seconda fascia. La sua generazione è quella di Casillas, Reina, Cañizares e la possibilità di essere convocato dalla Spagna non esiste minimamente. Troppa concorrenza, troppo avanti con gli anni per essere considerato. Poco male, perchè il calcio, a parti invertite non il suo futuro, ma solo un presente da usare come trampolino di lancio.

Nelle pause del pallone, nei momenti in cui i compagni si rilassano, a Siviglia o a Vigo, Pinto studia. L'ingegneria del suono, capacità di manipolazione dei segnali audio. Wow, a ben vedere sembra proprio un supereroe supersonico. Tornando sulla terra, José Manuel si laurea in tale ambito, arrivando ad ottenere anche un master in produzione musicale. Lo ottiene parallelamente ad una carriera che sarà normale come centinaia di suoi colleghi della Liga oltre i trenta.

Nel frattempo, però, Pinto fonda la sua etichetta discografica nel 2000, la Wahin Makinacioes da cui prenderà il nome per il suo futuro musicale. Comincerà a produrre ed incidere nel 2006, nel suo miglior anno sportivo. Sicuro di sé, in ogni ambito della sua vita: costruisce uno studio musicale a El Puerto de Santa Maria, nel sud-ovest della Spagna e dà alla luce il suo primo album. 14 tracce di rap andaluso, con promesse del genere scoperte ed inserito all'interno della sua visione, un veicolo artistico per artisti affermati ed emergenti. Masterizza a New York, mixa a Vigo, agendo dietro le quinte, contribuendo comunque anche in veste di compositore per l'ultima traccia.

LA SVOLTA SPORTIVA: BARCELLONA IN MUSICA

Neanche un biennio dopo, mentre il nome di Wahin comincia a circolare nell'underground andaluso, otterrà la sua, allora, più grande soddisfazione calcistica della carriera. Una chiamata da Barcellona. E' il 2008 e Pinto viene scelto dalla dirigenza catalana come affidabile secondo alle spalle di Victor Valdes e davanti al terzo, Jorquera. Sono gli anni dellla rinascita blaugrana sotto Rijkaard, Ronaldinho, i ragazzi della cantera e il giovane Leo Messi. Trattasi di una delle squadre più importanti nella storia del calcio, concentrata soprattutto sul calcio e ciò che gira attorno ad esso. Alcuni, come Xavi, cominciano a studiare da allenatore. Altri, come Oleguer, dedicheranno ogni momento extra-calcio alla vita politica.

José Manuel Pinto trophiesYoutube

Pinto sta nel mezzo. Iperattivo, irrequieto davanti alla possibilità di rilassarsi a casa una volta finito l'allenamento. Un vulcano da cui eruttano idee musicali e concentrazione. Appassionato di meditazione, vicino all'idea di karma, cerca di lasciare un segno in ogni ambito in cui si getta con entusiasmo. Il calcio e la musica sono le sue grandi passioni, di pari passo. Acquistato dal Celta Vigo in prestito, finirà per chiudere la carriera a Barcellona con sette stagioni, novanta presenze e una bacheca di trofei impressionante.

Quando Pinto, a 38 anni, capisce che il suo ruolo nel calcio è arrivato al capolinea, le medaglie d'oro derivanti da altrettanti trofei di squadra sono diciotto. Due Champions League, quattro Liga, il titolo di Campione del Mondo, d'Europa e di Spagna. C'è lui in panchina a Roma, nel momento in cui il Barcellona schianta il Manchester United assicurandosi la Coppa dei Campioni. C'è lui a consolare Messi quando la Pulce capisce una regola base dello sport: puoi anche essere il più forte, ma non sempre sarai il vincitore. L'eccezione non è rappresentata da un club, quello catalano, che spesso cade rovinosamente, riuscendo quasi sempre a rialzarsi.

Messi avrà in Pinto non solo un compagno di squadra, ma un vero e proprio fratello. Spesso, durante gli anni del Barcellona, il portiere andaluso è stato descritto come il suo migliore amico. Nelle foto, nelle interviste, nei video, i due sono fianco a fianco nelle gioie e nei dolori. Compreso, andando avanti nel tempo, l'addio della Pulce alla squadra di una vita, nel 2021:

"Come tutti gli altri, è stato difficile per me assimilare il tuo addio al Barcellona, ​​motivo per cui non ho nemmeno osato dire nulla. Non parlerò di calcio, penso che il mondo intero sappia chi è il numero 1. Voglio solo augurarti il ​​meglio, so che per te e la tua famiglia è stato molto difficile sopportare questo colpo, ma conoscendoti non ho dubbi che la tua forza è sempre risieduta nella famiglia, quindi insieme ne uscirete più forti. L'importante è la tua felicità e che tu stia bene. Un immenso onore aver condiviso per anni momenti indimenticabili a Barcellona. Continua a fare la storia e a rendere felici le persone solo come sai fare. Grazie per aver aperto le porte di casa tua e il cuore della tua famiglia, ora dovrò venire a trovarti ovunque tu vada. Sarà fantastico. Sia io che la mia famiglia vi mandiamo tutta la nostra migliore energia".

Pinto instaura un rapporto professionalmente e umanamente proficuo anche con Guardiola, con cui può confrontarsi su temi con cui il calcio non ha minimamente nulla a che fare. Per fortuna.

Per i tifosi è solamente il secondo che ogni tanto vede il campo, un numero uno (dodici per l'esattezza) normale. L'unica vera caratteristica per cui viene riconosciuto, sono le sue nere treccine. Nel racconto calcistico dei Bar sport la discussione sul suo conto si apre all'inizio di un sorso di birra e si conclude una volta poggiato il bicchiere. Rapido, indolore. Del resto ha sempre fatto in modo di lavorare alle spalle del calcio mediatico. Eppure, senza di lui, il Barcellona forse non sarebbe stato il Barcellona. Il clima creato da Pinto è essenziale.

E' lui a scegliere la musica pre-partita, quella capace di dare la carica ai compagni di squadra. La stessa che aiuta la scaramanzia. La medesima che tocca le corde dell'anima:

"Mi è sempre piaciuta la musica e mi è sempre piaciuto lo sport. La musica mi ha sempre aiutato a essere un atleta migliore e considerando che anche quando giochi in prima divisione, hai brutte giornate ti aiuta ad avere una valvola di sfogo. Tutti i miei compagni di squadra sapevano cosa avrei fatto. Mi hanno visto studiare i miei libri di ingegneria del suono sull'aereo quando abbiamo viaggiato. Molte persone mi conoscono come giocatore di football, ma compongo canzoni quando avevo 14 anni".

All'inizio degli anni '10, è il gruppo rap Delahoja a risuonare nello spogliatoio prima della gara. Negli altoparlanti del Camp Nou. La loro etichetta? Ovviamente la Wahin di Pinto. 'Nuestra BSO' accompagnerà il Barcellona fino alla finale di Wembley conquistata contro il Manchester United. Da cultore musicale, però, Pinto è anche andato oltre, allontanando l'ego e avvicinando l'esterno. Basti pensare alla scelta di Viva la Vida dei Coldplay come colonna sonora blaugrana all'inizio della sua era catalana.

PINTO SBARCA AL CINEMA: FAST AND FURIOUS

Nel 2014, per Pinto arriva il momento di concentarsi anima e corpo alla produzione musicale e ai suoi più svariati utilizzi. Il calcio, come dirà nel corso degli anni, rimarrà sempre lontano per mancanza di tempo. Per seguire il pallone rotolante serve tanto tempo libero. O in alternativa le ore all'interno di un lavoro dirigenziale, tecnico. Da scout, magari. Josè Manuel non ha la prima opzione e non ha scelto di immergersi nel secondo. La sfera si allontana. Abbraccia la sfera del tuono, Mad ex calciatore fuori dallo stereotipo.

Pinto Fate of the FuriousGetty

Si dedica con tutto sè stesso alla carriera da produttore, girando per il mondo, trovando ispirazione che lo porterà finalmente ad esplodere anche in pubblico, allontanando l'invisibilità dei suoi anni sportivi. Con lo pseudonimo di Wahin, le soddisfazioni sono enormi. 'La Habana' - composta con l'artista reggaeton cubano El Taiger e prodotta negli States con DJ Ricky Luna - entra nella top ten della Billboard Chart, la classifica musicale più importante del pianeta. Per capire, tra gli artisti che hanno portato più singoli nella top dieci ci sono I Beatles, Elvis Presley, Michael Jackson e volti nomi della musica moderna come Drake, Rihanna e Lil Wayne.

'La Habana' fa parte della colonna sonora di Fast and Furious 8, dove Pinto è indicato sia come Wahin, sia come Josè Colorado. Nell'ottavo film della saga, spesso noto come The Fate of the Furious, Vin DIesel/Dom Toretto si trova proprio nella capitale cubana a inizio film. A fare da sfondo alla preparazione della corsa, tra le strade della coloratissima perla dei Caraibi, la voce di Wahin Pinto e della sua traccia più famosa.

Ma non è la sua unica fatica arrivata a Hollywood. Il dimenticabile Ride Along 2, in Italia 'Un poliziotto ancora in prova', presenta la sua 'Papi papi'. Se avete visto il film recentemente, non potete aver scordato la scena in cui la poliziotta sotto copertura interpreta dalla stupenda Olivia Munn flirta con il cattivo di turno (a portarlo sullo schermo c'è Benjamin Bratt) nella sua villa.

La traccia che fa da colonna sonora alla scena del loro ballo caliente è scritta da Pinto. Abile a far ballare anche i due protagonisti della pellicola, l'imbranato Kevin Hart e il duro Ice Cube. Che di musica, eufemismo, ne sa qualcosa.

ZUMBA, SALTO DELLA CORDA E YOUTUBE

La Champions League, Hollywood, uno studio di produzione, l'amicizia di Messi. Quanta roba, Dios mio. Se l'Habana è la sua traccia più soddisfacente a livello di riconoscimenti, sono altri i testi composti che presentano più visualizzazioni su Youtube. Una è '24 horas', che viaggia verso i 30 milioni di visualizzazioni, l'altra 'Salta la comba'. Letteralmente, 'Salta la corda'. Solamente un gioco per bambini, si sente dire. Alquanto riduttivo, considerando che si tratta dell'attività fisica con il più alto consumo calorico orario.

L'idea di Pinto? La creazione del programma di fitness P13fit, in cui si salta la corda ritmo di musica, con passi e movimenti sincronizzati via via sempre più difficili a seconda dell'esperienza acquisita. L'ex portiere del Barcellona assicura che tale attività è stata fondamentale durante la sua carriera, per agilità e mantenimento di un fisico possente e sempre in forma.

Erroneamente, dopo il termine della sua era calcistica, José Manuel Colorado è stato fatto passare per bodybuilder. Niente di vero, semplicemente sempre attento alla forma, con la visione di un esercizio divertente e allo stesso tempo, producente.

Su Youtube ha aperto un canale in cui mostra le basi del salto della corda e livelli via via sempre più difficili. Solamente uno dei suoi modi di esportare la sua idea, visto e considerando l'unione tra tale esercizio e la zumba. Nella sua pagina Instagram da oltre un milione di followers - in cui appare irriconoscibile rispetto ai tempi del Barcellona, senza barba, treccine e con un taglio alla Re di Memphis - mostra un triplo volto.

Quello di ex calciatore, pubblicando ricordi della sua era al Barcellona. Con i guantoni indosso. Quello di cantante e produttore reggaeton, spesso in abiti sgargianti e occhiali alla Ritorno al Futuro 2. Quello, infine, di istruttore di Zumba e del suo metodo Fit, in abito da gala. In tenuta da allenamento. Persino vestito da granchio e fenicottero.

Produttore musicale che nel 2016 ha vinto il Grammy Latino per il miglior Album Flamenco come ingegnere del suono per 'Ámame como soy', disco di Niña Pastori. Ah sì, parliamo anche di un ragazzo che ha prodotto i Cypress Hill. Un ex calciatore che in casa ha due medaglie d'oro della Champions League, conquistate proteggendo e guidando Messi nello spogliatoio del Barcellona. Un ragazzo andaluso impegnato nel sociale. Arrivato fino a Hollywood come cantante reggaeton. Youtuber di fitness, desideroso di mostrare le sue tecniche di salto della corda.

Non bastano nove vite per essere José Manuel Pinto Colorado.

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