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Diego Perotti RomaGetty Images

Perotti a DAZN: "Nel derby il mio rigore più delicato, quando calcio non ho paura"

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Un vero e proprio 'maestro' dei calci di rigore: Diego Perotti è ormai riconosciuto da tutti tra i migliori specialisti di questo particolare gesto tecnico. Il giocatore della Roma ha svelato i trucchi del mestiere raccontando tutte le sensazioni di un attaccante sul dischetto.

Ai microfoni di DAZN l'argentino ha confermato di non sentire particolare pressione quando si appresta a calciare dagli undici metri:

"Vivo il calcio di rigore in maniera tranquilla, ovviamente dipende anche dal risultato e dal minuto, può cambiare un po' l'emozione, ma lo vivo come una cosa normale all'interno del gioco, con la fiducia di poter segnare".

Un rapporto con il dischetto che nasce ai tempi di Siviglia, ma nel corso degli anni il suo stile è cambiato:

"Da bambino non ho calciato tanti rigori onestamente, quando giocavo nelle giovanili non toccava a me, ho cominciato più da professionista. Ho iniziato con un amico portiere a Siviglia a calciare con lui, a vedere come potevo avere più vantaggio e da lì ho iniziato. Poi ho cambiato anche il mio stile: prima battevo camminando, adesso lo batto in modo più veloce, dopo che mi hanno parato un rigore ho pensato che era il caso di cambiare per non rischiare tanto. In questa nuova maniera mi trovo meglio".

C'è anche tanta scaramanzia nei rigori calciati da Perotti, che racconta il suo speciale 'rituale' prima di affrontare il portiere avversario uno contro uno:

"Quando calcio un rigore faccio sempre la stessa cosa, sono molto scaramantico: metto la valvola del pallone rivolta verso la porta, avvicino il piede con cui calcerò, faccio sette passi all'indietro, guardo l'arbitro in attesa che fischi, guardo un po' il portiere, quando l'arbitro fischia comincio a guardare la palla, poi inizio ad andare non troppo veloce per avere il tempo di fare quel piccolo salto, che mi serve per alzare la testa e vedere il portiere".

Una battaglia di nervi con il portiere, Perotti svela poi il trucco che gli permette di osservare il movimento del portiere un attimo prima di calciare:

"Io non scelgo l'angolo, provo a vedere il movimento che fa il portiere, anche se non si buttano fanno sempre qualche finta, cerco di tirarla ovviamente al lato opposto. A volte il portiere anche se si butta non riesce ad arrivare. Non ho bisogno di guardare la palla prima di calciare perchè so nella mia mente dov'è e poi comunque è sempre il passo finale, quindi ho il senso della sua posizione. Per fortuna fin qui è andata bene. Ogni volta che vado a calciare mi dico che sono il migliore e mi dico che farò goal, cerco di darmi fiducia mentalmente, soprattutto ora col var che mi è capitato di aspettare qualche minuto: in quel caso la tensione aumenta e ne approfitto per dirmi che sono il migliore e che la palla andrà dentro la porta".

Il rigore più delicato è ovviamente quello calciato nel derby contro la Lazio, l'attaccante giallorosso non ha dubbi a riguardo:

"Il rigore che mi ha spaventato di più? Non so se è paura, ma ovviamente quando ho calciato il rigore all'Olimpico nel derby sul risultato di 0-0 nel secondo tempo. Ho battuto camminando, il portiere non ha fatto una mossa evidente ma io ho battuto bene, è andata angolata ed è servita a sbloccare la partita che poi abbiamo vinto".

Tra le sfide più complicate di questa stagione c'è sicuramente quella contro Szczesny, suo vecchio compagno di squadra:

"Szczesny mi conosceva e non sapevo come si era preparato. Tante volte li ho tirati contro di lui in allenamento ed è forte sui calci di rigore, quindi avevo un po' di timore".

L'ultimo rigore calciato ha invece un sapore speciale, perchè arrivava in un momento delicato della sua carriera:

"Invece l'ultimo contro il Verona è stato molto particolare, non arrivavo da un buon periodo, avevo perso la titolarità, mi ero fatto male e nelle ultime gare non avevo fatto bene. In quella partita entro al posto dell'infortunato Kluivert a freddo senza riscaldamento, la prima palla che tocco sbaglio il controllo e loro fanno goal, poi il var lo annulla perchè la palla era uscita, in quella partita ci sono state tante sensazioni, se avessimo preso quel goal sarebbe stata dura per me riprendermi. Dopo 10-15 minuti arriva questo rigore alla fine del primo tempo: in campo c'erano Kolarov e Veretout, che aveva calciato gli ultimi rigori, ma non ci ho pensato due volte, sono andato lì e ho preso la palla, anche quello conta, io sono l'incaricato nel calciare i rigori e non mi posso tirare indietro perchè magari le cose non stanno andando bene. Non sarebbe onesto da parte mia, io sono quello che calcia i rigori nella Roma e sono andato per fare goal".

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