Antonio Cassano Alessandro Lucarelli ParmaGetty

Parma, quella volta che Alessandro Lucarelli si lanciò contro Cassano: "Fu Bucci a fermarmi..."

“Quanto sono importanti le bandiere nel calcio di oggi? Ormai sono rimasti solo i manici". Qualche giorno fa, in occasione del Galà del Calcio, Francesco Totti rispondeva così a una domanda dedicata alle bandiere rimaste nel mondo del calcio.

Perché, in effetti, se ne vedono sempre meno. Un'altra, infatti, ha appeso le scarpe al chiodo proprio pochi mesi fa.

Si tratta di Alessandro Lucarelli, l'uomo che ha guidato la rinascita del Parma, riportando il club gialloblù dalla Serie D alla Serie A attraverso tre pro mozioni consecutive.

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"L'ultima bandiera", la biografia che racconta la carriera del capitano del Parma, contiene tantissimi spunti interessanti che ripercorrono i quasi 30 anni di calcio di Alessandro, partito come "il fratello di Cristiano" è arrivato ad essere una leggenda per il club ducale.

Tra gli aneddoti sicuramente più curiosi presenti nell'autobiografia scritta dal difensore livornese insieme a tre giornalisti, c'è sicuramente il racconto dell'incredibile stagione che portò il Parma al fallimento. Tra acquirenti svaniti nel nulla, le promesse di Manenti e i problemi economici sempre più pressanti, la stagione arrivò ad assumere dei connotati surreali.

E proprio nel momento maggiormente delicato della stagione, Antonio Cassano - in forza a quel Parma - decise di abbandonare la barca. Il motivo lo racconta per la prima volta proprio Lucarelli. A pochi giorni da una gara contro il Cesena, in programma a fine gennaio, la situazione era ormai precipitata e i giocatori del Parma stavano valutando l'ipotesi di mettere in mora la società. Tuttavia, lo spogliatoio decise di comune accordo di aspettare la sfida contro i romagnoli per poi raccontare soltanto dopo cosa stesse realmente accadendo.

"Erano tutti d'accordo. E con tutti intendo anche Cassano. Qualcosa però andò storto - racconta Lucarelli - Dopo le mie parole, fu l'ora dell'allenamento... e Antonio, dalla distribuzione delle casacche capì che non sarebbe stato titolare. Apriti cielo (...) Pensò bene di rilasciare un'intervista in cui denunciò la situazione dei mancati pagamenti. Peccato che soltanto il giorno prima mi avesse garantito che non avrebbe parlato. Non disse nulla a nessuno, fece la cosa per puro tornaconto personale. Voleva andare via e per questo fece nuovamente casino".

"La domenica, il patatrac. Io andai in tribuna perché squalificato, lui in panchina perché Donadoni aveva deciso così da giorni. I tifosi al Tardini, però, videro la scelta del mister come una punizione per la denuncia fatta da Cassano. E così iniziarono a invocarlo (...) Ma ciò che mi fece letteralmente perdere la testa fu quando lo vidi andare sotto la Curva Nord a fine partita, una cosa che lui si era sempre rifiutato di fare al termine di ogni gara. Questa volta, perché gli tornava utile, andò a parlare con i tifosi (...) Quando vidi quella scena, non capii più nulla".

"Partii dalla tribuna saltando i gradini quattro a quattro, mi fiondai nello spogliatoio, sentii gridare Mirante: "E' inutile che fai il fenomeno". Proprio quello che mi serviva per chiudere definitivamente la vena e lanciarmi verso il compagno che aveva tradito la nostra fiducia. Feci in tempo a urlargli: "Sei un bast***o, sei un pezzo di m****". Poi intervenne Luca Bucci, il nostro preparatore dei portieri, sollevandomi di netto e portandomi dentro alle docce".

"Tirai un cazzotto talmente forte da staccare il doccino, ma fui marcato stretto e non mi mossi da lì per un quarto d'ora. Giusto il tempo di permettere a Cassano di andarsene. Di lì a poco avrebbe rescisso".

Non solo Parma, ovviamente, nel racconto a cuore aperto di Alessandro Lucarelli. Il rapporto col fratello Cristiano, la scaramanzia di Spinelli e Guidolin, l'amore per la compagna Cristiana e l'arrivo dei tre figli, le strigliate di Vierchowod e quell'unica fuga dal ritiro. Una carriera ricca di alti e bassi, raccontata senza giri di parole.

L'ultima bandiera, Alessandro Lucarelli (con Mattia Fontana, Nicolò Fabris e Guglielmo Trupo), Ultra Sport, 11.90 €

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