Non sorprende sapere che il telefono di Ann Shaw squilli spesso. Dopotutto, sua figlia, Jaedyn, è una delle giovani calciatrici più talentuose del pianeta. È la seconda giocatrice più giovane ad aver giocato nella NWSL, la lega più importante degli Stati Uniti, e una delle uniche due ad aver segnato nelle prime tre partite di campionato.
Ann è stata sempre presente durante l'ascesa di Jaedyn ai vertici, a ogni partita, ovunque. Tutti vogliono sapere come abbia fatto sua figlia. Ma non c'è nessun grande segreto da condividere, nessuna formula magica.
"Lascia che ti dica una cosa - risponde a chi vuole un consiglio - Tutti si svegliano ogni mattina e vorrebbero che il loro figlio diventi una stella, ma servono sacrifici".
Quando NXGN si aggiunge al registro delle chiamate, Ann sottolinea ancora una volta questo concetto.
"Il sacrificio è davvero la ragione principale. C'è stato un anno o due in cui tutti e quattro abbiamo vissuto in un appartamento con una camera da letto per poterci permettere che Jaedyn andasse fuori città, fuori dallo stato, fuori dal paese. Mio marito ed io abbiamo messo le nostre vite nel dimenticatoio: niente vacanze, niente luna di miele, niente di niente. Sapevo che questo era lo scopo di Dio per lei. E ne è valsa la pena".
Tutto è iniziato quando Jaedyn aveva solo due anni. Mentre sua sorella maggiore giocava a calcio, anche lei ci provava, tanto che sua madre la fece entrare all'interno di una squadra. Non è passato molto tempo prima che il suo talento diventasse evidente.
"Era quasi come un... non voglio dire uno strano regalo, ma quando pratichi uno sport lo conosci, sai come toccare la palla, sai come addomesticarla e tutte queste cose”, ricorda Ann. “Quando faceva quelle cose, sembrava quasi un'adulta nel corpo di una bambina di quattro anni. Ha imparato tutto velocemente. Osservava e riportava sul campo ciò che apprendeva in maniera fedele. Era interessante".
Jaedyn ha trascorso quegli anni formativi con il Solar Soccer Club in una squadra che comprendeva le attuali stelle dell'Università del Texas, Trinity Byars e Alexis Missimo, allenate dal padre di quest'ultima, Derek.
“La chiamavo 'piccola. Ha un anno e mezzo meno di Lex e Trinity, quindi era la più piccola tra le più piccole. Il suo amore per il calcio era subito visibile. Le prime cose che si notano sono l'atletismo e l'abilità tecnica e tattica, anche se parecchia gente sottovaluta l'importanza dell'attitudine, la capacità di approfondire i dettami ricevuti, l'attenzione ai dettagli. Ogni volta che Jaedyn è scesa in campo, era lì per lavorare seriamente. Ha messo la fatica al primo posto, era 'drogata' di lavoro: questo è un elemento di differenziazione dalle altre".
Il Solar Soccer Club non è stato l'unico posto in cui Jaedyn ha mostrato il suo talento nei primi anni: un giorno, durante un allenamento della squadra giovanile maschile dell'FC Dallas, è stata notata palleggiare dal tecnico Jesse Suarez che, a sua volta, ha subito chiamato Matt Grubb, direttore dell'academy femminile.
Jaedyn si sarebbe presto unita al Dallas e ci avrebbe giocato per tre anni. Si allenava anche con i ragazzi e si dedicava a seguire lezioni private tenute da ex calciatori.
"Per me faceva la differenza nelle idee col pallone ai piedi e nella capacità di trovare soluzioni ai problemi che gli altri non risolvevano - dichiara Grubb a NXGN - Era ad un livello diverso. Era molto giovane e dal fisico non imponente, ma se l'è cavata comunque bene. Quando hai successo a quell'età, ci si abitua a giocare più col cervello che sfruttando doti fisiche e tecniche. Penso che sia stata la crescita migliore che abbiamo mai visto.
Nell'ultimo anno con noi, credo abbia segnato qualcosa come 29 goal e realizzato 20 assist. Jaedyn, peraltro, è diventata sempre più sensibile all'idea di collettivo, di gruppo: i migliori sono coloro che migliorano quelli che gli stanno attorno, è diventata una di quelle atlete".
A soli 14 anni, Jaedyn è stata invitata ad allenarsi con il Paris Saint-Germain. Sua madre lo descrive come uno dei suoi ricordi preferiti. così come il soggiorno a Barcellona per seguire la Coppa del Mondo di futsal quattro anni prima.
La visita in Francia, tuttavia, avrebbe assunto un ulteriore significato al momento della rottura del legamento crociato anteriore, quando Jaedyn aveva 16 anni.
"Penso che fosse molto provata - ricorda la madre - aveva il cuore a pezzi così come me. Così le ho detto: 'Jaedyn, questa è una parte di ciò che Dio vuole per te'. In tutta la nazione c'erano delle ragazze che le scrivevano dei messaggi privati e le facevano domande, chiedendole consigli sulla riabilitazione o la terapia. Continuavo a dirlo che tutto questo doveva accadere.
Ha utilizzato questo incidente di percorso come benzina e ha vissuto alla grande il processo di guarigione. Era molto forte, sia mentalmente che fisicamente".
"Ero così orgoglioso di lei", aggiunge Missimo. “Come affronti le avversità? Come si fa a sopportare quell'avversità e a trasformarla in un fattore positivo? Si è comportata esattamente così. E' una giovane donna speciale".
Il tempo trascorso al PSG ha "piantato un seme in lei, per voler diventare professionista presto", dice Ann. "Perché allora capisci che, in qualsiasi momento, la tua carriera può finire".
Dopo qualche allenamento con il Washington Spirit, Jaedyn ha firmato un contratto professionistico con il San Diego Wave nel luglio 2022
Questo exploit non ha sorpreso affatto il suo allenatore Tracey Kevins.
"Guardando la carriera di Jaedyn, posso affermare che non ha mai scelto l'opzione più semplice. Ha sempre cercato ambienti stimolanti. Non ha mai voluto essere la migliore giocatrice e accontentarsi solo di questo. Si trattava sempre di sfidare se stessa, sia che si trattasse di giocare contro ragazze più grandi di tre o quattro anni o contro i ragazzi. Ha sempre avuto un occhio di riguardo per gli ambienti che le avrebbero fornito la sfida migliore per poter migliorare ed esprimere il suo talento. Penso che il passo verso la NWSL sia stato ovvio, è rimasta impassibile anche al trasferimento in un ambiente professionistico".
Questo è soltanto un eufemismo: tredici giorni dopo aver firmato il contratto, Jaedyn ha debuttato in NWSL togliendosi la soddisfazione di segnare. Al rientro dal Mondiale femminile Under 20, ha giocato la sua seconda partita di campionato e ha segnato ancora. Otto giorni dopo è arrivata l'apparizione numero tre: come prevedibile, anche in quella circostanza ha trovato la via del goal.
Durante un viaggio verso Chicago, Ann è stata contattata dallo staff media del San Diego: alla domanda se volesse acconsentire ad un'intervista con tutta la famiglia di Jaedyn, è scoppiata in lacrime.
"Non riuscivo proprio a crederci", ricorda. “Non riuscivo proprio a credere a quello che stava succedendo. Stavo piangendo e non riuscivo a capire perché stavo piangendo, ma lo stavo facendo. Stava accadendo davvero".
“Questo la dice lunga su quello che è Jaedyn, sul fatto di saper cogliere le opportunità - dice Kevins - E' così desiderosa di imparare dagli altri. Questa dote la pone ad un livello sempre più alto col passare del tempo. A tal proposito cita spesso Alex Morgan, una grande risorsa per lei: quando Alex si è avvicinata a lei per la prima volta in allenamento, Jaedyn non sapeva quasi chi fosse".
A Frisco, città natale di Jaedyn, tutti sapevano che prima o poi ce l'avrebbe fatta. Quando era una bambina, le persone si avvicinavano a sua madre e le dicevano che avrebbero ammirato sua figlia in tv.
Sono stati necessari sacrifici e perseveranza per arrivare fino a questo punto, e sua madre Ann a volte è ancora incredula.
"Dobbiamo continuare a pizzicarci. Tutto questo sta accadendo per lei, finalmente. Non potevamo crederci, è complicato da descrivere. Ho sognato tutto questo e non potevo immaginare che accadesse proprio davanti a me, sono orgogliosa quando la vedo firmare autografi in tribuna".
"Tutti possono dire questo e quello di una calciatrice", dichiara Missimo. “Tutti hanno un'opinione. Ma bisogna capire i retroscena. Come è arrivata fin qui quella persona? Grazie al vento sotto le ali. Il vento è Ann. Jaedyn sta volando grazie a sua madre e a suo padre".
E, sicuramente, continuerà a farlo per un bel po' di tempo.