
13 luglio 2013, la Francia si laurea campione del Mondo Under 20.
15 luglio 2018, la Francia si laurea campione del Mondo.
La connessione tra questi due Mondiali porta sicuramente il nome di Paul Pogba, in campo da titolare e per tutta la partita in entrambe le finali. Ma non è l'unica. Allo stesso filo conduttore sono legati anche Umtiti ed Areola. Ed è legato anche Florian Thauvin, soprattutto perché ha rischiato di non esserci.
Ha ancora 15 anni quando si sente dire la frase che nessun ragazzino che sogna di diventare calciatore vorrebbe sentirsi dire: "Figliolo, non puoi più giocare". Questo il verdetto dei primi medici dopo gli esami a seguito di una frattura da stress alla schiena subita da Thauvin mentre gioca nelle giovanili del Grenoble. Una botta tremenda che però riesce a superare, tanto è la sua voglia di esordire con i professionisti.
Thauvin ci riesce nel 2011, proprio con il Grenoble, e da lì in poi è tutta un'ascesa. L'anno dopo lo prende il Bastia, ma è solo quando arriva in Ligue 1 che improvvisamente il suo talento esplode, come se fosse programmato da un timer. Alla prima stagione in massima serie va subito in doppia cifra: 10 goal e 3 assist. Tra fine marzo e inizio aprile mette a segno tre doppiette di fila, portandosi sui livelli di costanza realizzativa di mostri sacri come Messi e Ronaldo.
Ormai lo conoscono tutti, non solo in Francia ma anche in Europa. L'epilogo perfetto di quella sua prima incredibile stagione è proprio la vittoria del Mondiale Under 20 da protagonista, con la doppietta in semifinale contro il Ghana che rappresenta un saggio di tutte le sue capacità. Gioca a destra, ma è mancino. Facile capire cosa significa: taglio verso il centro e sinistro sul secondo palo. E' il suo marchio di fabbrica.
Ma Thauvin non è solo questo. Contro il Valenciennes segna un goal pazzesco partendo dalla sua metà campo e saltando come birilli tutti gli avversari: "Thauvin, c'est le Brésil!", urla il telecronista deliziato dallo 'joga bonito' del ragazzino. La sua arma migliore è la velocità, il cambio di passo improvviso con cui prende il tempo agli avversari. Spesso a giocatori con queste caratteristiche manca il fisico, ma i 179 centimetri di Thauvin sono un'eccezione: ha una massa muscolare che gli permette di fare la differenza sia nello stretto che in campo aperto.
In poco tempo il mercato attorno a lui si infiamma: il Lille di Rudi Garcia lo compra per appena 3,5 milioni, lasciandolo il prestito al Bastia, ma termine della stagione il Marsiglia si presenta con 12 milioni sul piatto e porta Thauvin al Veledrome. Fa un tentativo anche lo stesso Rudi Garcia, che nel frattempo ha lasciato il Lille per trasferirsi alla Roma, ma non se ne fa nulla. I due alla fine si incrocieranno, ma più avanti.
Thauvin a Marsiglia viene però imbrigliato dai tatticismi del Loco Bielsa. Gioca bene ma segna poco, non è più il talento accecante di Bastia. L'OM decide allora di monetizzare fin quando è possibile, cedendolo al Newcastle per 18 milioni. L'avventura in Premier League si rivela tuttavia fallimentare e Thauvin fa ritorno in un Marsiglia pieno di problemi e difficoltà. A un certo punto sembra che la sua stella stia per trasformarsi in meteora, ma Thauvin non è tipo che si arrende. Lo abbiamo capito.
L'arrivo di Rudi Garcia non cambia soltanto la storia del Marsiglia, ma anche la sua. Perché se da un lato l'OM torna competitivo in Francia e in Europa, conquistando anche la finale di Europa League nel 2018, dall'altro Thauvin trova una continuità di rendimento spaventosa. I numeri con Garcia come allenatore sono da top player: 56 goal e 37 assist in 125 partite. Numeri che gli fanno guadagnare la convocazione di Deschamps per i Mondiali di Russia.
Thauvin gioca solo tre minuti contro l'Argentina ma si laurea comunque campione del Mondo per la seconda volta insieme all'amico Pogba, chiudendo quel cerchio iniziato nel 2013. Un cerchio che si chiude anche al Marsiglia. L'addio di Garcia e i nuovi problemi dell'OM imbruttiscono ancora una volta Thauvin. Il Milan, e soprattutto Paolo Maldini, fiutano l'occasione.
"E' un giocatore che sarà a fine contratto, quindi è un giocatore dal punto di vista economico interessante. E' un giocatore di alto livello. Non è il prototipo di giocatore che abbiamo preso in questi due anni, per età diciamo. Però quello che diciamo sempre noi è che il mix giusto sia tanti giocatori giovani con giocatori con un pochino in più d'esperienza che possano dare qualcosina in più. Sicuramente è un profilo che va seguito".
Parole, quelle di Maldini a 'Telefoot', che hanno un attimino fatto centro nel cuore di Thauvin...
“Queste sono le cose che ti rendono felice, quando una leggenda parla così bene di te. Ovviamente mi ha commosso e lo ringrazio moltissimo”.
Anche perché il rapporto con il Marsiglia - e specialmente con il compagno Payet - è quanto mai compromesso. Non per niente 'L'Equipe' spara il caso in prima pagina. 'Fratelli nemici', il titolo del prestigioso quotidiano francese.
L'EquipePare infatti che Payet abbia accusato Thauvin di pensare più a se stesso che alla squadra dopo la clamorosa sconfitta col Nimes. D'altra parte Thauvin avrebbe accusato Payet di aver accettato di abbassarsi l'ingaggio in cambio di un posto certo nei quadri dirigenziali dell'OM, tramando alle sue spalle. Insomma la situazione è chiaramente insostenibile, al punto che Thauvin non vede l'ora di andarsene, magari già a gennaio, prima della scadenza del contratto.
Il Milan ci prova seriamente, Maldini vuole davvero portare Thauvin in rossonero. In Europa le pretendenti non mancano, ma a 29 anni Thauvin decide di fare una scelta clamorosa, per molti inspiegabile e senza senso. Decide di accettare la chiamata del Tigres, dove già un altro francese ed ex compagno all'OM, André-Pierre Gignac, ha fatto la storia. Decide di trasferirsi in Messico.
adidasScelta di vita, scelta economica (20 milioni per 5 anni). Di sicuro una scelta con la 'S' maiuscola, di quelle da spiegare fino in fondo.
"Non avrei rinnovato col Marsiglia, lo sapevo già. Ho parlato con il Milan, Maldini ma ha fatto una bella offerta per gennaio. Poi mi ha contattato anche l'Atletico Madrid, ma quando mi ha chiamato il Tigres è cambiato tutto. Non sono stato bene a Marsiglia e non mi sono mai sentito pienamente a mio agio in nessun club, per dire la verità. Non l'ho fatto per i soldi. La mia vita è cambiata dopo la nascita di mio figlio, sentivo di scegliere qualcosa di diverso".
Un qualcosa di diverso che ancora oggi la maggior parte non riesce a comprendere. Anche perché l'impatto con il Messico di Thauvin non è stato quello che ci si aspettava. Non è stato quello avuto da Gignac, per intenderci, ma forse era sbagliato già solo pensare che potesse esserlo. Il bilancio ha dato ragione a chi si immaginava fosse andato in Messico semplicemente a svernare.
8 goal e 5 assist in 38 partite. Infortunti fin troppo prolungati, fino al divorzio ufficiale. Ma nessun rimpianto: "Qui ho tutto per essere felice".
L’appuntamento con la Serie A era solo rimandato. Sì, perché a qualche anno di distanza dal ‘no’ al Milan, Florian Thauvin accetta la proposta dell’Udinese e arriva in Italia, dove gioca ancora oggi. Un segno del destino.
