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Niccolò Gallisocial media

Niccolò Galli, il talento figlio d'arte che un incidente si portò via a 17 anni

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Probabilmente sarebbe diventato uno dei grandi difensori italiani e un punto fermo della Nazionale italiana. Niccolò Galli, figlio d'arte, dato che suo papà, Giovanni, è stato portiere fra le altre di Fiorentina, Milan, Napoli, Torino e Parma, oltre che della Nazionale azzurra, era un difensore moderno di grandi prospettive.

Forte fisicamente, bravo in marcatura e dotato di qualità atletiche importanti, dopo aver fatto molto bene in Inghilterra con l'Arsenal, era tornato in Italia per giocare nel Bologna, con cui aveva esordito in Serie A. Ma a soli 17 anni, un terribile incidente stradale in moto lo avrebbe strappato per sempre al calcio italiano e, soprattutto, all'affetto dei suoi cari.

Nato a Firenze, il 22 maggio del 1983, quando papà Giovanni difendeva la porta della Fiorentina, Niccolò si innamora presto del pallone, assieme allo studio la sua grande passione. Studente modello, a 10 anni entra nelle giovanili del Torino e nel 1994/95 segue la carriera del papà e passa al Parma. Provano a fargli fare il portiere, ma a differenza di Giovanni, eccelle in campo come difensore centrale, e in quel ruolo inizia ad essere utilizzato costantemente nella successiva avventura alla Fiorentina.

In viola Niccolò resta 4 stagioni, guadagnandosi la chiamata della Nazionale Under 16. Ma non è soddisfatto, come spesso accade quando tuo padre è stato un calciatore famoso, c'è chi lo provoca dicendo che gioca soltanto per quel motivo. Così nel 1999 decide di lasciare l'Italia per fare un'esperienza a Londra con l'Arsenal.

"Niccolò era magrissimo, bruttino- ha raccontato Giovanni Galli su 'Rai Uno' alla trasmissione'Vieni da me' condotta da Caterina Balivo -Tanto che dopo il parto per scherzo dissi a mia moglie: 'Lo potevi fa più bellino'. Lui aveva la passione per il calcio, mi ha sempre seguito quando mi allenavo. Ma amava anche lo studio. Volevano fargli fare il portiere ma non era bravo. Poi in difesa trovò il suo ruolo. A 16 anni decise di andare a Londra per provare a sfondare là. Voleva vedere se le attenzioni verso di lui erano solo per il nome che portava o perché era veramente bravo".

E con le Giovanili dei Gunners dimostra che oltre al cognome c'è di più: con l'Under 17 vince infatti la Premier League della categoria e successivamente l'FA Cup Under 18. Non ci sono più dubbi: Niccolò è un difensore sul quale l'Italia può fare grande affidamento. In Nazionale passa così all'Under 17, guadagnandosi una maglia da titolare e dimostrando di saperci fare, pur essendo un difensore, anche sotto il profilo realizzativo.

Ragazzo molto alto (un metro e 88 centimetri per 75 chilogrammi), è bravo nei colpi di testa, sia in fase difensiva sia in attacco, e nelle chiusure ai danni degli attaccanti avversari. Nel 2000/01 si sente così pronto a far ritorno in Italia e a 17 anni accetta di trasferirsi in prestito al Bologna di Francesco Guidolin, che lo aggrega subito alla Prima squadra. 

Il 1° ottobre del 2000, subentrando all'83' a Tonetto, Niccolò Galli fa il suo esordio in Serie A all'Olimpico contro la Roma. In quella gara ha l'onore e l'onere di marcare il suo idolo Gabriel Omar Batistuta. La Roma si impone 2-0, ma per il giovane difensore è comunque un giorno da ricordare.

Niccolò Galli Bologna

A gennaio 2001 è convocato con l'Under 18 dell'Italia per la Coppa Meridian. Ma quando la sua carriera sembra sul punto di decollare, il 9 febbraio del 2001, mentre torna a casa dopo l'allenamento con la squadra, perde il controllo del suo motorino e va a schiantarsi contro un guard rail in manutenzione. Niccolò in particolare cade dalla moto e sbatte l'addome contro un tubo d'acciaio che era stato lasciato in posizione pericolosa.

L'urto gli sarà fatale. Il ragazzo, dopo l'impatto, aveva avuto il tempo di dire solo qualche parola, poi, persa conoscenza, morirà pochi istanti dopo l'arrivo in ospedale.

"Il 9 febbraio del 2001 ci chiamarono per dirci che Niccolò aveva avuto un incidente - ricorda Giovanni Galli a 'Vieni da me' -Quando arrivammo in ospedale capimmo che non c’era più vedendo tutti i suoi compagni piangere".

Una terribile tragedia colpisce l'ex portiere del Milan e sua moglie, che di colpo si ritrovano senza l'amato figlio, mentre il Bologna decide di ritirare la maglia numero 27 indossata da Niccolò contro la Roma e di dare il suo nome al Centro tecnico di Casteldebole.

"Dopo l'incidente di Niccolò due cose sono state fondamentali nella mia vita, il grande amore della mia famiglia e la fede - ha dichiarato Giovanni Galli in un'intervista a 'Tv2000' del 2017 per il programma '‘Beati Voi-Tutti santi’ - Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio. Se non avessi avuto questa grande fede e la convinzione di ritrovare e rivedere un giorno mio figlio sarebbe stato difficile convivere con questo dolore. Il dolore non passa mai, ci si può solo convivere".

"La domenica mattina dovunque fossi a giocare andavo a messa, - racconta - mi sentivo di doverci andare, era una chiamata più forte di me. La fede è un qualcosa che ti senti dentro e andare a messa mi faceva sentire bene. Con la mia famiglia non siamo stati mai superficiali. Abbiamo sempre dato valore alla vita, alle cose e alle persone ma dopo la scomparsa di Niccolò qualcosa in più c'è stata. Davanti a mia moglie e alle mie figlie volevo essere la persona alla quale loro potessero aggrapparsi e cercavo di non farmi vedere piangere. Mi è mancato poter piangere, lo facevo di nascosto sotto la doccia perché non volevo farlo davanti a loro. Ma è stato comunque un errore perché sia il dolore che la felicità devono essere condivise con tutti. A distanza di tempo mi sto portando dentro ancora tante ferite".

Martedì 15 febbraio 2001 nella Chiesa dei Salesiani di via Gioberti, a Firenze, si celebrano i funerali. La tragedia colpisce il mondo del calcio e in particolare la Fiorentina, che attraverso un messaggio del suo capitano, Manuel Rui Costa, esprime il suo dolore e la sua vicinanza alla famiglia Galli.

"Sono personalmente sconvolto per la tragedia della famiglia Galli - scrive il portoghese - Non ci sono parole per commentare un dramma simile e la tristezza che sto provando. Tutta la squadra oggi ha parlato di questo e non della partita di domani contro il Parma. Abbiamo conosciuto Niccolò: era un bravo ragazzo, al di là del fatto che poteva diventare un ottimo giocatore. Partecipiamo al dolore della famiglia. È una cosa che ci rattrista e che ci fa pensare che la vita va oltre il calcio".

La stessa squadra viola ottiene di poter osservare un minuto di raccoglimento prima della gara dell'11 febbraio contro il Parma e di giocare con il lutto al braccio. Fabio Quagliarella, compagno nelle Nazionali giovanili di Niccolò, invece, a partire dalla stagione 2006/07 decide di portare sulle spalle la maglia numero 27 (che avrà sempre con sé fatta eccezione per i primi 2 anni alla Juventus, in cui porterà il 18).

Ogni anno, in occasione dell'anniversario della morte di Niccolò, si tiene una commemorazione sul luogo dell'incidente. Particolarmente commovemente è stata quella del 2019, in occasione del 18° anniversario dell'incidente che si portò via il grande talento, a cui, oltre ai genitori del ragazzo, ha preso parte il parrocco di Casteldebole e tutta la squadra del Bologna, con Sinisa Mihajlovic in testa.

Grazie alla fede, papà Giovanni ha trovato con il tempo la forza di elaborare l'enorme lutto e, per tenere viva la memoria del figlio, ha creato la Fondazione Niccolò Galli ONLUS che si occupa di raccogliere fondi per scopi filantropici, quali eventi, partecipazioni di sostegno, oltre ad un memorial giovanile, anch'esso intitolato a Niccolò Galli, di notevole importanza.

"Il giorno in cui è nato Niccolò si festeggia Santa Rita. Quando è successo l'incidente ci siamo sentiti in dovere di andare a Cascia e portare una fotografia di Niccolò che abbiamo perso nel 2001 all'età di 17 anni - ha rivelato l'ex portiere azzurro nella sua intervista a 'Tv2000' - Con quella foto abbiamo restituito nostro figlio a Santa Rita. Lei ce lo aveva 'dato' il 22 maggio e noi glielo abbiamo riportato. Dopo la scomparsa di Niccolò il mio rapporto con Dio non è cambiato. Ogni sera prima di dormire faccio le mie preghiere e l'ultima immagine è quella di Niccolò.Non so come lo rivedrò, se nell'età in cui ci ha lasciati o invecchiato. Speriamo di riconoscerci".

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