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Negri a GOAL: "Brunori ha la 'cazzimma' giusta per stare a Palermo, mi piace"

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Nel cuore dell'Italia calcistica, il Derby tra Perugia e Ternana ha acceso, nel corso della storia, una delle rivalità più sentite dell'intero Paese: perché il confronto tra i Grifoni e le Fere non si limita al rettangolo verde, ma racchiude aspetti e temi socio-culturali, tipici dell'una o l'altra città.

C'è chi, nel corso degli anni, le maglie di Perugia e Ternana le ha indossate, pur in contesti differenti, lasciando un buon ricordo: tra questi c'è senza dubbio Marco Negri, uno degli attaccanti più iconici del periodo che va tra gli anni Novanta e i primi Duemila.

Ha vinto con entrambi i club, lui: con la Ternana ha conquistato la promozione in Serie B nella stagione 1991/92, mentre con 18 reti regalò il ritorno in A dopo 15 anni al Perugia, nel campionato 1995/96.

Nel weekend, in Serie B, si è disputato il Derby tra i Grifoni e le Fere, con la vittoria dei ragazzi di Castori per 3-0 con le reti di Luperini (doppietta) e Santoro. Intervenuto nel corso di B Italian, il format sulla Serie BKT in onda sul canale Twitch di GOAL Italia, Marco Negri ha commentato il successo dei biancorossi.

"Il Derby è stato vinto meritatamente, è stato preparato meglio dal Perugia. Un Derby non vale solo i tre punti, ma anche l'entusiasmo della città, la stima dei tifosi, e la consacrazione di un allenatore che è stato un po' bistrattato all'inizio, poi lo si è fatto lavorare senza chiedergli qualcosa che non ha mai fatto, perché Castori è un allenatore pragmatico che ha sempre pensato ai risultati e alle vittorie lasciando da parte il bel gioco. A Perugia gli avevano chiesto il bel gioco: da una decina di partite il Perugia ha capito che dovrà soffrire tantissimo e lavorare per uscire dalla zona retrocessione, si sono rimboccati le maniche e adesso si crede a quello che offre l'allenatore e hanno preso la direzione giusta".

Un po' di rammarico, invece, per la situazione della Ternana che, a livello di rosa, non è messa male secondo Negri, ma che deve risolvere la questione societaria, visto che Stefano Bandecchi, proprietario del club, ne ha annunciato la cessione.

"La Ternana ha la qualità giusta: Andreazzoli è una garanzia, visto che è di grande esperienza. Cercherà di creare una bolla tra giocatori, staff e pubblico per andare avanti. Spero che la situazione societaria si definisca perché l'ambiente patisce quando c'è l'incognita e l'incertezza. Quando le cose saranno state fatte si potrà ripartire. Il campionato della Ternana è leggibile: cercherà di rimanere aggrappata ai Playoff e con la situazione societaria risolta magari ricompattare il tutto e giocarsi le proprie carte".

Ma Marco Negri è uno dei nomi più iconici del periodo di cui parlavamo prima anche e soprattutto per il suo modo di interpretare il ruolo di attaccante: ma c'è un Marco Negri in Serie B? L'ex centravanti ha un suo nome preferito, ma parla anche di uno dei migliori prospetti del calcio italiano.

"Vi faccio un nome di un giocatore che mi piace: Brunori del Palermo. Un attaccante che sa far goal, che mi piace, che sa far giocare la squadra: è in un ambiente in cui devi avere la cazzimma per starci. Palermo sai che è un ambiente con grandi pressioni: è un giocatore che mi piace. Ha la giocata, gioca per la squadra. Poi ci sono le vecchie volpi: Lapadula e Coda che alla fine i loro goal li faranno sicuramente, quindi scaleranno la classifica marcatori. Moro del Frosinone? Sì, sicuramente: questo è un campionato in cui può intravedere qualche giocatore che può far bella figura in Serie A. Anche le squadre di A stanno visionando perché c'è talento e c'è soprattutto potenziale, che è quello che la Serie B deve dimostrare. I giocatori della Serie B, quelli giovani, devono dimostrare potenziale e margine di crescita".

Nella stagione 2017/18 ha preso parte al gruppo allestito da Massimo Oddo all'Udinese, in Serie A: preparava (giustamente) gli attaccanti, gli dava i giusti consigli. Ecco: quasi 5 anni più tardi Oddo è diventato l'allenatore della SPAL, in Serie B, subentrando a Daniele De Rossi, esordendo con un pareggio contro il Como.

"Massimo lo conosco benissimo perché ho fatto parte del suo staff a Udine, mi prendevo cura del reparto attaccanti. E' entrato alla SPAL e le prime settimane il lavoro deve essere per forza psicologico, più che tattico. Ha iniziato la partita con un modulo, poi l'ha cambiato: cercherà di riportare entusiasmo e fiducia nel propri mezzi. Un allenatore in corsa così deve pensare di fare dei punti perché la situazione in classifica adesso è preoccupante: le altre squadre che lottano per non retrocedere hanno dimostrato di poter far punti e se devi aspettare il risultato degli altri vuol dire che sei messo in brutte acque. La situazione della SPAL non è semplice perché anche De Rossi stava facendo fatica: però ha un ottimo reparto offensivo che può fare la differenza".
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