GOALLa figura di Emiliano Mondonico resta una delle più genuine del calcio italiano, un tecnico amato da tutte le piazze in cui ha avuto modo di allenare per i suoi modi semplici di lavorare e di rapportarsi con la gente, oltre che per i risultati di alto livello.
La sua scomparsa, nel 2018, ha lasciato un grande vuoto per la simpatia che quel volto con i baffi sapeva trasmettere, a prescindere dai colori della propria fede. Una simpatia che, siamo certi, diventerà ancora più grande dopo avervi raccontato questo episodio che risale a quando era un 20enne giocatore della Cremonese.
Siamo nel 1967, gli anni della rivoluzione musicale con l'eterna lotta tra Beatles e Rolling Stones, praticamente i due gruppi che all'epoca si dividevano proseliti in giro per il mondo. Anche il giovane Mondonico resta affascinato da quella musica, in particolare da Mick Jagger di cui è un grande fan.
Talmente tanto che decide di farsi squalificare apposta pur di assistere ad un concerto dei Rolling Stones al Palalido di Milano, l'8 aprile di quell'anno. Un aneddoto che lo stesso Mondonico raccontò con un pizzico di ironia qualche tempo fa: "La domenica precedente mi feci squalificare visto che il sabato sera successivo ci sarebbe stato il concerto. Giocavamo a Mestre e bisognava partire il sabato pomeriggio, per cui non sarebbe stato possibile andarci. Fisicamente non ero in grado di fare dei falli e allora ho cominciato a lanciare improperi all’arbitro".
Mondonico raccontò a 'isolachenoncera.it' quel simpatico episodio per poter scappare a vedere Jagger, Richards, il compianto Brian Jones e Watts:
"Quando l'arbitro si girava per vedere chi era, mi giravo anch’io. E non riusciva a capire chi fosse l’autore delle provocazioni. Alla fine, ha compreso. “È lei che mi ha insultato per tutta la partita?” L’importante era che mi buttasse fuori, così da potere andare a vedere gli Stones".
L'Italia era cristallizzata nella sua musica troppo calma per uno come Mondonico:
"Brian Jones era seduto su una sedia di legno, simile a quella che ho alzato ad Amsterdam. Era uno spettacolo diverso da tutti. Noi eravamo abituati a Orietta Berti, a Nilla Pizzi, a Celentano. Era sconvolgente, ti prendeva... Oltre a Brian Jones, ricordo Mick Jagger, un animale da palcoscenico. Da Tony Dallara che faceva il falsetto, mi trovavo di fronte a Jagger. Eravamo abituati a Sanremo… In quel periodo erano i capelli che facevano la differenza".
Quel giorno il gruppo inglese suonò due volte, una al pomeriggio e una alla sera. Inutile dire che Mondonico e compagnia assistettero a tutti e due i concerti, regalandosi una giornata indimenticabile:
"Siamo entrati nel pomeriggio e poi ci siamo nascosti per sentire anche il concerto della sera".
Emozione indimenticabile, come quelle che ha saputo regalare alla guida, soprattutto, di Torino e Atalanta, trascinate a traguardi impensabili in Europa. Un calcio antico e suggestivo che ora sembra impossibile da replicare.




