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Molinaro a GOAL: "Il Venezia punta all'internazionalizzazione, per me una soddisfazione chiudere qui"

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"Il tempo che dedichi a quello che è il lavoro in generale aumenta di 8-9 ore perché c'è la parte di campo, insieme all'allenatore e alla squadra, e poi si continua fuori. Si ritorna in sede e il lavoro continua lì": il 16 gennaio del 2022 Cristian Molinaro scende in campo dal primo minuto nella difesa a quattro schierata da Paolo Zanetti. E' un Venezia-Empoli importantissimo per conquistare punti salvezza: al "Penzo" passa in vantaggio la formazione di Aurelio Andreazzoli con Szymon Zurkowski. Il pareggio arriva nella ripresa con David Okereke, su assist di Nani.

Ecco, proprio Nani: colui che subentra a Molinaro (che in quel pomeriggio aveva la fascia da capitano al braccio), nel giorno della sua ultima partita da professionista. Simbolica, come cosa.

"L'anno scorso tra Serie B e A ho fatto più di 40 partite, meno avanti e più indietro. E' stata una bella soddisfazione al Venezia: ho chiuso come mi aspettavo di chiudere, anche con l'effetto sorpresa perché il presidente mi ha dato quest'opportunità".

Oggi Cristian Molinaro ha cambiato ruolo: ha lasciato la fascia per sedersi dietro a una scrivania. Appesi gli scarpini al chiodo ha lavorato in sinergia con Zanetti, ma come raccontato durante B Italian, il format sulla Serie BKT in onda sul canale Twitch di GOAL Italia, il percorso in panchina non lo ha convinto. Anche se sì: il campo manca maledettamente.

"Per fortuna ci son tante cose da fare quando intraprendi un percorso lavorativo di questo genere: all'inizio mi è mancato abbastanza il campo, soprattutto durante il ritiro estivo perché vedevo i ragazzi con cui avevo condiviso lo spogliatoio allenarsi. E non è stato facile. Pian pianino ho avuto conferma del percorso che volevo fare da grande: nonostante lo scorso anno sia stato a contatto con Paolo Zanetti non ho sentito la vocazione per diventare allenatore".

Il Venezia, retrocesso in Serie B, lotta costantemente per tirarsi fuori dalla zona retrocessione: lo fa dopo un avvio molto complicato, "svoltato" con l'arrivo di Paolo Vanoli in panca.

"Non è stata un'annata chiaramente facile: dopo la retrocessione c'è stato il cambio di allenatore e speravamo di partire in maniera positiva, e con un altro piglio. E invece non è stato facile per i giocatori rimasti riuscire a incidere: si è visto a gennaio dopo la partita con il Sudtirol. Nonostante l'arrivo di mister Vanoli avesse portato una grande spinta, contro il Sudtirol si era avuta la percezione di una squadra che non aveva in testa la voglia di portare il Venezia fuori da una situazione difficile. Poi c'è stata la ripresa, soprattutto nel capire che la Serie B è un campionato molto complesso, soprattutto quest'anno".

C'è un concetto chiave, però, del Venezia, ed è quello di "internazionalizzazione". Lo si è visto nella passata stagione, con l'arrivo di tanti giocatori internazionali, e lo si vede anche attualmente.

"C'è uno studio anche dal punto di vista mentale quando vengono scelti i giocatori qui al Venezia: cerchiamo di internazionalizzare il club e in questo devo dire che siamo stati fortunati a trovare dei ragazzi strutturati dal punto di vista della mentalità. Si sono calati nella realtà, pur con meno esperienza nella categoria".

Per farlo, però, Molinaro e l'area tecnica si sono affidati a giocatori di grande esperienza: uno su tutti l'ex Bayer Leverkusen, Union Berlino e Amburgo Joel Pohjanpalo.

"Quello che i ragazzi hanno capito è quanto l'apporto umano incida nello spogliatoio: Pohjanpalo è uno di quei leader che anche al di fuori del rettangolo verde riesce a incidere con tanti ragazzi che abbiamo. E' un giocatore che vive a Venezia, si è calato proprio nella realtà Venezia, ha voluto capirne gli usi, i costumi, il modo di pensare dei veneziani. Si è integrato nel progetto ed è di grandissimo aiuto fuori dal campo: poi la sua esperienza internazionale ci aiuta proprio con quei ragazzi che venendo da fuori possono avere delle difficoltà".

"Moli" avrà pure smesso di correre su e giù per la fascia, ma ha le idee chiare e la lucidità mostrate in campo anche dietro a una scrivania del club più internazionale della Serie B.

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