L’inchiesta realizzata e pubblicata dall’autorevole quotidiano statunitense, il “New York Times” , getta alcune ombre sulla nuova proprietà del Milan.
Indagando in Cina sulle proprietà economiche di Yonghong Li, sono emersi alcuni elementi poco chiari ma, stando a quanto riporta il quotidiano americano, il nuovo proprietario del Milan ha rifiutato un’intervista per chiarire la situazione.
I primi punti interrogativi sono sorti quando gli autori dell’inchiesta hanno indagato sul settore minerario cinese, del quale Yonghong Li dovrebbe essere uno dei protagonisti principali.
Stando a quanto riportato dal “New York Times”, però , la miniera in questione apparterebbe in realtà a una società di investimenti, chiamata Guangdong Lion Asset Management e che negli ultimi due anni ha cambiato diversi proprietari, tutti con lo stesso cognome Uno di questi è Shangbing Li, rappresentante legale – inoltre – della Sino-Europe Asset Management, società coinvolta nell’acquisto del club rossonero .
Interrogato dal NYT, Shangbing Li ha detto di non conoscere l’omonimo Yonghong sebbene entrambi siano stati accusati congiuntamente in una disputa legale e, soprattutto, sebbene entrambi siano stati coinvolti nel passaggio di proprietà del Milan.

A generare ulteriori dubbi sulla vicenda è stato anche un sopralluogo effettuato a Guangzhou dal giornalista Ryan McMorrow che, nell’ambito del medesimo articolo disponibile in versione integrale anche sul sito del New York Time s, ha raccontato di aver trovato un avviso di sfratto sulla porta negli uffici (chiusi) della Guangdong Lion, parecchio disordine al loro interno, l’assenza degli hard disk dai pc e persino dei vermi tra i cestini della spazzatura.
Inoltre, nel 2004 la ‘Shanghai Securities News’, organo ufficiale di sicurezza in Cina, l’azienda gestita dal padre e dal fratello di Li Yonghong, la “Guangdong Green River Company”, avrebbe truffato più di 5.000 investitori. Episodio che costò la galera ad entrambi i parenti di Mr.L i, che fu invece indagato ma non condannato.
Il New York Times lascia intendere che l’inchiesta andrà avanti, specialmente perché i protagonisti principali non hanno fin qui voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali, ad eccezione di Shangbing Li che ha per di più smentito di aver costituito la “Sino-Europe”.


