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Reiziger GFXGoal

Michael Reiziger, il talismano di Van Gaal che macchiò il Sacchi-bis

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Al Milan la presenza di giocatori olandesi in rosa era oramai diventata tradizione quando Michael Reiziger si presentò a Milanello. Dopo il trio formato da Gullit, Rijkaard e van Basten era facile volersi rigettare in affari con i Paesi Bassi, col sogno di replicare quell’evento. L’obiettivo di Adriano Galliani iniziò a prendere piede nel 1996, quando l’acquisto di Edgar Davids aprì poi la strada agli arrivi di Kluivert, un anno dopo, e di Michael Reiziger, per l’appunto, compreso nel pacchetto. Un evento sfortunato, che dalle zone meneghine non si ricorda con grande affetto.

Se c’è una caratteristica che ha sempre contraddistinto Galliani rispetto ad altri dirigenti attivi negli anni ’90 è quella di aver saputo portare a Milano giocatori che si erano messi in mostra, spesso con squadre non di prima fascia, nelle competizioni europee. Edgar Davids è uno di questi, perché poco prima di arrivare in rossonero, il centrocampista olandese si era distinto nella finale di Champions League 1995/96, persa a Roma contro la Juventus: in quella che è la lotteria dei rigori, Davids aveva sbagliato il primo dell’Ajax, ma Galliani non si lascia scoraggiare. Lo convince a trasferirsi in Italia, ma nel pacchetto d’acquisto con i Lancieri deve inserire anche un terzino destro: Michael Reiziger.

È un anno complesso il 1996 per il Milan: le certezze della squadra si stanno sgretolando e a metà stagione finiscono davvero per essere distrutte dal cambio di guida tecnica, con il Sacchi-bis al posto di Tabarez. I rossoneri si presentano a inizio stagione con un trittico di difensori da poter schierare sulla corsia esterna destra, con Christian Panucci a fare da titolare, Michael Reiziger a fargli da sostituto e infine Francesco Coco come terza scelta. Sacchi, però, con Panucci non va più d’accordo, non ne vuole più sapere: la sua cessione al Real Madrid di Fabio Capello, a gennaio, viene mascherata da scelte di calciomercato, da offerte irrinunciabili, ma Panucci chiarisce subito il discorso. È l’allenatore, appena arrivato, ad averlo mandato via. La necessità è quella di affidarsi ai due rimasti, quindi, con Reiziger che nelle retrovie prova a festeggiare per il cambio tattico.

“Panucci è un grande giocatore e mi dispiace che sia andato via. Sono però felice: troverò un posto fisso”, Michael Reiziger, La Gazzetta dello Sport.

Nonostante le aspettative, però, Sacchi lo impiega davvero col contagocce: gli dà l’occasione di prendersi il posto da titolare per l’intero mese di gennaio, durante il quale Reiziger scende in campo da titolare per quattro volte di fila: Lazio, Vicenza, Cagliari e Verona, con una sola vittoria e due sconfitte. Il Milan non gira, la squadra, che è campione in carica in Italia, non è più quella di prima. Sacchi se ne accorge e tra quelli che pagano dazio c’è proprio l’esterno olandese.

Con Costacurta adattato a destra, Coco spostato a sinistra, lo spazio in difesa diventa nullo, fino a una sparuta comparsata contro la Juventus il 6 aprile, a distanza di tre mesi dall’ultima da titolare. È una partita da dimenticare, però, perché al Giuseppe Meazza i bianconeri di Marcello Lippi schiantano i rossoneri per 6-1, con Reiziger che si ritrova a dover marcare Jugovic, autore di una doppietta, e Amoruso, che firma il momentaneo 5-0. Da quel momento finisce lo spazio e Sacchi preferisce concedere a Tassotti la meritata passerella di fine carriera: lo schiera titolare e lascia finire nel dimenticatoio la seconda tornata degli olandesi.

L’esperienza al Milan si chiude con appena dieci presenze in campionato, 4 in Coppa Italia e 3 in Champions League, col Milan che esce dalla competizione ai Gironi, perdendo con il Porto e il Goteborg. Una separazione che non fa piangere nessuno, anzi fa felice Van Gaal, che lo chiama al Barcellona dopo averlo lanciato nel calcio dei professionisti nei Paesi Bassi. Quella era l’Ajax delle meraviglie, che nel 1995 aveva strappato proprio al Milan la Champions League, e per Van Gaal era necessario rimettere in sesto la colonia olandese al Barcellona.

Michael Reiziger Ajax Champions LeagueGetty Images

Scelta fortunata, perché i blaugrana vincono, al primo colpo, la Liga, la Coppa di Spagna e la Supercoppa Europea: oltre a giocare da terzino destro, il suo allenatore decide anche di provare Reiziger da centrale, ruolo che al Milan sembrava improponibile per un difensore che tutto faceva fuorché difendere. Eppure, contro il Borussia Dortmund, nella finale di Supercoppa, Reizinger risponde alle richieste del suo tecnico e solleva la sua seconda Supercoppa, che però è anche l’ultimo trofeo internazionale dopo la Coppa Uefa del 1992 e il trittico del 1995 che lo vede trionfare nell’Intercontinentale, nella Supercoppa Uefa e nella Champions League.

In una formazione che lo vede scendere in campo al fianco dei fratelli De Boer, Guardiola, Cocu, Rivaldo, Figo e nel frattempo anche Kluivert, che al Milan vive un’esperienza analoga e fallimentare, Reizinger resta ben sette anni in Spagna, fino al 2004, un anno in più rispetto a Louis van Gaal e restando titolare anche con Frank Rijkaard in panchina.

Quell’estate il Barcellona decide di epurare gli olandesi, con Cocu che all’età di 33 anni si libera e va al PSV, così come Kluivert, che a 28 anni si trasferisce al Newcastle e lo stesso Reiziger, che a 31 anni segue l’attaccante connazionale in Premier League, firmando da svincolato per il Middlesbrough. Con l’arrivo, d’altronde, di Belletti dal Villarreal e di Sylvinho dal Celta de Vigo, lo spazio inizia a essere poco. Quell’estate, tra l’altro, il Barcellona promuove dalla squadra riserve anche Lionel Messi, a 16 anni, per inaugurare un nuovo glorioso ciclo.

La carriera di Reiziger vive di una sola stagione in Premier League prima del ritorno in Eredivise, con il PSV, che in due anni gli concede una breve passerella, prima di appendere gli scarpini al chiodo. L’anno in cui lascia il Barcellona, tra l’altro, è anche la chiusura della sua esperienza con la maglia dell’Olanda, della quale per dieci anni è un pilastro. Un vero mistero, quello che ancora oggi colpisce gli addetti ai lavori che lo hanno visto rappresentare uno dei peggiori interpreti del ruolo di terzino destro con la maglia del Milan. Con la maglia della sua Nazionale, Reiziger gioca gli europei del 1996, del 2000 e del 2004, oltre ai mondiali del 1998: un totale di 72 presenze, poche meno di giocatori come Clarence Seedorf e John Heitinga, ma in ogni caso entrato nel novero dei più grandi fallimenti del calciomercato di Adriano Galliani al Milan.

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