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Miccoli al Benfica: il biennio di rilancio in Portogallo del 'Romario del Salento'

Per sua stessa ammissione, l'avventura di due anni al Benfica, dal 2005 al 2007, rappresenterà "l'esperienza più bella della sua carriera" e segnerà di fatto la sua rinascita personale come calciatore.

Nonostante le indiscusse qualità, ovvero la grande velocità abbinata alla tecnica e alle doti balistiche, non lasciassero indifferenti, l'estro e il carattere focoso e istintivo di Fabrizio Miccoli mal si abbinavano con il rigore di casa Juventus.

Per questo per lui la stagione a Torino era stata particolarmente difficile. Fra l'attaccante salentino, arrivato nel 2003/04 via Ternana, dopo una bella annata col Perugia, e la triade bianconera composta da Moggi, Giraudo e Bettega non tardarono a nascere forti attriti e incomprensioni.

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Al di là dei numeri, 10 goal complessivi in 38 presenze, di cui 8 in 25 gare in Serie A, uno in 6 partite in Champions League e uno in 6 apparizioni in Coppa Italia, che lo resero agli occhi del tecnico Marcello Lippi una buona alternativa ai titolari, 'Il Romario del Salento', arrivato a Torino con grandi aspettative, soffrì tanto la pressione e il rapporto difficile con la propria dirigenza.

Così l'anno seguente era stato girato in compartecipazione alla Fiorentina, dove aveva confermato il suo talento e con 12 goal in 35 partite di campionato e aveva dato un contributo fondamentale alla salvezza dei viola all'ultimo turno.

Scaduto il prestito, il club bianconero lo aveva riscattato alle buste versando 2 milioni contro il milione e mezzo offerto dal club toscano. Miccoli si ritrova dunque nuovamente bianconero, ma a Torino non ha intenzione minimamente di restare e chiede e ottiene la cessione in un'altra piazza.

IL PASSAGGIO DALLA JUVENTUS AL BENFICA

Il futuro di Fabrizio si decide nelle ultime ore del calciomercato 2005. Il 31 agosto Luciano Moggi, Direttore generale bianconero, lavora per la sua cessione dopo che l'attaccante salentino aveva declinato nei giorni precedenti la proposta del Portsmouth.

Il primo club a farsi avanti è il Lecce del presidente Quirico Semeraro, disposto a fare un sacrificio pur di riportare la talentuosa punta a casa. Miccoli, dal canto suo, si dice disposto a ridursi l'ingaggio. Ma non se ne farà nulla: Moggi chiude le porte e cerca una soluzione più remunerativa per le casse bianconere.

La sera del 31 agosto 2005, Miccoli passa così dalla Juventus al Benfica in prestito oneroso per 900 mila euro.

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IL PRIMO ANNO A LISBONA E LA MAGICA SERATA DI ANFIELD

Miccoli sbarca così a Lisbona, si mette a disposizione del tecnico Ronald Koeman e, scelto come numero di maglia il 30, nonostante la prima parte del 2005/06 sia caratterizzata per lui da diversi problemi fisici, inizia a togliersi le sue soddisfazioni e viene accolto calorosamente dai tifosi portoghesi.

L'esordio in gare ufficiali del ventiseienne attaccante arriva nella 3ª giornata della Primeira Liga il 10 settembre 2005. Miccoli disputa tutta la sfortunata gara allo Stadio José Alvalade contro i rivali dello Sporting CP, che si impongono 2-1.

Ma già il mercoledì seguente, il 14 settembre, 'Il Romario del Salento' trova il suo primo goal con la sua nuova squadra nell'esordio stagionale in Champions League contro il Lille. Nella prima partita all'Estadio da Luz davanti ai propri sostenitori, Miccoli decide il risultato in pieno recupero: cross dalla sinistra di Mantorras e stacco di testa vincente del salentino, non certo un gigante (un metro e 68 centimetri di altezza), bravo a liberarsi a centro area del suo marcatore e a battere il portiere.

Il 3 ottobre con una conclusione da distanza ravvicinata contro il Vitoria Guimarães c'è anche la prima gioia in campionato per l'italiano (successo per 2-1 delle Aquile). A metà mese, però, arrivano i primi problemi fisici, che lo costringono a saltare, fra le altre, anche le due partite di Champions contro Villarreal e il vittorioso match di ritorno con il Manchester United.

Il 2-1 consente alle Aquile di accedere alla fase ad eliminazione diretta della competizione, anche se il sorteggio le abbina negli ottavi di finale al Liverpool campione d'Europa uscente, in quello che sembra un confronto dall'esito già scritto. Miccoli torna a disposizione e gioca in campionato da metà dicembre a metà gennaio, salvo infortunarsi nuovamente e stare ai box per un mese e mezzo.

Il rischio di una stagione flop è nell'aria ma 'Il Romario del Salento' rientra a inizio marzo più determinato che mai a ripagare i tifosi del Benfica del calore riservatogli. Il 4 marzo, subentrato nel corso della ripresa a Geovanni, gli bastano 28' minuti per trovare la seconda rete in Primeira Liga. Il suo è il punto decisivo contro l'Estrela Amadora (vittoria per 1-2 in trasferta), e arriva grazie ad un destro secco dal limite dell'area.

Ma il match più importante è in programma ad Anfield qualche giorno più tardi, mercoledì 8 marzo 2006. Il Benfica, senza Miccoli, ha vinto 1-0 la partita di andata al Da Luz grazie ad una rete del difensore Luisão, e ora si gioca tutto in uno dei templi storici del calcio inglese. Sugli spalti l'atmosfera è come al solito da brividi, con i tifosi inglesi che gremiscono l'impianto e provano a spingere con i loro cori i giocatori dei Reds a superare l'ostacolo portoghese.

A dirigere l'incontro è l'arbitro italiano Massimo De Sanctis, mentre il suo connazionale Miccoli, non ancora al meglio della condizione, si accomoda inizialmente in panchina. Rafa Benitez carica i suoi, che partono forte e nella prima mezz'ora sono padroni del campo. L'occasione più ghiotta per i padroni di casa arriva all'11', quando Crouch colpisce un palo clamoroso.

Ma i Reds non riescono a finalizzare la mole di gioco espressa e così nella seconda parte della prima frazione alla distanza esce fuori il Benfica, che prima centra la traversa con Geovanni, poi si porta addirittura in vantaggio al 36': pasticcio della difesa inglese, capitan Simão riceve palla sulla sinistra, si accentra e lascia partire un destro a giro angolatissimo sul quale Reina non può arrivare. 

Il vantaggio a sorpresa fa esplodere il settore ospiti, e contemporaneamente mette grande pressione al Liverpool, che ora per qualificarsi deve segnare 3 goal. I Reds cingono d'assedio l'area delle Aquile, ma i lusitani si chiudono bene e non concedono spazi. Nella ripresa, superata l'ora di gioco, Rafa Benitez rompe gli indugi e butta dentro Cissé per Kewell e Fowler per Morientes.

Il risultato non cambia e la risposta di Koeman non si fa attendere: prima del rovente finale, il tecnico olandese si gioca la carta Miccoli. Al 77' 'Il Pibe di Nardò' subentra all'ex viola Nuno Gomes per sfruttarne le doti di contropiedista. Il Liverpool si riversa disperatamente in attacco alla ricerca di un goal che riapra i giochi, ma così presta inevitabilmente il fianco alle ripartenze portoghesi.

È l'89' e Miccoli con uno dei suoi scatti spacca in due il Liverpool, avviando l'azione delle Aquile. Giunto al limite dell'area scarica per Beto sulla destra. Quest'ultimo gli ridà palla a centro area, ma la sfera ha uno strano rimbalzo sulla gamba destra dell'italiano e si impenna. A quel punto Fabrizio non ci pensa due volte, si coordina e con una spettacolare sforbiciata batte Reina per lo 0-2 finale.

Il Liverpool campione d'Europa in carica è clamorosamente eliminato e il Benfica avanza ai quarti di finale di Champions League, dove sarà eliminato, ma dopo due partite combattute, dal Barcellona. La punta, dopo la prodezza, va ad esultare sotto il settore dei suoi tifosi, che non dimenticheranno mai la magica serata di Anfield e il suo apporto all'impresa.

"Tutti ricordano il mio goal al Liverpool in Champions League ad Anfield, fu una rete bella e storica - affermerà l'attaccante classe 1979 ai microfoni di 'A Bola' nel 2016 -, senza dubbio è stato uno dei momenti migliori della mia esperienza in Portogallo".

Rinfrancato dalle prestazioni positive, Miccoli chiude il primo anno a Lisbona con altre due reti realizzate nelle giornate finali del campionato: timbra il cartellino contro il Belenenses (1-2) e contro il Nacional de Madeira (1-1), per un bilancio complessivo di 6 goal in 23 presenze. Il Benfica chiude al 3° posto in campionato, alle spalle di Porto e Sporting CP, e per accedere alla Champions dovrà passare dalle qualificazioni.

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IL DEFINITIVO RILANCIO CON LE AQUILE

Al di là dei meri numeri, il calore del Portogallo ha il potere di ridare a Miccoli l'entusiasmo per il calcio che a Torino aveva un po' perso per strada. Le Aquile rinnovano il prestito con i bianconeri e il suo secondo anno, il 2005/07, è così quello della definitiva rinascita.

Il Benfica, la cui panchina passa a Fernando Santos, senza l'attaccante italiano passa i preliminari di Champions dall'Austria Vienna, e accede alla fase a Gironi di Champions League. deve accontentarsi di giocare l'Europa League. Fabrizio, tornato a Lisbona, rinfrancato dall'ambiente, parte forte e firma una doppietta all'União de Leiria il 14 ottobre nel rotondo 0-4 dei suoi. Il primo goal, che avvia il successo esterno delle Aquile, è un delizioso pallonetto a scavalcare il portiere, il secondo una botta dall'interno dell'area.

Miccoli si ripete nel turno successivo in casa con l'Estrela Amadora: firma il provvisorio 1-1 con una deviazione vincente dall'altezza dell'area piccola, poi i biancorossi si impongono per 3-1. La gara è parzialmente macchiata dall'espulsione per doppia ammonizione all'82' che gli impedisce di scendere in campo nel big match contro il Porto.

In Europa il suo momento di gloria lo vive il 21 novembre al Da Luz: il Benfica ospita il Copenaghen e l'italiano realizza 2 dei 3 goal con cui i portoghesi si impongono 3-1. Il Benfica non passa però il girone con Manchester United e Celtic ed è retrocesso in Europa League.

Poi, come spesso gli accade, Fabrizio si ferma, salvo esplodere nella seconda parte dell'anno, che lo vedrà assoluto protagonista nelle fila delle Aquile. Dopo un periodo di stop per infortunio a inizio 2007, il 14 febbraio bagna l'esordio europeo in Europa League con la rete della vittoria dei suoi nell'andata dei sedicesimi contro la Dinamo Bucarest (1-0).

I lusitani passano poi il turno vincendo 1-2 anche la sfida di ritorno in Romania. Il cammino europeo dei portoghesi, eliminato il PSG agli ottavi, si arresterà soltanto nei quarti di finale con l'Espanyol (sconfitta per 3-2 in Spagna e 0-0 al Da Luz).

Miccoli e compagni possono consolarsi con il campionato, che li vedrà chiudere ancora al 3° posto ma stavolta a soli 2 punti dal Porto vincitore e ad uno dal 2° posto, ottenuto dallo Sporting CP. L'attaccante italiano sigla altre due doppiette, contro il Nacional de Madeira il 18 febbraio (vittoria per 0-2) e contro il Marítimo il 21 aprile (vittoria per 0-3). Va quindi a segno consecutivamente nello scontro diretto con lo Sporting CP (1-1) e nelle successive vittorie contro Naval (2-1) e Vitória Setúbal (0-1).

Chiude la stagione con 13 reti in 33 presenze, che dicono a tutti che 'Il Romario del Salento' è tornato, e il biennio portoghese con 19 centri in 56 partite.

L'AFFETTO DEI TIFOSI E IL RITORNO IN ITALIA

Nel 2007 Miccoli torna in Italia per indossare la maglia del Palermo, che ne rileva il cartellino a titolo definitivo dalla Juventus, ma i tifosi lusitani anche per quel suo carattere focoso e istintivo che tanto piace loro, lo ricorderanno sempre con grande affetto. Lo stesso club di Lisbona ricorderà Miccoli con una nota affettuosa quando darà l'addio al calcio giocato.

"Per me è stato un onore giocare nel Benfica - dichiarerà l'attaccante salentino nel 2016 in una sua intervista con 'A Bola' -, è stata l'esperienza più bella della mia carriera".
"Sono felice e orgoglioso per tutto quello che ho fatto - aggiungerà il giocatore pugliese - ed è un piacere essere ricordato ancora dai sostenitori di una squadra grande come il Benfica. Ho apprezzato molto il messaggio che la società ha pubblicato sul sito ufficiale quando ho lasciato il calcio. Sarò sempre grato al club, dove ho ancora amici come Nuno Gomes e Rui Costa".
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