Di Lionel Messi si ricordano tanti calci di punizione vincenti. Quello contro il Liverpool nella semifinale d'andata della passata edizione di Champions League, ad esempio. Un gesto tecnico che fa parte da tempo del repertorio dell'argentino. Solo talento? No: anche tanto lavoro di perfezionamento, come raccontato in un'intervista a La Liga pubblicata da DAZN.
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"Prima mi sistemavo e calciavo per calciare. Provavo a superare la barriera e arrivare in porta, ma lo facevo senza pensarci. Finché non ho iniziato ad allenarmi, ho cambiato abitudini nel posizionamento, nella rincorsa, nel tiro, ho provato a mettere il piede in un modo o nell’altro e poi vedevo come andava a finire... Però dipende anche dal momento. A volte sei fortunato e prendi sempre la porta, fai sempre goal, altre volte ne calci 5-6 e vanno tutte sulla barriera".
Ma non c'è soltanto talento o lavoro nelle punizioni di Messi, che rivela di ispirarsi anche ad altri battitori per perfezionare la propria tecnica.
"Sì, osservo anche gli altri tiratori. Ma credo che ognuno abbia il suo modo di calciare ed è molto difficile copiare quello di un altro. Penso che ognuno debba trovare il proprio stile e fare quello che ritiene meglio per calciare. È molto difficile guardare ed emulare. Bisogna allenarsi e scoprire quali sono le cose più adeguate per ciascuno".
E il movimento dei portieri, Messi lo studia oppure no? Interessante, in questo senso, anche il suo cambiamento nel corso degli anni.
"Una volta no perché mi condizionava molto quando dovevo calciare o negli uno contro uno. Ci sono momenti in cui ti tornano in mente situazioni che hai visto, ti fanno dubitare e i dubbi ti fanno sbagliare. Però ultimamente ho ricominciato a studiare, soprattutto per le punizioni, per vedere se si muove prima, se fa un passo, se no, come reagisce, come mette la barriera... Adesso sì, studio un po' di più".
Medesimo discorso per quanto riguarda i calci di rigore: anche in quel caso, Messi deve fare i conti con il comportamento dei portieri avversari.
"Adesso è ancora più difficile quando si calcia molto e spesso perché tutti ti studiano. I portieri oggi sono molto più veloci di prima, ci lavorano molto di più, e sono più forti nelle gambe e questo rende più difficile tirare i calci di rigore".


