
30 maggio 2009, un giorno indimenticabile per Mauro Boerchio. Ha appena 18 anni quando Antonio Conte decide di convocarlo per l'ultima giornata del campionato di Serie B.
Per Boerchio è la prima volta in panchina tra i professionisti, un sogno che si avvera, proprio nel giorno della festa per la promozione in Serie A del Bari.
"E’ stata un’esperienza magnifica che mi porterò nel cuore per tutta la vita. Sono arrivato a Bari nell’anno della promozione in A, quindi l’entusiasmo era alle stelle. I tifosi ancora mi scrivono. Conte era maniacale in ogni cosa. Ci massacrava sul campo e nella vita privata".
L'anno successivo Boerchio va a fare esperienza in Serie C, al Lecco, ma di fatto non scende mai in campo. Decide quindi di tornare al Bari, racimolando appena due convocazioni tra campionato e Coppa Italia. Qualcosa non va, Boerchio non riesce a trovare una squadra che creda in lui. Resta senza contratto, senza fiducia.
"Il mio agente del tempo fece dei casini e mi ritrovai senza squadra. Sono stato costretto a scendere in Serie D".
Boerchio non è un fenomeno, lo sa bene anche lui, ma i dilettanti gli vanno stretti. Anzi, è l'Italia in generale che comincia davvero a stargli stretta. Nel 2015 arriva finalmente la chiamata che aspettava: "Vieni a giocare da noi". Il problema, se lo vogliamo chiamare così, è che il 'da noi' in questione si trova dall'altra parte del mondo. In Vanuatu, per la precisione, un arcipelago nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico.
I genitori lo mettono in guardia: "Ma dove vai? Sei pazzo?".Boerchio è ancora giovanissimo, inevitabilmente titubante, ma alla fine si fa convincere da chi quella pazzia l'aveva già fatta. Il suo nome è Marco Banchini ed è l'allenatore dell'Amicale FC, la squadra più importante del Vanuatu. Zaino in spalla, guanti, c'è tutto. 30 ore di volo e via, a 16 mila chilometri lontano dall'Italia.
"Ero titubante perché sarei andato in un posto sconosciuto e dall’altra parte del mondo. Poi ci ho pensato e ho capito che partire era la cosa giusta. Ad oggi è stata la scelta migliore della mia vita”.
In Vanuatu trova a sorpresa altri due calciatori italiani, Nicola Princivalli (ex Messina e Triestina tra le altre) e Massimiliano Lionetti. Loro restano pochi mesi, giusto il tempo di giocare la OFC Champions League, mentre Boerchio rimane all'Amicale per due stagioni, vincendo due campionati. Fare il calciatore, in un'isola del Pacifico, è forse tra le cose più belle al mondo. Se non fosse per gli allenamenti con 40 gradi.
Tuttavia la nostalgia di casa si fa sentire e allora Boerchio decide di trasferirsi a Malta, accettando l'offerta del Gzira United. La vicinanza con l'Italia fa riaffiorare però i vecchi problemi. "Mi ritrovai in situazioni simili a quelle del calcio italiano". Meglio scappare, fuggire di nuovo lontano, senza pensarci troppo. L'ultimo giorno di mercato arriva la chiamata giusta:zaino in spalla, si riparte, direzione Mongolia.
Se vi state chiedendo se esiste un campionato di calcio in Mongolia la risposta ovviamente è si. E' composto da 10 squadre e chi vince il titolo si qualifica per la Champions League asiatica. Boerchio firma per l'Ulaanbaatar City, con cui sfiora la vittoria del titolo e conquista la Coppa di Mongolia.
"Non mi sono fatto mancare nulla nemmeno fuori dal campo e, dopo aver mangiato il Pipistrelloalle Isole Vanuatu ho voluto sperimentare qui in Mongolia la marmotta bollita".
Nuova stagione, nuova destinazione. Nel 2018 Boerchio sceglie di trasferirsi alle Maldive e sì, anche laggiù, esiste un campionato di calcio. Non c'è posto al mondo dove non rotoli un pallone. Firma un contratto con il Maziya, ma ci rimane pochi mesi. Il suo obiettivo è quello di giocare in India, in uno dei più importanti campionati asiatici.
Obiettivo che Boerchio raggiunge con il trasferimento al Neroca FC. A primo impatto l'esperienza indiana si rileva deludente sotto l'aspetto sportivo, ma a febbraio 2019 arriva la svolta, la grande occasione. Il Chennai City cerca un portiere dopo l'infortunio del suo titolare e prende in prestito proprio Boerchio.
E' l'inizio di una favola che si conclude con la vittoria del campionato. Boerchio si laurea campione d'India da protagonista, coronando un sogno che l'Italia gli aveva negato.
"Mi sono sentito davvero un calciatore top! Sei un personaggio noto e ti chiamano spesso ospite alle trasmissioni sportive, poi interviste, spot televisivi e la folla che ti ferma negli aeroporti per foto e autografi; gli stadi sono sempre strapieni con medie di 40.000 spettatori a partita. E’ stato bellissimo vincere il titolo”.
Ma è anche l'epilogo della sua carriera: nel luglio 2019 Boerchio si ritira, a soli 30 anni, dopo aver girato il mondo e scoperto un calcio diverso, meno competitivo ma sicuramente più puro. Dall'Italia all'India, passando per Vanuatu, Malta, Mongolia e Maldive.
"Ho voluto chiudere in bellezza e da vincitore. Sono stato bravo e fortunato ad aver fatto una carriera così, giocando in paesi dove la pressione della partita non è come in Italia, dove puoi sbagliare e crescere senza preoccuparti troppo del risultato. Quello che manca molto ai nostri giovani”.
Boerchio l'ha provato sulla sua pelle ed ora che è tornato in Italia vuole insegnare proprio questo ai giovani. Che il calcio bisogna viverlo per quello che è. E che se arriva una chiamata dall'altra parte del mondo, a volte, vale la pena rispondere.
