GOALA vederlo in campo a difesa della porta balzava subito agli occhi il suo fisico bestiale: un metro e 86 centimetri per 80 chilogrammi di muscoli, che gli fanno guadagnare presto l'iconico soprannome di 'Tyson'. Ma a dispetto di tanta forza, Matteo Sereni sapeva muoversi fra i pali con grande reattività ed efficacia, rappresentando un osso duro da superare per qualsiasi attaccante. Come duro è sempre stato anche il suo carattere.
Anche se nella sua carriera non ha saputo rispettare appieno l'etichetta di grande talento che si era ritagliato in età giovanile e nei suoi esordi da professionista, saprà togliersi comunque numerose soddisfazioni giocando in Serie A fino a 36 anni con 7 squadre diverse: Sampdoria, Piacenza, Empoli, Brescia, Lazio, Treviso e Torino, concedendosi anche un'esperienza in Premier League con l'Ipswich Town.
Nel suo palmarés figurano 2 Coppe Italia vinte con Sampdoria (da terzo portiere senza giocare) e Lazio e i Giochi del Mediterraneodel 1997 da vice Buffon conquistati con l'Italia Under 23.
GettyLA SAMPDORIA E I PRESTITI IN PROVINCIA
Nato a Parma l'11 febbraio 1975, Matteo Sereni si forma calcisticamente nelle Giovanili della Sampdoria, dove si mette in luce come portiere digrande talento. Già nella stagione 1993/94, che lo vede difendere la porta della Primavera blucerchiata, a 18 anni si affaccia alla Prima squadra come terzo portiere e come tale vince (senza mai scendere in campo) la Coppa Italia.
Nella stagione seguente il club genovese lo gira in prestito al Crevalcore, vicino a casa, in Serie C1, ma Matteo anche in questo caso non viene mai utilizzato. Nel 1995/96 torna così alla base e ricopre il ruolo di terzo portiere in Serie A alle spalle di Zenga e Pagotto. Con Sven-Goran Eriksson in panchina ha tuttavia l'occasione di debuttare nel massimo campionato.
Il tecnico svedese gli dà fiducia e vista la duplice indisponibilità dei due colleghi di reparto non esita a lanciare a 20 anni il giovane estremo difensore come titolare nella 2ª giornata di campionato allo Zini contro la Cremonese. Sereni fa vedere subito di che pasta è fatta e chiude con un clean sheet la sua prima partita in Serie A (0-0).
"È simile a Peruzzi nella struttura fisica - dice Pietro Battara, il maestro che l'ha formato, a 'La Gazzetta dello Sport' -, ma vicino a Pagliuca nella ricerca del bel gesto da regalare al pubblico".
Nel 1995/96 raccoglie in tutto 4 presenze in campionato, subendo 8 reti. Le gare giocate diventano 6 nel 1996/97, in cui ricopre il ruolo di vice-Ferron (7 goal presi e 2 clean sheet personali). Con la Samp retrocessa in B, Sereni rimane nel massimo campionato, dato che viene girato in prestito al Piacenza.
La stagione in Emilia, che gli consente di avvicinarsi a casa, è la prima da titolare della sua carriera. Sereni, che tutti chiamano ormai 'Tyson', sotto la guida di Vincenzo Guerini, con le sue parate dà un apporto prezioso alla squadra a conquistare la salvezza. Il Piacenza chiude al 13° posto finale e il portiere colleziona 35 presenze. I goal presi sono appena 41, a fronte di ben 12 clean sheet.
A difesa dei pali biancorossi Sereni para anche il primo calcio di rigore della sua carriera. Nella 4ª giornata di campionato il Piacenza va a far visita al Brescia al Rigamonti. Al 4' minuto l'arbitro assegna un rigore ai lombardi: dal dischetto Bizzarri calcia basso col mancino sulla destra, ma trova la risposta felina del numero uno avversario, molto bravo a respingere la conclusione.
"In quelle situazioni bisogna avere la freddezza giusta per rimanere fermi il più a lungo possibile - spiegherà a 'La Gazzetta dello Sport' -, intuendo così nell' attimo decisivo come calcerà il tuo avversario, magari 'costringendolo' a tirare in una certa direzione".
Il Brescia vince quel match 2-0, ma Sereni manterrà la caratteristica di portiere para-rigoriper l'intera sua carriera. Dopo aver fatto molto bene a Piacenza, nel 1998/99 la Sampdoria lo gira nuovamente in prestito, questa volta all'Empoli, sempre in Serie A.
L'estremo difensore parmense fa ancora il suo dovere, totalizzando 30 presenze in Serie A con 55 goal subiti e 9 clean sheet e 2 presenze e 2 reti al passivo in Coppa Italia (un clean sheet), non riuscendo però ad evitare la retrocessione in Serie B dei toscani, che chiudono il campionato al 18° posto.
GettyLA NAZIONALE GIOVANILE E I GIOCHI DEL MEDITERRANEO
Il grande talento, che porta a considerarlo un predestinato del suo ruolo, conduce Sereni ad essere preso in considerazione nei suoi primi anni da professionisti anche per la Nazionale Under 21. Debutta il 20 dicembre 1995 con Cesare Maldini Ct. nella gara amichevole vinta 2-0 al Mazza dagli Azzurrini sui pari età della Bulgaria.
Chiuso da Gianluigi Buffon, in Nazionale giovanile riesce a collezionare altre 2 presenze: il 18 dicembre dell'anno seguente disputando un tempo nella vittoria esterna per 0-2 in un'altra gara amichevole contro l'Ungheria e il 27 marzo 1997 subentrando al portiere del Parma nel finale della larga vittoria per 6-0 sulla Moldavia in una gara di qualificazione agli Europei di categoria.
Il binomio Buffon-Sereni si ripropone anche nella cosiddetta 'Italia B' Under 23, con la cui maglia il portiere di proprietà della Sampdoria disputa i Giochi del Mediterraneo del 1997 che si disputano in Italia, in Puglia. Gli Azzurrini superano il girone di qualificazione battendo l'Albania e pareggiando con la Jugoslavia, poi in semifinale eliminano la favorita Spagna con le reti di Ventola e Longo.
In una squadra ricca di campioni che faranno la storia del calcio italiano, da Totti a Ventola, passando per Stefano Fiore, Francesco Coco e Alessandro Birindelli, Sereni, che fino a quel momento era rimasto in panchina ad osservare i suoi compagni, riesce a ritagliarsi il suo spazio nella gara decisiva contro la Turchia, giocata al San Nicola di Bari davanti a 20 mila spettatori.
Buffon si fa male dopo uno scontro di gioco e non può continuare (sarà portato in ospedale per una tac di controllo), Sereni deve prenderne il posto. L'Italia Under 23 travolge il suo avversario per 5-1 e dopo il fischio finale conquista quello che rimane ad oggi l'unico titolo della sua storia.
Dopo il vantaggio iniziale dei turchi con Çetin, le doppiette di Totti e Ventola e il goal finale di Longo indirizzano nettamente la partita in favore degli Azzurrini di Marco Tardelli. Una vittoria che porta anche la firma di Sereni, bravo a mantenere inviolata la sua porta quando è chiamato in causa.
LA SVOLTA MANCATA PER COLPA DI... LIPPI
Nell'estate del 1999 per il promettente portiere di Parma dopo la gavetta potrebbero finalmente spalancarsi le porte di una grande squadra. Sereni è richiestissimo ma le circostanze non gli consentiranno di avere questa soddisfazione.
"Nel 1999 dopo la A a Empoli mi venne prospettato un triplice trasferimento: Roma, Juventus e Inter- racconterà a 'gianlucadimarzio.com' nel 2019 -. Con i primi era fatta: offrivano 31 miliardi alla Sampdoria; alla Juve mi volevano per il dopo Peruzzi e all’Inter per il dopo Pagliuca. D’accordo con il mio agente, scegliemmo i nerazzurri: 5 anni e un contratto faraonico che avevo già pre-firmato...".
"Sul più bello all'ultimo saltò tutto e persi quel treno - ricorda Sereni - . Lo decise Marcello Lippi: voleva Peruzzi e fece di tutto per farlo arrivare a Milano. Mi arrabbiai molto, al punto che quell’anno durante una riunione tra capitani e allenatori lui venne da me a chiedermi se ce l’avessi con lui. La mia risposta? 'Sì, mi hai rovinato la carriera'. Glielo dissi in faccia".
Sfumato il grande salto, Matteo sceglie allora di ripartire dal basso: torna alla Sampdoria e ci resta per due stagioni in Serie B, nelle quali è il titolare indiscusso del ruolo ma non riesce a riconquistare il massimo campionato con i colori blucerchiati. Chiude definitivamente la sua avventura genovese all'inizio della stagione 2001/02, con un totale di 99 presenze fra Serie A, Serie B e Coppa Italia, 106 goal presi e 34 clean sheet, per fare un'esperienza all'estero in Premier League dopo esser stato anche vicino alla Fiorentina.
GettyL'ESPERIENZA ALL'IPSWICH IN PREMIER LEAGUE
Per assicurarsi Sereni l'Ipswich Town versa un assegno da 14 miliardi di Lire nelle casse della Sampdoria, per quello che rappresenta il trasferimento più oneroso del club, reduce da un brillante 5° posto in Premier League l'anno precedente e dalle semifinali di League Cup.
"Vado in Inghilterra con l'idea di fare un'esperienza nuova - dichiara il portiere emiliano - Il mio trasferimento alla Fiorentina è stato bloccato all'ultimo momento, ma nonostante tutto credo che l'Ipswich sia un club altrettanto serio ed importante; non a caso è arrivato quinto nell'ultimo campionato e parteciperà, non senza ambizioni, alla prossima Coppa UEFA'. Del resto in Italia le grandi squadre sono troppo impegnate con gli stranieri per accorgersi di noi italiani!".
"Mi dispiace molto lasciare Genova - aggiunge -, ma le cose vanno cosi. L'Ipswich ha fatto di tutto per avermi, mi ha osservato, e ha insistito fino alla fine con la Sampdoria per ottenere la mia cessione".
A volerlo fortemente in forza ai 'Tractor Boys' è il tecnico George Burley, che cerca un estremo difensore di grande affidamento per affrontare al meglio il doppio impegno oneroso in campionato e Coppa UEFA, oltre a quelli nelle Coppe nazionali.
Il 18 agosto 2001 Sereni fa il suo esordio in Premier League difendendo la porta dell'Ipswich nella prima giornata di campionato, che lo vede impegnato fuori casa contro il Sunderland. I 'Black Cats' si impongono di misura 1-0 e per il portiere italiano arriva subito la prima delusione stagionale.
In campionato le cose si mettono del resto dall'inizio male: dopo la vittoria alla seconda giornata contro il Derby County (3-1), bisognerà aspettare Natale per trovare sotto l’albero l’inattesa sorpresa del successo esterno contro il Tottenham. Intanto Sereni fa anche il suo esordio in Coppa UEFA: il 20 settembre gli inglesi pareggiano 1-1 a Portman Road contro la Torpedo Mosca.Superato l'ostacolo russo grazie al successo per 2-1 in trasferta,il cammino europeo dell'Ipswich prosegue eliminando i norvegesi dell'Helsingborgs (0-0 in casa e vittoria per 3-1 in Scandinavia). Il sorteggio mette a quel punto Sereni e compagni di fronte all'Inter. Se nella partita di andata a Portman Road proprio le parate a ripetizione del portiere consentono ai suoidi imporsi 1-0, nel ritorno di San Siro il 6 dicembre l'Ipswich è travolto 4-1 e deve cedere il passo.
In una situazione che diventa complicata e difficile, la squadra trova la forza di reagire ottenendo tre vittorie di fila in campionato a fine dicembre. A Capodanno, però, i 'Tractor Boys' sono battuti 3-2 dal Charlton in una partita in cui anche Sereni compie gravi errori.
Con la sua squadra in vantaggio, prima si fa infilare sotto le gambe da Robinson, poi non si intende con un compagno e viene battuto da Scott Parker, trascinando la palla in rete dopo la deviazione del difensore che lo manda fuori tempo, infine viene trafitto da Euell dopo una respinta corta e centrale su un colpo di testa.
La sconfitta rocambolesca costa a Sereni la titolarità del suo ruolo in favore di Neil Sullivan, salvo tornare in campo a marzo per alcune gare. Quando il 18° posto finale e la conseguente retrocessione in Championship si materializzano, al portiere italiano non resta che chiudere l'avventura inglese (33 presenze totali, 50 goal subiti, 8 clean sheet e un cartellino rosso) e far ritorno nella penisola.
L'Ipswich lo cede in prestito per un anno al Brescia di Carlo Mazzone, che ha in rosa fra gli altri giocatori del calibro di Roberto Baggio, Pep Guardiola e Luca Toni. Con le Rondinelle il portiere parmense torna protagonista in Serie A, ed è anche grazie alla sua bella stagione che i lombardi chiudono con un brillante piazzamento al 9° posto finale.
In 24 presenze stagionali, Sereni subisce appena 18 reti collezionando ben 13 clean sheet. Queste prestazioni gli consentono di guadagnarsi l'interesse della Lazio, che decide di scommettere su di lui.
ALLA LAZIO FRA GIOIE E DELUSIONI
Il club capitolino acquista il cartellino del portiere dall'Ipswich. I biancocelesti sono in una fase di transizione con grossi problemi di bilancio legati alla dissennata gestione di Sergio Cragnotti e la presidenza è stata rilevata da Ugo Longo, che grazie ad un aumento di capitale sociale di 120 milioni di euro e al sacrificio di tanti piccoli azionisti riesce a iscriversi al campionato.
In panchina c'è Roberto Mancini, e, ancora una volta, Sereni si troverà a dover duellare con Angelo Peruzzi per la maglia da titolare. Inizialmente fa il dodicesimo ed è protagonista della Coppa Italia vinta in finale contro la Juventus: la Lazio si impone 2-0 a Roma e pareggia 2-2 a Torino, riuscendo ad aggiudicarsi il trofeo, il primo conquistato da protagonista per il portiere.
La situazione cambia l'anno seguente con Caso in panchina, quando alla presidenza approda Claudio Lotito e chiede a tutti i giocatori di spalmarsi lo stipendio su più stagioni. Sereni è inizialmente il prescelto come primo portiere, poi però pagherà il suo rifiuto alla richiesta presidenziale.
"Cominciai da titolare nel periodo in cui lui ereditò una società con 50 giocatori da ingaggi spropositati - racconterà Matteo a 'gianlucadimarzio.com' -.Giocavo io, non Peruzzi, ma mi chiese di dilazionare il mio biennale in cinque anni. Rifiutai.Non volevo essere venale, ma stavo giocando tanto".
Dopo 18 presenze, 20 goal subiti e 6 clean sheet il primo anno (con esordio in Champions League nel pesante k.o. interno per 0-4 contro il Chelsea del 4 novembre 2003), arrivano ben 25 apparizioni complessive nel 2004/05, con 26 reti e 7 clean sheet. Ma nel 2005/06, sotto la gestione di Delio Rossi, il rapporto con la Lazio si deteriora definitivamente.
"Delio Rossi mi aveva dato delle garanzie e non mi sembrava giusto spalmarmi l'ingaggio - affermerà -.Allora venne stabilito che fossi messo fuori rosa per sole questioni di mercato.Ma con il mister non litigammo praticamente mai: dovessi rivederlo lo saluterei, senza rinfacciargli nulla. Quello che è stato, è stato".
Sereni mette insieme 6 presenze, tutte nella prima parte dell'anno, fra Intertoto e campionato, e nel gennaio del 2006 passa in prestito al pericolante Treviso. In Veneto disputa poche partite 7, con 12 goal subiti, e non può evitare la retrocessione in B dei biancocelesti con una situazione di classifica già compromessa dopo il suo arrivo.
Tornato a Roma nell'estate 2006, è messo nuovamente fuori rosa e vive un'intera stagione da esiliato. Nella sua carriera è il momento più difficile.
"Non ho mai frenato troppo la lingua - dirà di se stesso il portiere parmense -. Fossi stato più posato, forse avrei fatto qualcosa di diverso. Ma io vivo di confronti e faccia a faccia, è sempre stato così".
IDOLO AL TORINO E LE ULTIME STAGIONI
Proprio quando 'Tyson' sembra finire al tappeto, ecco che come un buon pugile trova la forza di rialzarsi e di dimostrare che quando di lui negli anni Novanta parlavano di un grande talento non si sbagliavano.
Riparte dal Torino e da Torino, città nella quale stabilisce una relazione unica con i tifosi, diventando presto un loro idolo. In granata Sereni vive tre stagioni, due in A e una in B dopo la retrocessione, giocando sempre ad alti livelli, tanto che per qualcuno, fra cui il preparatore dei portieri Vinicio Bisioli, è sorprendente che non venga preso in considerazione per sostituire Buffon, infortunato, in Nazionale maggiore.
"Sono rimasto perplesso leggendo alcuni articoli ultimamente sulla valutazione di un eventuale sostituto di Buffon che al momento è infortunato. Si sono fatti i nomi di Amelia, De Sanctis e di un giovane come Curci, tutti bravi portieri, ma non si è mai parlato di Matteo. Non credo sia giusto. Ad esempio ho letto un’intervista rilasciata da Peruzzi che peraltro conosce bene Sereni perché hanno lavorato insieme alla Lazio. Citare il suo nome era il minimo".
'Tyson' non avrà l'opportunità che probabilmente avrebbe meritato in maglia azzurra ma si concentra su se stesso e la sua carriera. Chiusa l'esperienza positiva in granata con 102 presenze, 126 goal subiti e 34 clean sheet, dopo aver mancato la promozione in A nella finale playoff persa contro il Brescia e da lui non giocata, fa ritorno proprio alle Rondinelle nell'estate 2010.
Frenato ormai da grossi problemi fisici alla schiena, dopo altre 15 presenze con i lombardi, che portano a 39 quelle totali con la squadra, tutte in Serie A, con 40 goal al passivo e 16 clean sheet complessivi (di cui gli ultimi 3 in quella che sarà la sua ultima stagione agonistica), di fronte all'età che avanza il 19 maggio 2011a 36 anni rescinde consensualmente il suo contratto e pone fine ad una carriera da 216 presenze in Serie A e 110 in Serie B.
"Avevo un forte problema alla schiena, acuito dalle mie preoccupazioni personali - spiegherà -. Stavo talmente male che mi venivano degli strappi nel salire le scale di casa. Quindi ho deciso di non continuare: chi resta legato a una società con queste condizioni, lo fa solo per rubare dei soldi".
Sempre coerente con sé stesso e con il suo carattere schietto e non incline ai compromessi, 'Tyson' Sereni ha saputo lasciare un bel ricordo di sé in molte piazze dove ha giocato.Oggi vive in Sardegna dove si è fatto una nuova vita.
"Il calcio è il mio passato - dichiara a 'gianlucadimarzio.com' nel 2019 -. Lo amo, lo seguo, ma non lo voglio vedere come il mio presente".
