E' ormai parte del nostro vissuto l'idea di un Manchester City vincente in Inghilterra con una buona dose di costanza: tant'è che non sorprende neanche più il rendimento della formazione di Pep Guardiola.
C'è stato un momento, però, in cui i Citizens si sono trovati a costruire squadra e mentalità per arrivare alla conquista dei primi titoli dell'era moderna, arrivando ad alzare al cielo la Premier League con Roberto Mancini in panchina, nel 2012.
Una squadra con interpreti comunque di alto livello, quella che riuscì a vincere contro il QPR all'ultimo istante grazie alla rete del recupero del Kun Aguero: e a mettere a referto l'assist per l'argentino fu un italiano. Mario Balotelli, chiacchierato a lungo, ma in quel periodo decisivo.
"E' stato fantastico: ormai è quasi una consuetudine dire 'Mario era questo' o 'Mario era quello', ma quello che ho avuto la fortuna di vedere è stato un atleta fenomenale che si allenava duramente come tutti", racconta l'ex fisioterapista del Manchester City, Paul Webster, in esclusiva a GOAL.
L'ex componente dello staff tecnico racconta un Mario Balotelli diverso rispetto a quanto descritto dalla stampa in quel periodo.
"Era straordinariamente forte e agile. Entrava in palestra dopo l'allenamento e praticava Muay Thai. Quando lavori con qualcuno ogni giorno, ignori tutte le cose stupide che dice la stampa".
Webster ha avuto la possibilità di lavorare anche con James Milner, che nonostante i suoi 36 anni continua ad offrire un contributo importante al Liverpool di Jurgen Klopp. E non ha intenzione di fermarsi.
"Ho visto giocare Milner contro il Chelsea ed è stato probabilmente uno dei migliori in campo. Sembra giovane, sta bene, probabilmente ha solo l'8% di massa grassa. E' un po' come Cristiano Ronaldo. Non ho mai lavorato con il portoghese, ma le persone che lo hanno fatto mi dicono la stessa persona", spiega a GOAL.


