Nel calcio, come nella vita, ci sono i numeri uno ovvero coloro destinati a primeggiare per doti fisiche e tecniche. Ma esistono anche i numeri due. Altrettanto importanti, se non fondamentali, per raggiungere gli obiettivi a tutti i livelli.
Alla seconda schiera va sicuramente iscritto Marco Storari, oggi stimato dirigente della Juventus con alle spalle una lunga carriera tra i pali. Spesso da secondo, quasi mai sulle prime pagine, ma comunque preziosissimo nelle vittorie ottenute in bianconero e non solo.
IL GIALLOROSSO: GLI INIZI ALLA ROMA, IL DEBUTTO COL MESSINA
La storia di Marco Storari, pisano di nascita, inizia nelle giovanili della Roma dove resta quattro anni senza mai arrivare in prima squadra. Per uno strano scherzo del destino peraltro, nel 2010, è proprio lui a frenare la corsa scudetto dei giallorossi quando con la sua Sampdoria espugna l'Olimpico e di fatto consegna il tricolore all'Inter di Mourinho.
"Io sono romano e tifoso della Roma, ho giocato nelle giovanili giallorosse per quattro anni fino agli Allievi Nazionali. Mi dispiace aver battuto la mia squadra del cuore, ma anche per la Samp quella era una gara fondamentale della stagione. Giocare all’Olimpico davanti a 70.000 spettatori è stato emozionante... Solo a fine partita mi sono reso conto che la nostra impresa rischia di aver fatto perdere lo scudetto alla Roma”.
Roma dove, come detto, Storari non trova fortuna. A soli quattordici anni lascia Trigoria per trasferirsi a Ladispoli e poi al Perugia, con cui vince due Campionati Primavera. Dopo un breve prestito al Montevarchi, la sua carriera tra i professionisti inizia all'Ancona dove conquista la promozione in Serie B ma nel 2002 subisce la rottura del legamento crociato.
Nonostante questo viene acquistato in comproprietà dal Napoli. Sotto il Vesuvio però resta pochi mesi collezionando appena 4 presenze, a gennaio del 2003 quindi si trasferisce al Messina. Sarà la svolta. Nelle file peloritane resta ben quattro anni, conquista finalmente il palcoscenico della Serie A e si guadagna pure la prima chiamata in Nazionale maggiore dimostrandosi un portiere affidabile tanto che nel gennaio 2007 arriva un'altra chiamata prestigiosa: quella del Milan, alle prese con i problemi fisici di Dida e Kalac.
LA CHAMPIONS COL MILAN, IL CAGLIARI E LA SAMP
Storari scivola presto nelle gerarchie, tanto che assiste dalla tribuna nella notte in cui il Milan alza la Champions League al cielo di Atene. I rossoneri decidono così di girarlo in prestito, prima al Levante e poi al Cagliari dove arriva a metà stagione e diventa uno dei protagonisti nella rimonta dei sardi che strappano una miracolosa salvezza dopo un inizio di campionato da incubo. In estate però Cellino lo definisce 'mercenario' per aver preteso un adeguamento contrattuale di 10 mila euro, accusa seccamente smentita da Storari che rientra al Milan ma solo di passaggio.
Viene girato nuovamente in prestito, stavolta alla Fiorentina come vice Frey, ma senza di fatto riuscire mai a ritagliarsi il suo spazio. Nell'estate del 2009 ecco la grande occasione: Dida e Abbiati sono ko, Storari inizia la stagione da titolare del Milan e finalmente debutta pure in Champions League sfoderando ottime prestazioni. Poi un infortunio durante il riscaldamento di un Milan-Roma gli sfila la maglia in favore di Dida, che si riprende i pali rossoneri definitivamente. Storari così a gennaio è 'costretto' di nuovo a cambiare aria destinazione Genova, sponda blucerchiata. E' la scelta giusta: la Sampdoria, con Delneri in panchina e la coppia Cassano-Pazzini in attacco, vola qualificandosi per i preliminari di Champions League.
"A luglio, appena giunto in ritiro, ero il quarto portiere del Milan, mi sono ritrovato primo all’inizio del campionato, ho finito come vice il girone d’andata. Galliani era perplesso, voleva trattenermi, mi ha sempre considerato un portiere da Milan. Ma ho insistito, avevo voglia di giocare e sapevo che sarebbe stata una stagione importante per me".
QUATTRO SCUDETTI IN CINQUE ANNI ALLA JUVE
Storari torna di nuovo al Milan, ma nell'estate del 2010 arriva la chiamata della Juventus guidata da Andrea Agnelli. A volerlo fortemente sono Marotta e Paratici, che proprio alla Sampdoria hanno apprezzato le doti del portiere pisano e lo portano in bianconero sborsando 4,5 milioni di euro per ovviare al grave infortunio subito da Gigi Buffon durante i Mondiali.
"Mettere qui le radici? Spero e penso di sì, anche se nel calcio non si sa mai. Sono arrivato alla Juve al momento giusto: si respira aria di grande progetto. Alla Juve mi hanno voluto i dirigenti che mi avevano portato alla Samp, conoscono me e le mie idee. A 33 anni non vorrei stare in panchina, ma continuare a giocare. Se alla Juve non ci fosse la possibilità di farlo, valuterei la situazione con serenità. Ma ripeto: a Torino vorrei mettere radici".
E così sarà. Dopo una prima stagione avara di soddisfazioni chiusa addirittura al settimo posto, Storari nel ruolo di vice Buffon conquista quattro Scudetti, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia finchè a 38 anni decide di lasciare la Juventus per ripartire dalla Serie B col 'suo' Cagliari. In bianconero ha collezionato un totale di 64 presenze con 21 clean sheet. Numeri che confermano la sua assoluta affidabilità anche ai più alti livelli.
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I RITORNI: CAGLIARI, MILAN E LA JUVE DA DIRIGENTE
Il ritorno in Sardegna sembra il giusto lieto fine, Storari indossa la fascia da capitano e trascina il Cagliari alla promozione in Serie A. Nella stagione successiva però perde il posto da titolare e finisce nel mirino degli ultras per il suo passato bianconero. Gli Sconvolts, storico gruppo di tifosi rossoblù, emettono addirittura un durissimo comunicato.
"Storari togliti la fascia. Juventino pezzo di merda. Perché di questi tempi ci sono cose che non ci piacciono, atteggiamenti un po’ troppo rilassati, sbuffoneggianti, gente che forse è venuta a Cagliari pensando di fare il padrone a casa degli altri, e se una cosa non ci sta bene la esprimiamo senza se e senza ma. Parliamo non tanto del giocatore ma di un simbolo leggendario che qualcuno si è “accaparrato” come se avessimo la memoria corta, ma non è per niente così, per cui quel mercenario di Marco Storari non deve mai più scendere in campo da capitano, pensiamo sia un pensiero condiviso da tutti».
La società, presieduta adesso da Giulini, inizialmente lo difende e lancia l'hashtag #rispettoperStorari ma poi gli toglie la fascia in accordo col giocatore.
"Non potevamo permetterci di avere parte dello stadio contro in casa. Poi è chiaro che la situazione non ci sia piaciuta. L’allenatore l’ha risolta con Storari nel modo più intelligente. Questa contestazione ha motivazioni in cui credo non debba entrare la società. Non riteniamo che questo debba costituire un precedente. Marco in primis ha detto che forse questo gruppo non avrebbe sopportato una scelta diversa. Ha preferito fare un passo indietro e la società ne ha preso atto".
A gennaio le strade, inevitabilmente, si separano: Storari torna ancora una volta al Milan come vice Donnarumma, mentre in cambio al Cagliari viene girato il brasiliano Gabriel.
"Mi dispiace sia finita così, ma a Cagliari non mi volevano più. Ho fatto quello che dovevo fare e ne sono contento. E' venuta così per caso, Gabriel voleva giocare, a Cagliari non mi volevano più e quindi è andata così".
Al termine della stagione 2017/18, scaduto il contratto col Milan, Storari all'età di 41 anni decide di appendere i guanti al chiodo prima di iniziare ufficialmente una nuova avventura alla Juventus, dove dal settembre 2020 ricopre il ruolo di Professionals Talent Development con il compito di fare crescere i migliori talenti del vivaio bianconero. Nel 2022, inoltre, ha conseguito il diploma da direttore sportivo. La seconda vita del 'secondo' perfetto.