Ha lasciato la Juventus nel 2018, dopo aver difeso i suoi colori per due decenni. Dalle giovanili alla prima squadra, dagli Scudetti vinti alla lotta Champions, Claudio Marchisio è diventato un simbolo bianconero. Appesi gli scarpini al chiodo ora guarda la sua Madama da lontano, sempre però pronto a seguirla con attenzione.
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Il Principino ha parlato a DAZN del passato e del futuro bianconero, con attenzione particolare ai giocatori con cui ha condiviso lo spogliatoio e il grande fuoriclasse arrivato dopo il suo addio, ovvero quel Cristiano Ronaldo capace di essere decisivo come non mai a 35 anni.
Quasi superfluo chiedere a Marchisio il bianconero numero uno:
"Il più forte bianconero che ho visto all'opera è Alessandro. Vedere me e Del Piero insieme mi fa pensare all’amicizia. E’ un’immagine che racchiude tutta la mia passione. Alex era il mio idolo da bambino, impressionante che poi mi sia ritrovato a festeggiare i gol con lui".
Dieci sulle spalle di Del Piero in passato, ora su quelle di Dybala:
"E' tra i primi cinque numeri 10 della Juventus di sempre. Mi ha colpito molto la crescita progressiva di Rodrigo Bentancur e sono contento della rivincita di Paulo Dybala: sta dimostrando, come già in precedenza, di essere veramente un fuoriclasse".
Dybala e Bentancur non rientrano però nella formazione ideale juventina di Marchisio:
"E' quella del primo scudetto, con Antonio Conte come allenatore".Ora Conte è all'Inter, mentre Cristiano Ronaldo guida l'attacco della Juventus:
"Certo che mi sarebbe piaciuto giocare con lui. Durante quell’estate, molti mi dicevano che non potevo andare via proprio in quel momento in cui arrivava lui, ma le scelte della propria vita non possono essere legate a giocatori che arrivano... Il bello di Cristiano è quello che ha portato alla Juve: ha alzato tanto l’asticella di una squadra che già sapeva come si faceva...".
Chiusura riguardante un collega del centrocampo, forse il migliore degli anni 2010:
"Iniesta? Inspiegabile non abbia vinto un Pallone d’Oro. Vedere giocare lui era come vedere Federer giocare a tennis: puro piacere di osservarlo. Lui ha tre cervelli: uno nel piede destro, uno nel piede sinistro, uno in testa. Lui sapeva davvero giocare a pallone, è sempre stato in grado di non farla vedere ad avversari fisicamente e atleticamente ben più prestanti di lui".


