Dopo che per settimane in molti hanno parlato di Romelu Lukaku, finalmente è stato il belga a parlare. Lo ha fatto in un'intervista al 'The Indipendent', nel corso della quale si è espresso a cuore aperto tra recente passato e futuro imminente.
Innanzitutto, il belga si è soffermato sul passaggio dall'Inter al Chelsea per 115 milioni di euro. Una cessione importante sul piano economico e mal digerita dai tifosi nerazzurri.
Lukaku ha però parlato anche dell'arrivederci alla Premier per sbarcare in Italia:
"Penso che dovevo andare via. Era anche parte del mio piano provare diversi campionati. Ho vissuto la Serie A, un campionato in cui ho sempre voluto giocare ad un certo punto della mia carriera. L'esperienza in Italia mi è servita per sapere cosa serve per vincere e le circostanze in cui è necessario farlo. Imparare a vincere è fondamentalmente, ti fa superare la barriera".
Nel parlare della sua avventura all'Inter è inevitabile un riferimento ad Antonio Conte, tecnico che lo ha fortemente voluto in nerazzurro e con cui si è esaltato come forse mai aveva fatto in carriera:
"Come allenatore mi ha davvero aiutato e mi ha mostrato cosa serve per vincere: ci siamo riusciti con lo scudetto nella seconda stagione. Ogni allenatore ha un modo diverso di allenare, ma con Antonio abbiamo davvero imparato come andare oltre i nostri limiti. Era così. Nella seconda stagione siamo stati molto più costanti nel vincere grandi partite. Questo ha fatto la differenza contro grandi avversari".
Oltre al rapporto umano che si è creato tra i due, Conte è stato importante per Lukaku anche per affrontare al meglio il calcio italiano:
"Il gioco è totalmente diverso in Italia: molto tattico. Spazi ristretti e nella maggior parte delle partite hai solo una possibilità. Se non segni diventa molto difficile. Ho anche imparato a giocare di più con le spalle alla porta e altri aspetti tecnici del gioco che sono davvero importanti. La maggior parte delle volte ci trovavamo spalle alla porta e tutto passava attraverso me. Ricordo di aver parlato con Conte di questo e lui mi disse che se non fossi stato bravo non avrei giocato.
Per me è stata una rivelazione. Una volta padroneggiato quell'aspetto, per me tutto è diventato più facile. Il gioco rallentava e potevo controllarlo di più dando più assist. Era davvero qualcosa che volevo fare e volevo sperimentarlo in un altro Paese, e penso che sarebbe stato utile per il resto della mia carriera".
Dal passato al presente, parlando del suo ritorno al Chelsea dopo una prima esperienza londinese non proprio positiva:
"Ero giovane e non credo di essere evoluto come lo sono ora. Il mio cammino ha avuto molti alti e bassi, ma alla fine della giornata se continui a fare bene sai che avrai sempre una possibilità. Il mio rapporto con il club è sempre stato ottimo e tornare al momento giusto è una bella sensazione".
Chiusura emblematica, per mostrare a tutti con quale spirito affronta la sua nuova parentesi calcistica:
"Ho capito quanto sia diverso l'atteggiamento delle persone nei tuoi confronti quando vinci qualcosa. Nelle conversazioni che ho avuto con Didier Drogba o John Terry o Antonio Conte, il rispetto è diverso quando inizi a vincere. Era qualcosa che volevo davvero. Volevo tanto vincere. Sono andato all'Inter e poi l'abbiamo fatto. Questa è l'unica cosa che conta per me: vincere. Segnare gol è bellissimo, Ma vincere trofei, questo ti distingue".
Un Lukaku molto agguerrito è pronto ad azzannare la nuova stagione, osannato dai tifosi del Chelsea e probabilmente rimpianto da quelli dell'Inter.


