
Il Gary Neville calciatore non ha bisogno di molte presentazioni: bandiera del Manchester United, simbolo della Nazionale Inglese. Fa parte della generazione di campioni del Manchester United degli anni novanta, i cosiddetti Fergie's Fledglings, del quale facevano parte anche Paul Scholes, Ryan Giggs, David Beckham, Nicky Butt e suo fratello Phil Neville. I ‘cocchi’ di Sir Alex Ferguson, giocatori fenomenali cresciuti con la maglia rossa dei Red Devils.
Ma forse non tutti gli appassionati di calcio italiano, conoscono l’escalation che ha avuto Gary Neville dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Praticamente fin da subito, ovvero dal 2012, l’ex difensore del Manchester United è diventato uno degli opinionisti di calcio più stimati a livello mondiale. Ha cominciato a lavorare per Sky Sport UK e a scrivere per la BBC. Esperto di tattica come pochi e, soprattutto, non ha mai avuto peli sulla lingua, forse anche fin troppo esplicito e diretto in alcune dichiarazioni.
Lui, simbolo del Manchester United e tifosissimo dei Red Devils, ha cominciato a Sky Sport a lavorare fianco a fianco a Jamie Carragher, bandiera del Liverpool e tifosissimo dei Reds. Due difensori che hanno giocato per anni e anni l’uno contro l’altro, hanno più volte dimostrato di non essere propriamente migliori amici. Ma, in televisione, la storia si è incredibilmente ribaltata e i due ormai da anni formano la coppia di talent più famosi del mondo del calcio.
Gary Neville è sempre stato un “secchione” del calcio, in campo come davanti ad un microfono. Era il fedelissimo in campo di Sir Alex Ferguson, sapeva alla perfezione come e quando doveva muoversi dalla linea difensiva. Guidava gli altri compagni di squadra. Con in mano il microfono la stessa cosa: si è sempre e subito sentito a suo agio, ha studiato tanto il modo di comunicare, ha studiato tanto cosa dire e come dirlo.
C’è un aneddoto che potrebbe da solo farvi capire il motivo del successo di Gary Neville come commentatore televisivo. Keira Knightley, nota attrice di livello mondiale, ha parlato così qualche anno fa dell’ex giocatore del Manchester United.
“I suoi commenti sono fantastici, credo che lui sia fantastico, assolutamente. Il calcio è l’unica ragione per cui ho una televisione in casa”.
Parlavamo anche della coppia formata con Carragher… I due sono talmente famosi e talmente ‘impattanti’ a livello di idee e commenti, che sui social da anni hanno addirittura un hashtag personale di coppia, ovvero “#Carraville”. Anche a tal proposito, è doveroso ricordare un aneddoto che ha come protagonista principale Gary Neville.
Qualche tempo fa, all’inizio di una stagione di Premier League, quella poi vinta dal Liverpool, Neville dichiarò “Credo proprio che se i Reds dovessero vincere la Premier, dovrò andare in Papua Nuova Guinea”. Un commento sarcastico in riferimento a tutto quello che poi avrebbe dovuto “sorbirsi” dai tifosi del Liverpool.
Ebbene, dopo la vittoria della squadra di Klopp, Neville non andò certo in Papua Nuova Guinea, ma è stato protagonista di un video esilarante di Sky Sport in coppia con Carragher, che lo cercava per tutta l’Inghilterra a suon di "Where is Gary Neville?". La scena finale del video vede un uomo di spalle, in aeroporto, con un biglietto in mano proprio per la Papua Nuova Guinea.
Neville ha ormai acquisito uno status a livello mondiale nel suo ruolo, basti pensare che su Twitter può contare circa 4 milioni e mezzo di followers. E dopo l’avventura da allenatore al Valencia, è apparso ancora più chiaro a tutti che il mestiere di Gary Neville fosse solo quello di commentatore e opinionista.
Tecnico del Valencia… Già, un tasto che definire dolente è riduttivo nella vita e nella carriera calcistica di Gary Neville. Dal nulla, ma veramente dal nulla, il 2 dicembre del 2015 il Valencia annunciava l’inglese come nuovo allenatore della prima squadra, in un momento critico di risultati per il club.
"Sono molto emozionato e orgoglioso di aver ricevuto questa grandissima opportunità. Il Valencia è un club enorme, di immenso prestigio, ricordo benissimo quando l'ho affrontato da giocatore: i suoi tifosi hanno grande passione e lealtà"
Si presentava con queste parole ad inizio dicembre ai tifosi del Valencia. Molti sono tutt’ora convinti che l’inglese fu scelto solo per l’amicizia con il proprietario Peter Lim, imprenditore singaporiano. Non aveva nessuna esperienza da allenatore e la sua parentesi in panchina (nonostante la presenza del fratello Phil come collaboratore tecnico) fu un autentico fallimento. Nominato a dicembre, come detto, si separò dal Valencia soltanto nel marzo successivo, ufficialmente con una risoluzione contrattuale.
E dopo un inizio balbettante, tra tante sconfitte, qualche pareggio ed una vittoria che non arriva, Neville rilascia delle dichiarazioni sorprendenti dopo un pareggio contro l’Eibar. Dichiarazioni che lasciano di sasso anche i tifosi stessi del Valencia.
“Fossi nella testa di un tifoso sarei sicuramente scettico, perché non dovrei essere scettico? Se fossi un tifoso del Valencia o un reporter, direi: ‘È un rischio, è un grosso rischio’ e penso che sia un grosso rischio per me. Ma il rischio che sto correndo è gestibile perché conosco i proprietari, cosa vogliono fare con il Valencia e cosa succederà anche dopo questa stagione”.
Ma forse più di ogni altra cosa, la lingua ha rappresentato il più grande ostacolo dell’avventura di Gary Neville sulla panchina del Valencia. In rete ci sono video, anche divertenti, ma sicuramente poco rispettosi, dell’inglese che dalla panchina prova a comunicare qualcosa in spagnolo ai suoi giocatori. Possiamo sicuramente affermare che Neville non abbia mai digerito il castigliano.
“È ovvio che ho bisogno di imparare la lingua il più rapidamente possibile, questa è la sfida più grande, è l'unica sfida. La mia grande forza è quella di comunicare bene i concetti che ho nella mia testa, ma posso farlo bene solo in inglese. Già dal primo discorso alla squadra ho capito che sarebbe stato complicato trasmettere qualcosa. Parli, poi aspetti che il traduttore traduca, poi continui a parlare e poi aspetti ancora. Non sai nemmeno se quello che sta dicendo il traduttore è esattamente quello che volevi dire tu”.
Insomma, un disastro. E sportivamente parlando, di conseguenza, non può che esserne uscito un altro disastro. Gary Neville esce a dicembre dalla Champions League, con una sconfitta decisiva contro il Lione. Retrocesso in Europa League, esce subito anche da questa competizione nel doppio confronto tutto spagnolo contro l’Athletic Bilbao. Dalla Copa del Rey esce in semifinale contro il Barcellona. E questo ci poteva anche stare, se non fosse che abbandona la competizione perdendo sette a zero contro i catalani.
Getty ImagesVolete un po’ di dati dell’avventura di Neville al Valencia, considerata solo la Liga? Vince soltanto tre partite e non mantiene mai la porta inviolata. Su sedici partite giocate, manda in campo sedici formazioni diverse. In queste sedici partite, l’inglese ha schierato dal primo minuto almeno una volta tutti e tre i portieri della rosa spagnola. E potremo continuare ancora per ore…
Insomma, conclusione di tutto questo? Neville capisce che il mestiere dell’allenatore, almeno in quel momento e in quella situazione, non era sicuramente fatto per lui. Mesi dopo, saranno queste le dichiarazioni dell’opinionista di Sky Sport:
“È stata una decisione senza senso. Non avrei mai dovuto accettare l’offerta del Valencia: non ero abbastanza qualificato e non mi svegliavo ogni mattina col pensiero di dover allenare una squadra. Avevo troppi impegni. Lavorare per Sky, il giornale e il lavoro col Salford, oltre che alla Nazionale”.
“Pianifico tutto nella mia vita, da cosa fare nei prossimi tre anni a quale té bere nel pomeriggio del giorno dopo. E quando prendo decisioni istintive le sbaglio tutte: allenare il Valencia, aprire un night club, gestire un ristorante. Tutti fallimenti della mia vita, ogni volta che agisco d’istinto, sbaglio”.
Avete mai sentito parlare così un allenatore di una sua precedente esperienza? Beh, probabilmente mai. Ed infatti Gary Neville non è un allenatore. Lo ha capito ed è tornato a fare quello che sa fare meglio, ovvero commentare, analizzare e dare una lettura tutta sua su determinate questioni calcistiche. Per questo viene apprezzato in tutto il mondo e per questo ormai è diventato un simbolo a livello mondiale. Ogni squadra, ogni giocatore e ogni allenatore, soprattutto in Inghilterra, teme il giudizio fatale di Gary Neville...


