GOALQuando arrivò in Italia nel 2013, all’età di 21 anni, Sime Vrsaljko rappresentava uno dei migliori talenti del calcio croato. Ed in effetti era proprio così, ma il povero laterale destro non aveva fatto i conti con i tantissimi problemi fisici che il destino aveva in serbo per lui.
Si era messo in luce in patria con la maglia della Dinamo Zagabria: dal 2009 al 2013 aveva contribuito alla conquista di quattro titoli nazionali, due Coppe di Croazia e una Supercoppa. Il 29 agosto 2010 aveva segnato il suo primo goal da professionista; aveva debuttato anche nelle coppe europee, prima in Champions League e poi in Europa League.
Un talento quasi fatto e finito, quindi, che il Genoa porta in Serie A con il solito Enrico Preziosi, sempre attento ai talenti del calcio dell’Europa dell’est. Gioca una stagione con la maglia del Grifone, si divide tra Liverani e Gasperini, spiccando soprattutto con il secondo, perfetto come esterno di destra a tutta fascia nel classico modulo dell’attuale allenatore dell'Atalanta.
La stagione seguente il Sassuolo, altra società molto attenta ai giovani calciatori lo preleva. Qui comincia davvero a fare vedere le sue qualità in Italia. Due annate trascorse in neroverde: 57 presenze con la maglia del Sassuolo in Serie A. Il secondo anno è uno dei protagonisti della cavalcata sorprendente che porterà il club in Europa League sotto la guida di Eusebio Di Francesco.
Impossibile non notare la facilità di corsa e la tecnica del terzino croato: ed infatti si fionda su di lui l’Atletico Madrid: il 5 luglio 2016 viene ufficializzato il suo passaggio ai Colchoneros per circa 18 milioni di euro. Le aspettative sono alte ed in Spagna, Vrsaljko comincia a dover fare i conti con la sfortuna: il 9 marzo 2017, durante la partita vinta per 3-1 contro il Siviglia, subisce un grave infortunio al ginocchio sinistro, riportando la rottura parziale del legamento crociato posteriore e una distorsione al legamento collaterale interno, dovendo così terminare anzitempo la stagione. E’ qui che comincia ad entrare in un lunghissimo tunnel.
Passa di fatto più di un anno ai box, tra il recupero dal grave infortunio ed un posto in squadra che ormai era perso. Arriva l’Inter a scommettere su di lui in un momento difficile, con i nerazzurri che avevano inseguito il giocatore praticamente da sempre, senza però riuscire mai ad acquistalo.
GettyL'ex difensore di Genoa e Sassuolo arrivò all'Inter nell’estate del 2018 in prestito oneroso addirittura per 6,5 milioni di euro, con la possibilità per i nerazzurri di un eventuale riscatto a fine stagione versando all'Atletico Madrid altri 17,5 milioni.
Una trattativa molto esosa dal punto di vista economico, soprattutto per un giocatore che, a discapito delle aspettative, si mise a disposizione dell’Inter solo per tre, quattro mesi. E dire che le sue parole in sede di presentazione avevano fatto presagire ben altro.
“Ho sempre voluto questa maglia, loro mi cercano sin dai tempi del Genoa e del Sassuolo. Le trattative si fanno in due, quindi loro mi hanno voluto tanto e io ho fatto molto per poter venire qui. Sono convinto che questa squadra possa già essere da Scudetto, ma dobbiamo essere bravi noi e poi dovremo avere anche fortuna. La squadra è piena di talento ma anche di esperienza, con giocatori esperti su tutti i fronti”.
Parole che resteranno appese in aria, nel vuoto. Vrsaljko ingrana anche la giusta marcia all’inizio della sua avventura con l’Inter: qualche buona uscita (in totale saranno 13 le presenze con l’Inter), due assist e la convinzione del club nerazzurro di aver trovato finalmente un buon terzino destro. Niente affatto...
Sime si fa male in una partita con la Nazionale croata: soffre per un problema al ginocchio già da diverso tempo, ha spesso giocato sul dolore, ma quella botta con la Croazia è in un certo senso la goccia che fa traboccare il vaso.
L’ultima partita giocata con l’Inter sarà la sfida di Coppa Italia contro il Benevento, il 13 gennaio del 2019. Quella gara, giocata col malessere al ginocchio, convince Vrsaljko che l’unica strada da intraprendere è quella dell’operazione. Finisce qui la sua avventura a Milano, con il club nerazzurro che lo spedisce nuovamente all’Atletico Madrid.
Il decorso post-operazione si rivela anche più complicato del previsto. Il giocatore è di fatto un giocatore dell’Atletico Madrid, ma non si vede su un campo da calcio per la bellezza di un anno esatto, proprio da quella sfida di Coppa Italia contro il Benevento.
E’ soltanto nel gennaio del 2020 che Sime Vrsaljko fa il suo ritorno in campo: Simeone lo schiera titolare nella partita contro il Leganes, trovandosi anche costretto a schierare dal primo minuto il croato dopo gli infortuni di Arias e Trippier. Da quel momento l’ex Sassuolo e Genoa sembra potersi mettere i guai fisici alle spalle, viene impiegato dal Cholo con regolarità fino allo stop dei campionati dovuti alla pandemia da Coronavirus.
Ma quel maledetto ginocchio sarà la sua condanna. Finisce nuovamente ai box per una infezione scaturita dopo l’operazione. Così a settembre Vrsaljko commentò i suoi malanni fisici, anche con molta frustrazione.
"Tutto stava andando secondo i piani, dovevo rimuovere i punti dopo l'intervento al ginocchio. Ma con me nulla scorre in modo regolare. Si è verificata un'infezione. Quando mi hanno detto quali potevano essere le conseguenze, sono rimasto basito. A 28 anni sono stato minacciato da un batterio che se si fosse complicato, in casi estremi, avrebbe potuto farmi smettere di giocare, perché è capace di divorare la carne della gamba. L’unica soluzione era un altro intervento chirurgico per evitare il peggio e una nuova pausa. E ovviamente non fu tutto. Dopo il ritorno da questa seconda operazione, ho contratto anche il Covid-19”.
Insomma, un vero e proprio calvario per Vrsaljko. E la situazione non è migliorata nel 2021. Tanto che, in scadenza, il croato ha lasciato l'Atletico a zero il 30 giugno 2022. Poi sei mesi all'Olympiacos, e dal 1 gennaio 2023 di nuovo punto e a capo: da svincolato.




