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L'Italia scopre un altro pilastro per la difesa: Bastoni è già una certezza

Il suo talento non è una novità. Perché essere titolari nell'Inter a vent'anni non può essere certo definita come una cosa normale. Da ieri, però, Alessandro Bastoni è diventato una certezza anche per l'Italia. Perché nel match contro la Polonia, il suo esordio in gare ufficiali dopo il debutto assoluto di mercoledì scorso ontro l'Estonia, è stato tra i migliori in campo. Dimostrando di poter essere già una solida certezza, come è già per Antonio Conte.

La titolarità non è stata una sorpresa: già dal forfait di Bonucci, annunciato sabato in conferenza stampa, era chiaro che il prodotto del settore giovanile dell'Atalanta sarebbe stato schierato nell'undici iniziale. Riconoscimento tanto meritato quanto frutto della fortuna, viste anche le assenze di Mancini, Chiellini, Romagnoli, oltre ad altri giocatori del giro come Ogbonna, Caldara o Rugani. La fortuna però bisogna anche crearsela. E saperla cogliere.

Bastoni lo ha fatto. In quella che doveva essere la centesima partita in nazionale di Leonardo Bonucci, che dovrà pazientare fino a marzo, la sua storica maglia numero 19 è andata sulla schiena del più giovane tra gli azzurri in campo (batte Donnarumma di qualche settimana). Un'investitura per il difensore nerazzurro, che lo ha riconosciuto a 'Rai Sport'.

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"Non me l’aspettavo. Sono arrivato in spogliatoio e mi sono trovato la 19. È stato un grande onore. Mi ha mandato in missione per la sua 100ª in azzurro. Spero di essere stato all’altezza“.

Sì, è stato all'altezza, eccome. È stato il primo per passaggi riusciti: 89 su 93, oltre il 95% portati a termine. 31 dei quali nella metà campo offensiva, secondo i dati Opta. Soltanto 4 possessi persi, meno di tutti gli altri titolari. Soltanto Emerson e il solito Jorginho hanno toccato più palloni di quanti ne abbia toccati Bastoni.

Il test più difficile, in realtà, più che fase d'impostazione - la scuola di Conte e la difesa a tre si fa sentire - si chiamava Robert Lewandowski. Il miglior giocatore del 2020 ha vissuto una delle notti più difficili degli ultimi 12 mesi, poco servito e stretto nella morsa della difesa di Evani. Bastoni è stato assoluto protagonista del duello, che a metà del primo tempo si è arricchiato anche di qualche storia tesa per una gomitata, presumibilmente involontaria, rifilata dal capitano polacco.

“La mandibola sta bene. Mi ha preso il nervo, ma è tutto a posto. Non mi ha chiesto scusa, in realtà si è pure lamentato... Ce l’ho qui di fianco, ma lascio stare, per anzianità (risata, ndr). Ci siamo stretti la mano“.

Con la riconferma ormai certa anche per la sfida di mercoledì con la Bosnia, Bastoni avrà la grande chance di dimostrare ancora una volta ciò che con la Polonia è stato già evidente: l'Italia ha scoperto un nuovo pilastro per la difesa, che entra di diritto nelle gerarchie. E ha tutta l'intenzione di restarci fino all'Europeo. E oltre.

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